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I vini delle piccole isole in 8 etichette rare e di grande fascino

Bere un vino delle isole significa scegliere un’identità forte, un paesaggio preciso. Nel vino — come nella vita — sono le condizioni più difficili a generare i caratteri più interessanti. Dalla Toscana alla Sicilia ecco una selezione di vini da conoscere

  • 24 Agosto, 2025

Vigne a picco sul mare, brezza costante, antichi vitigni. Ma non solo. Ci sono diversi aspetti che legano le parcelle delle piccole isole, dai terrazzamenti delle Eolie ai versanti da vertigine dell’isola del Giglio: condizioni estreme, vita difficile, viticoltura eroica. Per dirla alla Veronelli, è il mondo degli “angeli matti”, protagonisti in territori fuori dai circuiti dove il vino è una scelta di vita. prima che economica.

Le isole come laboratori naturali

Le isole rappresentano un laboratorio naturale d’eccezione: biodiversità e pratiche agricole uniche regalano nel bicchiere mondi altri, identitari e spiazzanti. L’incontro tra elementi contrastanti — luce intensa, suoli vulcanici o rocciosi, escursioni termiche, venti costanti — dà vita a bottiglie dal profilo inconfondibile, spesso fuori dagli schemi, capaci di emozionare fin dal primo sorso. No, non è solo storytelling.

I vini delle piccole isole: di grande fascino e carattere

Dietro ai vini delle piccole isole ci sono vignaioli che lavorano nel silenzio, c’è un mondo agricolo che spesso deve lottare per farsi spazio tra eccessi turistici e difficoltà operative. Ci sono storie di resilienza, di figli che tornano sulla terra dei padri, di vendemmie faticose per tirare su una manciata di bottiglie. Eppure, anche per tutto ciò, di grande fascino e carattere. Bere un vino delle isole è scegliere un’identità forte, un paesaggio preciso, una storia spesso controcorrente. Un modo per ricordarsi che nel vino — come nella vita — sono le condizioni più difficili a generare i caratteri più interessanti.

Stromboli

Vini dolci sempre più secchi

Costanti? Ritroviamo un trend netto e chiaro: i vini dolci diventano sempre più secchi. Che si parli di moscato o aleatico, sono in nettissima crescita le versioni pensate per un consumo a tutto pasto. Le piccole isole hanno saputo interpretare le richieste del mercato, adattando vitigni e stili di produzione.

I vini da non perdere delle piccole isole

Abbiamo selezionato otto etichette, otto mondi: sono i calici di base per partire alla scoperta della straordinaria varietà che questi vini hanno da offrire.
Per ogni vino il punteggio è espresso in centesimi

Isola del Giglio

92/100
Ansonaco ‘22 – Altura

Da un vigneto terrazzato di circa 3 ettari Francesco Carfagna, ex insegnante di matematica, ricava un orange wine che esprime le potenzialità dell’Isola del Giglio. I profumi vanno dalla salsedine, la macchia mediterranea, alla scorza di arancia e albicocca essiccata. Il palato è teso con un “grip” tannico che gli dona struttura e complessità.
Euro 45,00

90/100
Strulli ’23 – Cantina Parasole

Strulli è l‘orange-wine dell’azienda di Milena Danei nata nel 2018 sull’Isola del Giglio. Il vitigno usato è l’ansonaco, che macera 5-7 giorni sulle bucce e matura in acciaio. Nel bicchiere si trova un vino dai profumi iodati e salmastri arricchito da note di albicocca, salvia e un sorso dai tannini eleganti che donano struttura e profondità.
Euro 30,00

 

Isola di Capraia

92/100
Súlana ’23 – La Mursa

Grenache in purezza, iI profilo olfattivo gioca su note fresche di lampone, ciliegia e fragola che si arricchiscono di note floreali di rosa e viola. Al palato rivela struttura e vivacità, con frutto succoso, spezie delicate, tannini ben fusi e un’acidità brillante. Il finale, lungo e armonioso, unisce energia a un potenziale evolutivo promettente.
Euro 40,00

 

 

Ponza

93/100
Biancolella ’23 – Antiche Cantine Migliaccio

Il mare e i suoi profumi collegano questa Biancolella a Ponza. Nel bicchiere si ritrovano le caratteristiche che tratteggiano l’isola con un naso che profuma di macchia mediterranea, fiori di cappero, agrumi e frutta bianca. Al palato il sorso è descritto da toni sapidi e iodati, con un corpo integro e croccante e una notevole lunghezza nel finale.
Euro 35,00

92/100
Faro della Guardia Biancolella ’23 – Casale del Giglio

Biancolella in purezza coltivato sulle pendici scoscese di Ponza. I profumi di iodati e marini fanno da sottofondo a una trama di  fiori bianchi, agrumi e macchia mediterranea . Al palato è sapido, con una fine mineralità che riporta direttamente al luogo di provenienza, ma è la freschezza verticale che gli danno energia e luminosità al sorso.
Euro 35,00

 

Capri

91/100
Capri Rosso ’20 – Masseria Frattasi

Da una vigna secolare a piede franco sull’isola di Capri, questo rosso è un blend di aglianico, piedirosso e uve nere autoctone. Al naso la liquirizia insieme a viola e more contraddistinguono un naso intenso. La bocca non è da meno: cremosa e polposa, con un tannino ben estratto. Un vino con fascino e carattere e dal finale molto ben sfumato.
Euro 180,00

Stromboli

94/100
Verticale ‘22 – Vigne di Mare

Il naso di questa Malvasia racconta il paesaggio dell’isola di Stromboli: profumi di aria iodata, macchia mediterranea, note floreali e fumé di pietra lavica che rimandano al suolo in cui le viti affondano le radici. Al palato si percepisce un’intensa sensazione di pesca che si interseca a una sensazione minerale, mandorle e sale marino. Un vino intenso e raro.
Euro 42,00

Ustica

92/100
Grotta dell’Oro – Hibiscus

Da uve zibibbo, questo vino seduce appena viene messo il naso nel bicchiere. Alla delicata aromaticità in cui si rincorrono frutti tropicali, agrumi, elicriso, anice e lavanda si uniscono sentori di erbe mediterranee e sentori minerali. La bocca è briosa, elegante, dotata di nerbo ed una chiusura centrata e nitida dalle piacevoli nuance di mandorla verde.
Euro 30,00

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