Al mare

Boom delle consegne in spiaggia tra comfort e ipocrisia: vacanzieri sotto l'ombrellone e i rider sotto la canicola

Cambia la vacanza: il food delivery esplode sulle spiagge italiane e si fa più sottile la differenza con la vita quotidiana

  • 06 Agosto, 2025

L’estate italiana sta segnando una svolta nel modo di vivere la vacanza: la spiaggia non è più solo ombrelloni e tuffi, ma anche pranzo o aperitivo sotto l’mbrellone, ordinati direttamente in riva. Le località costiere – da Jesolo a Riccione, da Senigallia a Rimini, passando per Alghero, Olbia e San Benedetto del Tronto – hanno registrato (secondo i dati di Deliveroo) un’impennata di richieste, con Jesolo e Riccione che hanno raddoppiato gli ordini rispetto alla primavera, mentre altre mete mostrano crescite tra il +40% e il +60%. Alla faccia del caldo torrido.

Pizza, poke, hamburger i più richiesti

Tra i piatti più richiesti il trionfo della pizza è incontrastato ovunque, seguita da burger al centro Italia e poke o piatti etnici al Sud. All’ombra dell’ombrellone, crocevia di sapori e comodità, i gelati fanno un vero boom: spicca una crescita generalizzata legata al caldo torrido che spinge le preferenze verso cibi freschi o rinfrescanti.
Si può dire che in un solo mese siamo passati da una preoccupazione diffusa per le condizioni in cui dovevano lavorare i corrieri sotto il sole a trasformarli in protagonisti estemporanei di un nuovo scenario vacanziero: consegne effettuate direttamente sulla sabbia, tra lettini e ombrelloni. Con corse per far presto sotto allo scoppio del solleone.

Vacanza comfort sotto l’ombrellone

Ma dietro i numeri, ciò che emerge è un fenomeno culturale: un’estate comfort-first, dove la voglia di relax si sposa con l’immediatezza. Non più solo cene in hotel o in taverne locali, ma pasti consumati in costume, con il profumo del mare e senza rinunciare al gusto.
In più, cresce l’originalità delle richieste: la pizza resta salda sul trono, ma le cucine internazionali guadagnano terreno. Sushi, burger, poke, piatti asiatici e mediorientali convivono lungo la battigia, creando un mix gastronomico vivace, alimentato da una domanda in fermento.
Non va sottovalutato l’aspetto imprenditoriale: per le realtà locali costiere questo trend rappresenta un’occasione di diversificazione e ruolo attivo nella stagione estiva. Ristoranti, bar e stabilimenti balneari si trovano a offrire un servizio aggiuntivo – che fino a poco fa era impensabile – senza stravolgere le abitudini consolidate dei turisti. E soprattutto senza doversi muovere in prima persona per portare il cibo a destinazione.

Ma i rider corrono sotto allo scoppio del sole

Certo, è un’estate dai contrasti: pochi giorni fa l’attenzione era tutta sul caldo opprimente cui erano esposti i lavoratori in strada, ma ora sembra che quel caldo sia diventato il principale “ingrediente” del fenomeno: il sole che brucia diventa motivo di consumo, con ordini che arrivano proprio nei momenti di massima esposizione, come a creare una zona d’ombra gastronomica all’ombra del sole.

Più sottile la differenza tra quotidiano e vacanza

Il risultato è un’estate in cui il confine tra vacanza vera e vita quotidiana si fa sempre più sottile: si ordina con un tap, si mangia tra i teli stesi e i bagnasciuga. Un’esperienza che non è solo comodità, ma simbolo di un’evoluzione nell’approccio alla vacanza: unire comfort, territorio e gusto in modo innovativo.
In definitiva, quella di questa estate è una rivoluzione soft: la spiaggia diventa luogo di consumo leggero e creativo, i gelati dominano tra le richieste, e la cucina internazionale prende piede anche dove fino a ieri il palato preferiva tradizione. Il tutto condito da una riflessione più ampia: l’ipocrisia per cui se un mese fa temevamo per chi lavorava sotto il sole, oggi guardiamo quegli stessi lavoratori correre tra ombrelloni, come a trasformare il rischio caldo in un servizio immersivo, dentro l’esperienza estiva.

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