A febbraio era entrato in una pizzeria del centro approfittando di una porta sul retro già danneggiata, e ne era uscito con tre prosciutti interi – due jamon iberici da quattro chili ciascuno e un crudo di Parma da otto chili – insieme a bottiglie d’olio, whisky, amari e grappe per un valore di circa duemila euro. Cinque giorni dopo era tornato nello stesso locale per prendere un televisore da 55 pollici e altre dieci bottiglie di alcolici.
Quello era solo l’inizio. Nei mesi successivi, tra il 15 febbraio e il 2 maggio 2024, l’uomo – un 31enne marocchino con precedenti penali – ha colpito altri cinque locali tra il parco del Valentino e il centro di Torino: la società di canottieri Armida, l’Imbarco al Pero e due volte l’Imbarchino. Il bottino ha incluso contanti, tablet, casse bluetooth e altre bottiglie.
Secondo il pubblico ministero che ha coordinato l’indagine, l’uomo agiva sempre nello stesso modo: porte e finestre forzate, oppure ingressi strisciando per evitare le telecamere. Ma proprio le immagini di videosorveglianza hanno permesso a carabinieri e polizia di identificarlo e arrestarlo.
Al processo, assistito dal suo avvocato, ha scelto il rito abbreviato e ha ricevuto una condanna a due anni e quattro mesi per furto. La pena detentiva è stata però commutata nell’obbligo di firma. Intanto la pizzeria colpita più volte – aperta nel 2020 – continua a essere una delle più bersagliate della zona.
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