Itinerari

Il super albergo sardo che profuma di miele dove si mangia in spiaggia

L’Abi d’Oru crea un soggiorno che si vive con olfatto e gusto: una fragranza esclusiva accompagna camere, cocktail e piatti

  • 27 Agosto, 2025

In Sardegna, ogni angolo ha un profumo. Quello dell’elicriso che cresce spontaneo, della macchia mediterranea che si accende al sole, del sale che si deposita sulla pelle. È un’isola che si attraversa con i sensi e si riconosce al primo respiro. Da nord a sud, la caratterizzazione è forte: cambia il paesaggio, cambiano i suoi profumi, con la costante del maestrale che li mescola fino a creare quasi una fragranza unica. E a volte capita che quella fragranza diventi protagonista di idee e anima di un luogo.

A Porto Rotondo, poco prima che la strada finisca nella sabbia, all’Hotel Abi d’Oru, tra i primi costruiti in questi luoghi, prima ancora dello sguardo, è l’olfatto ad aprire la porta. L’aria profuma di piante aromatiche, sabbia calda e legni bagnati dal sole. Una fragranza che non si indossa, ma si percepisce. E che guida l’ospite in un’esperienza sensoriale pensata per entrare in contatto con la Sardegna in modo intimo e profondo. Non c’è nulla di esibito in questa architettura morbida che abbraccia la baia di Marinella, che si può vedere mangiando al ristorante: tutto qui parla sardo, in modo naturale. E poi c’è un altro dettaglio, quasi invisibile, ma potentissimo: l’aria stessa ha un odore preciso, persistente, che descrive l’anima del luogo prima ancora che lo facciano le parole.

È il segno distintivo del Progetto Olfattivo, nato lo scorso anno dal naso Luca Maffei per restituire l’identità profonda dell’isola. Un’essenza che sa di elicriso e ginepro, zafferano e legni antichi, ambra e brezza di mare. Un firma invisibile che guida l’esperienza del soggiorno e che si ritrova ovunque: nei diffusori d’ambiente, nelle candele artigianali, nei cocktail ispirati al territorio, dove il miele di corbezzolo e le note agrumate si mescolano alla soda di elicriso o al Vermouth al Cannonau, e persino nei piatti, pensati per disegnare la Sardegna anche attraverso l’olfatto (l’anno scorso sono state fatte anche delle cene a tema). L’obiettivo è far sentire a casa, in una casa sarda, dove ogni dettaglio ha una funzione affettiva e identitaria.

Quindici famiglie di api

Un filo che prepara il terreno a un altro progetto simbolico: The Abi Bees, in cui il miele diventa veicolo di racconto, strumento di inclusione sociale e ingrediente gastronomico. All’interno del grande parco dell’hotel vivono infatti quindici famiglie di api, curate ogni giorno tra oltre 5mila piante autoctone.

Il miele che producono viene proposto agli ospiti in purezza o all’interno di una degustazione abbinata a formaggi locali e guidata da una Carta dei Mieli, che seleziona cinque varietà biologiche, alcune delle quali prodotte da realtà aderenti al progetto GICOIAS, dedicato all’inserimento lavorativo di giovani con disabilità psichiche attraverso l’apicoltura.

n gesto di cura che si ritrova anche nel pane ideato dal pasticcere Andrea Tortora: un impasto profondo   con una lievitazione naturale, cacao, fave di cacao, miele millefiori. Un’attenzione alla dolcezza che prosegue anche con il gelato artigianale, la cui coppa simbolo, chiamata proprio Abi d’Oru – ape d’oro in sardo – abbina ricotta sarda e miele di acacia. Per i più piccoli,  che possono avvicinarsi a questo mondo attraverso lezioni e incontri, anche un rituale di benvenuto: un peluche a forma di ape sul letto e una “moneta d’oro” da scambiare con il primo gelato della vacanza.

Abi d’Oru Località Golfo di Marinella, 07026 Porto Rotondo SS – hotelabidoru.it

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