Cronaca

"In spiaggia e al bar niente bambini". La decisione di uno stabilimento a Milano Marittima

Il titolare: "Scelta commerciale per garantire tranquillità". Il sindaco: "Così si danneggia l’immagine della località"

  • 27 Agosto, 2025

Una vacanza al mare può trasformarsi in un caso nazionale. È quanto accaduto a Milano Marittima, dove un turista modenese ha denunciato di essersi visto rifiutare un pranzo in uno stabilimento balneare perché accompagnato dal figlio di cinque anni e mezzo (in Italia, non è di certo la prima volta che succede).

«In spiaggia e al bar niente bimbi», è stata la risposta che ha indignato Andrea Mussini, in vacanza con la moglie e il piccolo. L’uomo ha raccontato la vicenda al Corriere di Romagna e alla Gazzetta di Modena: «Siamo soliti mangiare fuori a pranzo e a cena tutti i giorni, per noi la vacanza è questo. Nostro figlio è abituato a stare a tavola, non disturba, non ha bisogno di seggiolone e non abbiamo mai avuto problemi, ristoranti stellati compresi».

Una scelta discutibile

Dal canto suo, il titolare dello stabilimento difende la scelta, che rivendica come “storica” e frutto di un preciso posizionamento commerciale: «Non odiamo i bambini, da 33 anni facciamo così. All’inizio venivano solo giovani ed erano le famiglie a puntare su altri bagni. Ora vengono persone di tutte le età e scelgono noi perché vogliono stare più serene, sapendo che qui non ci sono bambini piccoli perché solitamente li prendiamo dai 10 anni in su».

Un’esclusione che, spiega, non è assoluta: «Concediamo eccezioni in particolari momenti della settimana o con persone con le quali abbiamo un rapporto di fiducia». Ma la filosofia resta chiara: «Mi sto solo ritagliando una fetta di clientela, così come fanno altri tre o quattro alberghi e un mio collega. Se il turista si è offeso si è sbagliato, non avevamo nulla contro lui o suo figlio: è pieno di locali che lo avrebbero accolto senza problemi. Non prendo più neppure compleanni o addii al celibato o nubilato, per lo stesso motivo: disturbano l’atmosfera tranquilla. Così rinuncio a una barca di soldi per tutelare il mio lavoro».

La decisione, però, non piace all’amministrazione comunale. Il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, prende posizione: «Sono contrario, un locale deve essere aperto al pubblico, bambini compresi, salvo particolari limitazioni. Non è ammissibile, ne va dell’immagine della località, aperta a tutti».

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