Il cane stravaccato sul pavimento all’ingresso è parte della poesia, ed è l’accoglienza che ci si aspetta da un ristorante-rifugio immerso nell’Appennino umbro. Non siamo a Spoleto città, ma la Rocca Albornoz, candida memoria dell’era ducale, così come il ponte delle Torri che toglie il fiato, sono lì a pochi minuti di macchina. Dalla vecchia Flaminia si devia leggermente a ridosso di Strettura (minuscola frazione dove si può trovare un gran pane e ottimi salumi), qualche tornante che si arrampica nel nulla boschivo, un paio di cinghiali che attraversano di soppiatto la strada quando fa buio pesto, un colpo di freni, il bagliore dei fari sulle setole del manto, e si va avanti seguendo un’unica direzione: Il Capanno. Rifugio sicuro e inossidabile che la famiglia Rastelli porta avanti da decenni. Indiscutibilmente una delle migliori trattorie dell’Umbria. Meglio: d’Italia.
L’ingresso del Capanno di Spoleto – Foto di Sonia Ricci
Il padrone di casa, Mauro, è di un’eleganza impeccabile. Sorriso genuino, passi lenti ma decisi, accoglienza cortese e non stucchevole. Si entra superando una piccola libreria sulla sinistra, un’occhiata alle vecchie guide del Gambero Rosso, bottiglie di vino, tante, con la coda dell’occhio si intravede una fiamma che spunta dalla cucina dove avviene la trasformazione delle carni allo spiedo, e poi subito la grande sala interna. Piacevole, calda, piacevolmente immobile, non sei a casa ma un po’ ti ci senti. E nonostante a forza di girare per ristoranti, non ti stupisca più nulla, è quando entri in quel grande stanzone che la magia di mangiar fuori torna a scorrere nelle vene. Ti esalta. Inizia così il viaggio alla corte della famiglia Rastelli.
Uovo, pomodoro, cipolla con pane tostato – Foto di Sonia Ricci
Al Capanno si mangia indiscutibilmente bene, i prezzi non sono quelli della trattoria di quartiere e non potrebbe essere altrimenti tenendo conto delle straordinarie materie prime utilizzate. È tutta una pioggia di funghi, tartufi, cacciagione, salumi. Straordinari! Il menu è golosissimo e viene voglia di leggerlo ad alta voce per l’emozione. Nessun timore di iniziare all’insegna della semplicità, e quindi l’occhio cade su uovo, pomodoro e cipolla, servito con pane tostato. Non si rimane delusi. Una piccola coccola, la scarpetta arriva a lucidare la ceramica. La giusta dose di grassezza che invoglia a prendere più di un sorso del vino rosso ordinato poc’anzi. A proposito della carta dei vini: straordinaria, intelligente, piena di chicche, con ricarichi accettabili, Umbria, Italia, Piemonte e Barolo che spingono, Francia tutta. È bella, è grande. È un piacere bere al Capanno.
Insalata di ovuli – Foto di Sonia Ricci
Ma andiamo avanti con il menu. Non si rimane delusi con il tagliere di salumi e formaggi, molti dei quali locali, o con frittata e bruschette al tartufo da accompagnare ai simpatici paninetti con i ciccioli (piccole palline di grasso di maiale) serviti insieme al pane (sciapo, of course). Ma un’incredibile fuori carta rende le decisioni durissime. Scorri e non puoi non fermarti all’insalata di Ovuli. Quelli che i nonni amavano raccogliere sulle colline e piccole montagne che circondano Foligno, Spoleto e il resto dell’Appennino. Oggi se ne trovano sempre meno, ma sono squisiti. Qui serviti con un filo d’olio, qualche erba aromatica, tagliati a fettine. Una delicatezza persistente che arriva fino a fine pasto. E rimane impressa, come i ricordi d’infanzia quando con quegli stessi nonni si solcavano intere praterie per scovarne abbastanza da riempire cestini di vimini.
Strangozzi con funghi galletti e pomodorini – Foto di Sonia Ricci
I funghi tornato sempre, è stagione, e quindi ci si diverte incredibilmente. Saporiti e della cottura perfetta, gli strangozzi con galluzzi e pomodorini. Mamma, che goduria! Per non parlare delle fettuccine ai funghi porcini e tartufo. Quant’è vero che le cose semplici sono le migliori, il Capanno ne sa qualcosa. Ma per apprezzare il meglio del sottobosco selezionato attentamente dalla cucina, c’è da ordinare un unico piatto: i funghi porcini alla griglia.
Funghi porcini alla griglia – Foto Sonia Ricci
Se la qualità della materia prima non è alta, è quasi scontato dirlo, diventa un piatto amaramente scartabile, ma non è questo il caso. Eccoli, che arrivano ben cotti, insaporiti dall’ennesimo filo abbondante di olio, pure questo di grande spessore. E se non bastasse al tavolo ti va compagnia una bottiglia di olio Decimi, uno dei migliori in circolazione in regione, premiato da anni con le Tre Foglie dal Gambero Rosso. Non si lesina su nulla.
La zuppa inglese – Foto Sonia Ricci
Lasciatevi posto per i secondi, lo spiedo è una specialità della casa. Tra le proposte “fuori menu”, immancabile il piccione ripieno, da accompagnare dal radicchio bianco cotto alla brace. Un grande classico, invece, la pernice con soffritto di erbe e bacche di sorbastrelle. Si arriva al dolce più che pieni, ma smettere di mangiare è quasi impossibile, soprattutto se il dessert è una zuppa inglese ben imbevuta, fragrante, profumata, non troppo dolce, una versione migliore e senza errori con cui i nostri nonni ci hanno cresciuto. Chapeau!
Il Capanno, Località Torre Cola, 6 – Torrecola PG – Tel. 074354119 Instagram
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