Nuove aperture

A Roma arriva l'autentica cucina siciliana, firmata dal figlio del fotografo di Falcone e Borsellino

Nel quartiere Monte Sacro arriva Ciuri, che propone i piatti della tradizione siciliana. In cucina c'è Roberto, figlio di Tony Gentile il fotografo che immortalò Falcone e Borsellino, insieme per l'ultima volta

  • 23 Settembre, 2025

La passione per la fotografia e quella per la cucina, appartengono entrambe e con la stessa misura alla storia della famiglia di Roberto Gentile, chef 27 enne  che la scorsa settimana ha inaugurato Ciuri, il suo ristorante di cucina siciliana nel quartiere Monte Sacro a Roma.

In cucina con papà Tony sin da bambino

Attenzione però, che nessuna delle nonne italiane fin troppo tirate in causa si offenda, perché loro questa volta non c’entrano! «Ho imparato ad amare fotografia e cucina grazie a mio padre» racconta Roberto, e non poteva essere altrimenti soprattutto riguardo la prima passione; suo padre infatti è Tony Gentile, il fotografo che è riuscito ad immortalare attimi indimenticabili, molti di questi passati alla storia. È suo quello scatto potentissimo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino spalla a spalla, in una delle ultime occasioni assieme prima della loro morte. Sempre di Gentile è la foto in cui Papa Ratzinger guarda dritto verso la camera, nella sua candida veste talare e quel cappello a Saturno, rosso porpora che buca l’obiettivo.

E ancora, porta la firma del papà di Roberto anche lo scatto che immortala il bacio dei novelli sposi  William e Kate. Roberto arriva a Roma a cinque anni, ma nelle vene scorre sangue siciliano «la mia famiglia è di Palermo ed io sono nato lì; ci siamo trasferiti a Roma per il lavoro di mio padre». Quella professione per la quale Roberto ebbe una sorta di fascinazione da bambino «avrò avuto una decina d’anni quando gli dissi che avrei voluto studiare all’Accademia di Fotografia». Tony Gentile rispose nella maniera forse più coerente: dicendogli che non c’era fretta di decidere in quel momento cosa avrebbe dovuto studiare qualche anno dopo e che comunque lui era a disposizione per insegnargli qualunque cosa.

L’esperienze in diverse cucine italiane e l’ultima a Montecarlo da Ducasse

«Alla fine scelsi il liceo linguistico, perché sebbene la cucina è sempre stata la mia passione ho comunque preferito prima terminare gli studi e poi iniziare ad occuparmene seriamente». E infatti poco dopo la maturità Roberto comincia a fare le prime esperienza in cucina, piccole mansioni per iniziare ad entrare in un mondo che di fatto non conosceva. «Con papà da piccolo cucinavo certo, e in verità abbiamo organizzato anche banchetti per qualche ricorrenza di famiglia» nulla a che vedere con i ritmi sostenuti delle cucine professionali e la meticolosità dell’organizzazione durante il servizio.

Roberto comunque, mette a segno una serie di esperienze professionali di grande importanza: entra a lavorare nella cucina del ristorante La Bandiera in provincia di Pescara «la famiglia Spadone la porto nel cuore – racconta Roberto – mandai una mail per chiedere se ci fosse un posto da “apprendista”, mi risposerò subito di sì insegnandomi quanto più possibile». Seguono poi diverse esperienze in giro per l’Europa come quella fondamentale dai fratelli Roca a Girona e l’ultima da Alain Ducasse a Montecarlo, alla fine della quale Roberto decise di tornare definitivamente in Italia e aprire il suo ristorante. «Quella da Ducasse è stata un’esperienza importante, forse dura a tratti, ma assolutamente una delle più importanti della mia vita sia dal punto di vista professionale che personale».

Ciuri, per portare a Roma la più autentica cucina siciliana

L’inaugurazione ufficiale c’è stata il 16 settembre e Ciuri (fiori in siciliano, ndr) è un ristorante che non vuole svelarsi lentamente giocando sull’effetto mistero per rapire la curiosità.

L’insegna, gl’interni, lo stesso menu dichiarano senza remore la missione di questo posto: proporre una cucina siciliana pura, vera e senza fronzoli. Ciuri si trova al civico 28 di via Gargano, qui Roberto insieme alla compagna Valeria che si occupa del servizio in sala, sta lavorando con grande impegno ma anche con tanta concretezza «sono dell’idea che fatto in casa, non vuol dire sempre fatto meglio» ed è per questa ragione che il pane lo prende da un ottimo forno del quartiere e che alcuni dolci arrivano direttamente dalla Sicilia come la cassata e i cannoli. Il resto però, è tutto frutto del lavoro del giovane chef che nel menu ha cercato di ricreare un viaggio in Sicilia e allora si parte con un mini sfincione come benvenuto, e poi tra gli antipasti c’è il cartoccio di fritti palermitani con panelle, crocchè di patate e mini arancine di riso. Si continua con piatti iconici come lo sformato di anelletti o la pasta con i tenerumi e tra i secondi, le sarde alla beccafico e gl’involtini di pesce spada.

La carta dei vini dedica ampio spazio alle etichette siciliane, ma c’è la possibilità di pasteggiare anche attingendo dalla drink list che include cocktail classici e c’è anche una bevanda tipica palermitana come l’acqua e zammù a base di latte di mandorla. E in ultimo, un dettaglio affatto secondario: da Ciuri per un pasto completo per lo più a base di pesce, si spendono tra i 45 e i 50 euro a persona escluso il bere. Una spesa che a noi pare più che onesta.

Ciuri – Via Gargano, 28 – 00141 Roma – Tel 352 0335915

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