Lo spiegone

La verità sull’acqua frizzante tra falsi miti e abbinamenti con il cibo

Fa gonfiare, fa ingrassare, non fa bene alla salute. Intorno all'acqua con le bollicine ci sono una serie di dicerie che non vanno assolutamente ascoltato. Sveliamo tutto con i consigli di un esperto

  • 29 Settembre, 2025

Sono gli anni Ottanta e dai televisori italiani, durante l’estate, arriva una musichetta sempre uguale a ogni interruzione pubblicitaria: «Stappa, stappa, bevi, bevi, Cristallina». È lo spot di una polverina magica che, aggiunta a un litro d’acqua, la trasforma da liscia in effervescente, con mille bollicine amate dai bambini. Di polverine simili alla Cristallina ne esistevano diverse, come la ben nota Idrolitina – citata anche da Battiato nella canzone Zone depresse del 1983: «Dammi un po’ di vino con l’Idrolitina». È la magia dell’acqua frizzante: c’è chi la ama e chi la odia. Ma quali sono davvero i pro e i contro delle bollicine che, in fondo, altro non sono che anidride carbonica disciolta in acqua?

I falsi miti intorno all’acqua frizzante

Intorno all’acqua frizzante circolano numerosi falsi miti da sfatare. Il fatto che contenga anidride carbonica non significa che faccia ingrassare o gonfiare, come spiega Mario Celotti, idrosommelier e presidente dell’ADA.M (Associazione Degustatori Acque Minerali): «Se non abbiamo patologie particolari come gastrite o ulcera, l’acqua frizzante non crea problemi. È come il falso mito della pasta che ingrassa: il problema non è la pasta in sé ma il sugo calorico con cui si condisce».

Esclusi alcuni disturbi gastrici, l’acqua frizzante favorisce la digestione e pulisce il palato, come chiarisce Celotti: «L’anidride carbonica delle bollicine fa godere a tavola. Se, all’interno di un pasto, mangiamo del prosciutto grasso e poi ci viene servito un risotto delicato, due dita d’acqua frizzante tra una portata e l’altra aiutano a sgrassare il palato e a godere meglio del pasto». Per chi non ama particolarmente l’acqua molto frizzante «basta smuovere un po’ il bicchiere e parte dell’anidride carbonica comincia a svanire».

In fatto di idratazione, poi, si può considerare l’acqua frizzante alla stregua di quella liscia: anzi, spesso disseta di più e stimola anche chi non è abituato a bere durante la giornata a fare qualche sorso in più.

Ci sono acque e acque

Superato il falso allarme sull’acqua frizzante, bisogna distinguere le tipologie di acqua effervescente. Spiega Celotti: «L’acqua effervescente naturale deriva da captazione – prelevata da fonte naturale – dove sono presenti gas disciolti naturalmente, e poi viene imbottigliata». Esiste poi un altro tipo di acqua frizzante, quella «addizionata con anidride carbonica: in quel caso è l’azienda produttrice a decidere il grado di saturazione, cioè se avere bolle più grosse o più piccole».

Al di là della frizzantezza, le acque non sono tutte uguali. A fare la differenza è il famoso residuo fisso, che Celotti definisce «l’autostrada del gusto»: «più è alto, più gusto ha l’acqua». Ma che cos’è, esattamente, il residuo fisso? «È il residuo secco, cioè il cocktail di minerali che rimane dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°», spiega Celotti. «Con residuo fisso tra 0 e 50 mg/lt ci troviamo di fronte ad acque minimamente minerallizzate, tra 51 e 500 mg/lt abbiamo le oligominerali; con un residuo che si attesta tra 501 e 1500 mg/lt avremo delle acque mediamente minerallizate; poi esistono quelle molto ricche di sali minerali con un residuo fisso che va oltre i 1500 mg/lt».

Questione di bolle

L’acqua effervescente, poi, nasconde molte sorprese. Anche qui non siamo di fronte a prodotti tutti uguali: a differenziarli è il tipo di bolla prodotta dall’anidride carbonica presente naturalmente o addizionata. «La bolla si distingue in tre categorie – piccola, media e grossa», spiega Celotti – «e oltre alla dimensione si guarda anche alla persistenza: quanto dura nel bicchiere, se svanisce velocemente quando viene versata o se, invece, perdura».

Non solo vino: anche l’acqua si abbina al cibo

A tavola l’acqua è importante: aiuta la digestione e pulisce il palato tra una portata e l’altra. Quella frizzante ha in più il vantaggio di essere più dissetante e capace, con le sue bollicine, di rinfrescare meglio la bocca, risultando ideale per l’abbinamento con il cibo. «Se gustiamo tagliatelle al ragù, ad esempio, è preferibile sorseggiare un’acqua con bolla media perché il palato deve essere sgrassato», spiega Celotti. «La bolla grossa, più persistente in bocca, si sposa bene con stracotti e brasati; per antipasti delicati basta un’acqua frizzante a bolla piccola». Esistono persino acque abbinabili ai dolci: «Spesso è difficile abbinare vini ai dessert», racconta Celotti, «e qui interviene l’acqua: si può scegliere un’acqua alcalina, basica, con tendenza dolce».

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