È bastato un unico mese per capovolgere la situazione del vino italiano negli Stati Uniti. A luglio, le spedizioni Oltreoceano hanno registrato una brusca battuta d’arresto con un calo del fatturato del 26% rispetto all’anno precedente, secondo i dati delle Dogane elaborati dall’Osservatorio di Unione italiana vini. Si azzera così il vantaggio accumulato nella prima parte dell’anno, mettendo a tacere tutta la retorica sui consumatori americani poco disposti a rinunciare al vino italiano. L’effetto dazi adesso c’è e diventa sempre più evidente nei numeri.
«In sostanza – spiega Uiv al Sole24Ore – con il mese di luglio è stato azzerato tutto il vantaggio costruito nella prima parte dell’anno. Infatti, se a marzo scorso l’export di vino italiano negli Usa aveva fatto registrare un +12,5%, a giungo il progresso si era ridotto a un +5% per venire del tutto azzerato solo un mese più tardi, con il dato di luglio».
Inoltre, le cantine, nel tentativo di mantenere posizioni sul mercato a stelle e strisce stanno progressivamente ritoccando i listini, così il prezzo medio delle bottiglie di vino fermo made in Italy è passato dal picco dei 7 euro al litro di gennaio a poco più di 5 euro. Per gli spumanti si è passati da 4,60-5 euro a 4,40-4,30.
Passando ai consumi reali, misurasti da Uiv attraverso la piattaforma SipSource sulle vendite dei distributori verso negozi e ristoranti, il mese di agosto registra un poco incoraggiante -9% per tutti i vini a volume, con l’Italia che limita i danni a -6. Per fatturato il vino tricolore fa -5%, sempre meglio del -8% del mercato complessivo. Ci sono, tuttavia, due eccezioni: il Prosecco (+2% a volume) e Chianti Classico (+11%).
In questa congiuntura negativa, secondo il segretario di Unione italiana vini Paolo Castelletti, bisognerebbe portare avanti una «campagna promozionale straordinaria negli Stati Uniti» per rafforzare la presenza anche nelle zone meno battute. Inoltre, a livello interno, bisognerà rivedere il Testo Unico del vino per ridurre la produzione, attraverso controllo delle rese e delle nuove autorizzazioni. L’auspicio è che il tavolo del Masaf, dopo il primi incontro di agosto, torni presto a riunirsi per prendere delle decisioni.
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