Scorrendo la lista dei Tre Bicchieri 2026 della Campania, salta subito all’occhio un dato: quest’anno, rispetto alle recenti edizioni, sono aumentate, e parecchio, le etichette dedicate ai vini rossi. E allora vogliamo proprio partire da qui nel viaggio che ci porta a raccontare quelli che secondo noi sono stati i migliori vini in assaggio. Qualche anno fa ci eravamo permessi di rampognare un po’ il comparto rossista della regione a causa di troppe letture anacronistiche dei rossi che ci erano stati presentati. Avevamo fotografato una situazione, che nel frattempo, sotterraneamente, stava già cambiando.
Che sia quello dell’Irpinia o quello del Sannio, l’Aglianico ci ha stupito: nel primo caso per una maggiore precisione nell’utilizzo dei legni e nell’estrazione; nel secondo per come le aziende sono riuscite a interpretare la componente succosa e fruttata di cui pure il vitigno è dotato.
Tra tre Taurasi, un Aglianico Irpino e due Aglianico del Sannio, c’è spazio anche per una novità. Si tratta del Nulla è per Caso della giovane azienda di Teresa Mincione, che riporta sul gradino più alto del nostro podio, dopo tantissimi anni, un Casavecchia.
Gli altri 13 vini premiati sono bianchi. Ci ripetiamo ma non possiamo esimerci dal farlo: il Fiano di Avellino domina prepotentemente lo scenario dei bianchi campani. Non fermatevi ai Tre Bicchieri però: quando uscirà, sfogliate le pagine della Guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso e guardate quanti vini di questa tipologia hanno raggiunto la finale. Il livello è elevatissimo: le ultime vendemmie sono già facilmente approciabili in termini di sapore e tridimensionalità, ma siamo convinti che col tempo riusciranno ancora a migliorare grazie ad acidità e strutture minerali e sapide che sono un po’ il marchio di fabbrica di quello che è uno dei più grandi bianchi italiani.
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Siamo contenti di dare il benvenuto nel club dei Tre Bicchieri del Fiano di Avellino all’azienda di Laura De Vito, sulla quale già da qualche anno si era soffermata la nostra curiosità. Gli altri posti sono occupati da un’ottima versione del Pian di Stio di San Salvatore 1988, un Fiano del Cilento che unisce il carattere del vitigno a un’indole più mediterranea; da due Falanghina del Sannio, BiondoRe di Fontanavecchia e Anima Lavica de La Guardiense-Janare.
Rimanendo nel campo della Falanghina, proviene dai Campi Flegrei una scintillante versione del Tenuta Jossa di Cantina Astroni, in grado di restituire l’impronta pirica del territorio; si passa poi sulla Costiera dove Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli con il Fiorduva portano nel calice mare e agrumi. Si torna in Irpinia con due Greco di Tufo, L’Ariella di Vinosia, e il Vigna Laure Riserva di di Marzo, azienda che si sta profilando, anno dopo anno, come una sorta di punto di riferimento per l’altra faccia dei bianchi irpini.
Ecco i vini che hanno ottenuto il massimo riconoscimento nella guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso.
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