Recensioni

Il sorprendente ristorante che sta riscoprendo le antiche ricette della provincia modenese

Mappa alla mano per scoprire Modena (e provincia) in ogni stagione. È la svolta di un elegante rooftop restaurant che porta in tavola piatti dimenticati

  • 10 Ottobre, 2025

C’è un ristorante che ha deciso di trasformare un’intera provincia in una mappa gastronomica da esplorare. Percorrendo una dozzina di km a sud dal salotto elegante e lento di Modena si arriva a Fiorano Modenese, cittadina conosciuta perlopiù per due cose: il circuito automobilistico della Ferrari e il Distretto della ceramica. Proprio qui sorge Alto – il Rooftop Restaurant che dal 2021 ha ridisegnato l’idea di ristorazione di provincia – all’interno di una struttura pensata per chi viaggia, ma soprattutto per chi cerca un luogo dove fermarsi, l’Executive Spa Hotel.


Alto, fine dining in provincia

Il progetto è letteralmente itinerante e al tempo stesso ha una sua pianta stabile. Un intero edificio che ospita un ristorante di tradizione al piano terra (Exe), una spa aperta a tutti e un cocktail bar con vista. Ma soprattutto, un ristorante fine dining che porta in tavola un’idea precisa e libera dalle forzature. Non è raro imbattersi (soprattutto in ristoranti di hotel) in “dietro front local” in favore di una proposta bonariamente più internazionale. Qui, a ben vedere, accade tutt’altro. Ci si immerge appieno in un “Modena Safari” con i suoi menu stagionali che non sono solo esempi di degustazione 100% autoctona ma anche esperienza narrativa. E ciò avviene attraverso un viaggio che fa tappa in tutta la provincia, dalla bassa fino all’Appennino, seguendo un’unica bussola: eccellenze del territorio, alcune perfino sconosciute agli stessi modenesi.

Mattia Trabetti, chef esploratore in terre emiliane

Lo chef Mattia Trabetti, classe 1989, con una bella dose di istinto e curiosità ha deciso di scommettere su un’idea radicale: niente racconti che partono da lontano, niente voli pindarici oltre confine. Tutto arriva da qui, da quella piccola grande provincia che custodisce formaggi, salumi, cacciagione, un ricco sottobosco e ottimi pesci d’acqua dolce. Modena come un continente a sé, con ecosistemi differenti che convivono in pochi chilometri. L’obiettivo è mostrare quanto possa essere sorprendente una cena fatta al 100% di ingredienti locali.

Il safari modenese – anche nella sua versione vegetale – funziona così: otto portate che raccontano il territorio come se fosse una riserva naturale da attraversare. Ogni piatto è legato a una zona precisa e il menu stesso diventa visivamente una mappa: si parte dalla pianura e si risale verso i boschi, passando per i fiumi e arrivando ai crinali appenninici. In estate prevalgono ortaggi, frutta e pesci d’acqua dolce mentre in autunno entrano in scena cacciagione, tartufi e tutto il sottobosco. Ogni stagione insomma ha il suo personale spin off e dei protagonisti principali da mettere al centro, come tappe imperdibili di chi è in visita per la prima volta in un posto sconosciuto. Posto che non vuol essere pensato solo per turisti o clienti business (pur essendo parte di una struttura con 64 camere e servizi completi), ma che si rivolge soprattutto alla comunità.

Un invito a riscoprire piatti dimenticati, leggende di cucina contadina (come la “calza gatto”, nata dall’incontro fortuito tra polenta e fagioli). Un nigiri di pesce gatto e mora romagnola che unisce fiume e stalla; la crescentina calda di Montese ripassata fugacemente alla griglia, da farcire con lettere di pesto modenese. Ci si sposta di poco e si arriva a Sassuolo con la trota marinata e affumicata fino a uno shabu shabu di coniglio alla cacciatora direttamente da Pavullo. Ma anche i bottoni con robiola di Frassinoro, gamberi di fiume e fondo di cortile o l’anatra che percorre la strada da Montese fino ai duroni neri di Vignola. Il risultato è un percorso in cui ci si sorprende a vedere con occhi nuovi ciò che si credeva di conoscere. Un vero e proprio osservatorio privilegiato su una provincia che si rivela più vasta e sfaccettata di quanto si creda.

Circondariale San Francesco, 2 – Fiorano Modenese; Tel. +39 0536 1753281; [email protected]; Sito

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