Storie

Quattro generazioni e un sogno contadino. La piccola azienda di pomodori nata con la mezzadria

Quattro generazioni, un sogno contadino e un’idea semplice: conservare il sapore autentico del Sud. Dai campi di Pagani (SA) ai mercati internazionali, la storia di chi ha fatto del pomodoro un simbolo di modernità

C’è un suono che accompagna la storia di Casa Marrazzo. Non è solo quello delle conserve che bollono piano nei vasetti di vetro, ma quello pieno di vita della cultura campana che sa rinnovarsi restando fedele a sé stessa. Da quasi mezzo secolo questa storica realtà dell’Agro Sarnese-Nocerino, di generazione in generazione, ha saputo fondere saperi agricoli e visione moderna, restando fedele alla propria terra e al ritmo delle stagioni.

Casa Marrazzo

La storia di Casa Marrazzo inizia prima con nonno Pasquale, ad inizio 1900, e prende la sua via più concreta nel 1977, quando Carmine Marrazzo, ottavo figlio di una famiglia di mezzadri, decide di abbandonare il commercio ortofrutticolo per seguire un’intuizione semplice ma rivoluzionaria: custodire i sapori autentici di un tempo, senza cedere alle logiche industriali.

Nel pieno del boom economico, mentre il paese corre verso la produzione di massa, Carmine sceglie la lentezza come valore e fonda a Pagani (Salerno) un piccolo laboratorio artigianale. L’obiettivo è dare nuova vita alle eccedenze dei mercati locali e conservare ciò che la terra offre con rispetto, esperienza e pazienza.

Casa Marrazzo

Le prime conserve, prodotte in quantità limitate e destinate a marchi terzi, conquistano rapidamente il mercato americano, che riconosce in quei vasetti il gusto sincero di una tradizione fatta a mano. Quello che era un sogno familiare diventa un modello di resistenza gastronomica: un modo di opporsi, con semplicità e rigore, all’omologazione del gusto. Nel 2006, con la nascita della Conserve Marrazzo Carmine srl, subentrano i figli Teresa e Gerardo, che raccolgono l’eredità del padre e la proiettano nel futuro. Restano saldi i principi fondanti, qualità, stagionalità, lavorazioni artigianali, ma cambia l’approccio: nasce la produzione a marchio proprio, che porta Casa Marrazzo fuori dai confini regionali e la trasforma in una realtà riconosciuta a livello nazionale e internazionale.

La crescita impone un nuovo stabilimento, più grande e tecnologicamente avanzato, senza rinunciare all’anima artigianale. Così prende forma Casa Marrazzo, non solo un brand, ma una casa nel senso più autentico del termine: un luogo dove si custodisce la memoria, si tramanda il sapere e si accoglie il futuro.

Oggi l’azienda propone oltre cento referenze, frutto di una filiera corta e controllata, che raccontano la biodiversità campana attraverso materie prime d’eccellenza. Al centro della produzione c’è una straordinaria collezione di pomodori (qui la nostra classifica dei pelati artigianali): dal San Marzano Dop al Corbarino, dal Piennolo al Napoli Antico, fino alle varietà Bio ed Ercolano; affiancata da conserve di friarielli, scarole, peperoni grigliati, legumi certificati bio, sette Presìdi Slow Food, frutta sciroppata e marmellate tipiche. Tutte le linee, pensate per la ristorazione come per il retail, sono certificate BRC, Kosher e Halal, garanzia di qualità, sicurezza e apertura a mercati internazionali.

Le sfide dell’agricoltura odierna

Alla guida dell’azienda oggi ci sono Teresa e Gerardo Marrazzo, insieme a Gaetano, figlio di Teresa: tre voci diverse ma unite dalla stessa visione. Credono nella tecnologia come alleato dell’artigianalità, in un equilibrio che lascia spazio alla manualità e alla sensibilità umana. Dietro ogni barattolo di Casa Marrazzo c’è una comunità di persone, contadini e tecnici che continuano a lavorare la terra come un tempo. Ma oggi, racconta Teresa Marrazzo, mantenere vivo questo patrimonio è sempre più difficile. «Il nostro agricoltore più giovane ha cinquant’anni e questo è il vero problema per il futuro. Sempre meno giovani scelgono di lavorare la terra, perché l’agricoltura richiede sacrificio, pazienza e dedizione. Eppure, senza questo legame diretto con il suolo, la nostra filiera, e quella di tante aziende come la nostra, rischia di spezzarsi».

A queste difficoltà si aggiungono i costi di produzione sempre più alti, che rendono complesso conciliare qualità e sostenibilità economica. Ma la famiglia Marrazzo continua a credere che l’unica strada possibile sia quella della genuinità, della trasparenza e del rispetto dei cicli naturali. Oggi Casa Marrazzo è molto più di un’azienda agricola: è un racconto collettivo del Sud, fatto di mani, voci e passioni che resistono al tempo. È la dimostrazione che la tradizione può farsi contemporanea.

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