Nuove aperture

A Roma apre Stecca, un'osteria (con musica) che promette molto bene

Due grandi della ristorazione, romana e abruzzese, aprono un'osteria a Garbatella con una proposta né romana, né abruzzese: Stecca

  • 13 Ottobre, 2025

«Ci siamo conosciuti qualche anno fa grazie a Jun (Ge, ndr), Flavio era andato a cena da Sinosteria e Jun gli ha fatto assaggiare il mio panettone. Da lì è nata un’amicizia». Da allora Franco Franciosi, patron e anima di Mammaròssa e Flavio De Maio, motore di Flavio al Velavevodetto, non si sono più lasciati. «Nel mezzo c’è stato un viaggio itinerante assieme, carico di emotività, di silenzi, di parole, di pieni, di vuoti, di panorami, mare, montagna», racconta Franciosi. «In quel contesto abbiamo cominciato a fantasticare su quanto sarebbe stato bello fare qualcosa assieme». E alla fine qualcosa assieme l’hanno fatta. Apre Stecca a Garbatella, con una proposta né romana né abruzzese: uno “spazio”, un’osteria che «si propone come laboratorio multisensoriale in cui il gusto incontra il suono, il vino dialoga con la parola e ogni esperienza diventa occasione di incontro e connessione», spiegano i due. 

Franco Franciosi e Flavio De Maio

Per chi non li conoscesse, Flavio è l’oste romano per eccellenza – nei suoi due locali, a Testaccio e in piazza dei Quiriti a Prati, da anni lavora con costanza in difesa dell’autentica romanità – mentre Franco con coraggio e determinazione ha “tirato su”, ad Avezzano, un gioiellino di design nel deserto gastronomico della zona, diventando artefice di una delle tavole più interessanti d’Italia. Eppure non gli è bastato, complice la sua voglia sempre più scalpitante di confrontarsi con una metropoli (decisivo, probabilmente, pure quell’approccio, tipico delle province, guardingo verso le novità). «Le metropoli come Roma sono degli amplificatori, nel bene e nel male. Non cambiano la musica ma alzano il volume e la musica viene ascoltata da più persone», spiega lo chef marsicano. «E così, fantasticando e immaginando, una delle cose che avremmo potuto fare assieme io e Flavio, mossi da un’amicizia e dal “semplice” volerci bene, era di costruire un progetto condiviso, dimenticandoci del mio essere un marsicano di provincia e lui un romano di Roma». 

Il progetto architettonico del micro locale a Garbatella

Franco e Flavio hanno, dunque, unito le teste cercando di comprendere come due anime così marcate potessero generare qualcosa di nuovo. «Al che abbiamo trovato un posto a Garbatella, proprio dentro ai lotti», interviene Flavio, che nel quartiere ci è nato. Sulla terrazza di Flavio al Velavevodetto a Testaccio, i due hanno passato ore a parlare, disquisire, sognare. «Il nuovo locale è nella parte storica, in una ex pizzeria al taglio. Garbatella è un quartiere iconico, e ci ha imposto delle riflessioni». Trentacinque i posti a sedere, in uno spazio che muterà a seconda degli umori, musica studiatissima (chi è stato da Mammaròssa si ricorderà delle fantastiche playlist), impianto audio fotonico, tavoli quadrati, muri bianchi, pavimento in graniglia.

«Abbiamo cominciato a capire cosa è Garbatella, abbiamo studiato, comprato libri, abbiamo visitato le case del quartiere e ci siamo ispirati a queste, alle loro tonalità, ai pavimenti, a tutti i materiali presenti», fa Franco. Il progetto architettonico è opera sua, non una copia delle cose apprese ma un’interpretazione personale che nulla ha a che fare con la nostalgia: i due “signori”, che hanno ampiamente superato i cinquanta, guardano al futuro. E il (loro) futuro si chiama Stecca. 

La genesi del nome Stecca

«C’è una parola in romano che significa condivisione – spiega Flavio – è steccare». «Ci siamo anche posti il tema di un nome che effettivamente potrebbe sembrare di moda, ma poi ci siamo detti che dovevamo avere il coraggio di sceglierlo perché frutto di un ragionamento totalmente avulso dalla replicabilità o dal voler piacere a tutti i costi. Un nome che richiama la condivisione e una gestualità che si plasma su tutto, dallo steccare una pagnotta (tra l’altro uno dei talenti di Franco è fare il pane) al condividere un piatto. «Vi piacciono le tavole imbandite?», ci domanda Flavio. «Ecco vogliamo proporre un pasto dove l’inizio di tutto sia una tavola imbandita».

 

Cosa si mangia e quanto costa Stecca

Ma cosa si mangia da Stecca? «Non è una trattoria romana, né abruzzese anche se al timone c’è Franco: al timone ci può stare una sola persona altrimenti c’è il rischio che la nave perda la rotta. Non transigiamo da un’ottima materia prima, ma il menu dovete venirlo a provare di persona!».

L’offerta è ben differenziata tra sala e bancone. In sala i piatti in carta hanno un prezzo che può variare dagli 8 ai 16 euro per gli antipasti, dai 16 ai 24 euro per i primi, dai 18 ai 25 euro per i secondi, mentre i dolci si collocano nella fascia di pezzo compresa tra gli 8 e i 12 euro. Al bancone, invece, l’esperienza si affida all’improvvisazione, per farvi vivere il gusto della sorpresa del momento. Niente di prestabilito, insomma: sono previsti da tre a sette assaggi, con prezzi compresi tra 15 e 35 euro, a seconda di cosa sceglierete sulla base della vostra curiosità.

In cantina solo “vini autentici”

La filosofia che guida la cantina di Stecca non poteva che nascere in continuità con quella di Mammaròssa. La ricerca è centrata su identità e autenticità, su vini naturali capaci di restituire il carattere dei vitigni e dei territori, nati più dalla passione che dalla convenienza. Il lavoro di selezione nasce da incontri, da viaggi e da fiducia reciproca; non da cataloghi, ma da conversazioni, strette di mano, bottiglie aperte in luoghi improbabili. La cura della carta è affidata a Daniela Franciosi, sorella di Franco e responsabile storica della cantina di Mammaròssa.

«Bere oggi un vino autentico e sano, senza compromessi, è una scelta di coerenza e rispetto – racconta Daniela – Per noi un vino buono nasce da un atto sincero, da un lavoro che non cerca scorciatoie, da una visione che trasforma la fatica in racconto. Bere a Stecca non è solo un gesto conviviale, ma un atto di partecipazione». E anche se Stecca concettualmente ha già 500 giorni, ora va in scena davvero. 

Stecca – viale Guglielmo Massaia, 28 – Roma

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