Il nome รจ simpatico (l’accento cade sull’ultima lettera), e ben si addice alle coordinate di un’operazione che punta a fare proseliti con un’idea di ristorazione semplice, sfiziosa, di facile fruibilitร . Catturando il passaggio continuo di via Casale, sulla direttrice che da Porta Genova conduce al Naviglio Grande. Takochu รจ solo l’ultimo di una serie di progetti legati alla divulgazione della cultura gastronomica giapponese a Milano a opera di Lorenzo Ferraboschi e dei suoi soci (un sodalizio consolidato che mette insieme imprenditori italiani e giapponesi), che Milano conosce soprattutto per la ricerca ambiziosa di Sakeya (Due Mappamondi sulla nostra guida), โcasa del sakeโ che รจ insieme bottega, bar e bistrot. La nuova scommessa – โun’idea sfidante, ma con buone possibilitร di fare presa in cittร proprio per la sua semplicitร โ – si concentra su un solo, iconico prodotto dello street food nipponico, tipico della cittร di Osaka ma consumato in tutto il Giappone: i takoyaki (per chi preferisse la cucina di strada regionale italiana, invece, sempre sul monoprodotto รจ basata l’idea di Fratelli Torcinelli, altra apertura recente e golosa in cittร ).
Un cibo di strada destinato ad avere successo perchรฉ pratico e gustoso, โparticolarmente centrato sul gusto umami, che tanto piace al palato giapponeseโ spiega Lorenzo โe noi cercheremo di adattare alle nostre abitudini, nel rispetto della ricetta originale, ma pure offrendo qualche variazione sul temaโ. Dunque Takochu – il bacio del polpo – รจ un nome doppiamente rivelatore: da un lato attinge all’immaginario creativo giapponese, ricalcando l’identitร grafica del locale, segnalato da un divertente polpo โ a fumettiโ con la boccuccia rotonda, โche un grafico giapponese ha disegnato per noi, sulla base di un’iconografia molto diffusaโ; dall’altro si concentra sull’ingrediente principe di una ricetta semplice all’apparenza, ma di una certa complessitร tecnica.
Il takoyaki รจ una polpettina fritta a base di pastella di farina di grano, uova, brodo di dashi โdalla sapiditร spiccata grazie all’aggiunta di alga kombuโ. Un impasto piuttosto liquido, che finisce nell’apposita padella in ghisa rovente con le semisfere per assumere in cottura la sua forma caratteristica: solo nella fase finale, si aggiungono il polpo tagliato a pezzetti, il cipollotto e lo zenzero marinato. Una volta โsformateโ, le polpettine perfettamente rotonde sono pronte per la guarnizione tradizionale, che gli conferisce un aspetto particolarmente invitante: sottilissime scaglie di katsuobushi (i fiocchi di tonnetto essiccato e affumicato, altrettanto diffusi nella cucina giapponese), polvere di alga aonori e salsa Otafuku. Vivamente consigliato consumarli bollenti, con le dovute precauzioni. Apprezzatissimi in tutto il Giappone, anche per il prezzo decisamente contenuto, i takoyaki hanno finito per diventare pure un comfort food da divano, ad appannaggio dell’industria alimentare, che ne commercializza una versione precotta e surgelata, da scaldare al microonde. โE proprio il prodotto surgelato รจ quello che troviamo frequentemente nell’offerta dei pochi ristoranti giapponesi italiani che propongono i takoyakiโ, precisa Lorenzo. โPer questo abbiamo deciso di aprire Takochu: un locale piccolissimo, nello stile del classico corner street food nipponico, che vende un solo prodotto, ma fatto bene, e a basso costo. Finora abbiamo puntato sulla ristorazione โaltaโ, adesso proviamo a fare bene sul versante opposto, specializzandoci nella rapiditร di esecuzione e nella semplificazione estrema del format. Non avremo servizio, il cliente ordinerร direttamente da un totem, che รจ anche cassa automatica. In cucina all’inizio saranno in tre, coordinati da Masaki Inoguchi, lo chef di Sakeyaโ.
Dunque, รจ semplice raccontare il menu: takoyaki preparati al momento nella cucina a vista (anche da strada), e bibite in lattina, sake (โuna versione che importeremo per Takochu, in stile junmai, particolarmente adatta all’abbinamento con i takoyakiโ) tรจ, birra Asahi, acqua. Si comincia scegliendo il formato, standard da 6 palline (4 euro), grande da 8 (5 euro): โPrecisando che faremo takoyaki allo stile di Osaka, un po’ piรน piccoli di quelli che siamo abituati a vedere in Italia, 38 mm di diametro contro i 50 della versione piรน grande. Ci sembrano piรน sfiziosi da mangiare, ideali per il passeggio e per uno spuntino veloceโ. Tre le variazioni sul tema, legate alla guarnizione finale: un unico โimpastoโ, tre diverse possibilitร per personalizzarlo, come da ricetta classica (con katsuobushi), con wasabi, o piccante. Tutto servito in piattini di carta o packaging take away, da consumare in loco โ pochissimo lo spazio all’interno, meglio appoggiarsi all’esterno โ o per l’asporto.
Si comincia venerdรฌ 12 aprile, con orario ridotto, dalle 19 alla mezzanotte, โ e per i primi tempi proveremo cosรฌ, fatta eccezione per la domenica, quando approfitteremo per testare la fascia 12-19. L’idea, una volta terminato il rodaggio, รจ di aprire con orario no stop, 12-2. Ma dobbiamo calibrare gli sforzi: preparare takoyaki per molte ore di seguito รจ un lavoro faticosoโ. E intanto giร si guarda al futuro: โAbbiamo lavorato di pancia, scegliendo di concentrarci su un prodotto che ci sarebbe piaciuto avere a Milano. E siamo consapevoli delle sue potenzialitร : se piacerร , l’insegna รจ certamente replicabile, non solo in cittร โ.
Takochu – Milano – via Casale, 3a – da venerdรฌ 12 aprile, 19-24 (domenica 12-19, chiuso il lunedรฌ) – pagina Fb
a cura di Livia Montagnoli
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