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Libri. L'uomo che sussurra alle alici

Pasquale Torrente si racconta in 28 ricordi e 32 ricette. Un libro โ€œl'uomo che sussurra alle aliciโ€ che racconta la sua storia e quella del Convento di Cetara.

  • 20 Gennaio, 2019

Anche se รจ giร  Costiera Amalfitana, Cetara fa storia a sรฉ, un angolo di mondo ancora nascosto agli occhi dei piรน, di quei turisti che affollano le vicine localitร  balneari. Cetara invece no, era e rimane un borgo di pescatori (ma da qualche tempo รจ diventata una meta gourmet) in cui la vita scorre con semplicitร  e un ritmo lento, quello dettato dalla natura, il mare in primis, che porta opportunitร  e fatica nella vita dei cetaresi.

โ€œI pomeriggi di Cetara sono scanditi dal passaggio di tanti uomini e qualche ragazzo che, maglioncino sulle spalle, il passo assonnato, una busta con un pasto frugale, scendono verso il porto. Sono i pescatori cetaresi che si imbarcano per la pesca delle alici, quella che ha reso Cetara famosa in tutto il mondoโ€. Sono gli abitanti che in quella manciata di stradicciole imbrigliano sogni e speranze, affetti e prospettive. Cosรฌ la disegna Pasquale Torrente, la sua Cetara, raccontata con le parole di chi l’ha sempre avuta sotto gli occhi eppure per vederla davvero se ne รจ dovuto allontanare. โ€œQuando hai viaggiato, quando hai aperto uno, due, tre locali in giro per lโ€™Italia, senti che ti manca qualcosa. E torni!โ€ dice nell’introduzione a questo che รจ un volume di memorie non solo gastronomiche. โ€œCetara non ti abbandona. Chi ci รจ nato lo saโ€.

Il libro

Il calcio, Marsiglia, le zeppole di Anna, Istanbul, Marietta, Volterra e il suo carcere (dove nasce, tra l’altro, l’esperienza intensa e bellissima delle cene galeotte), Festa a Vico (dalle prime folli edizioni all’evoluzione odierna, che ancora mantiene un po’ di quello spirito anarchico) e poi il Refettorio di Parigi, accanto a Bottura, Yannick Allรจno e Alain Ducasse. Il volume รจ un racconto intimo che si dispiega in 28 ricordi e 32 ricette. Pillole di memoria e di sapori, quelli che Pasquale Torrente continua a portare con sรฉ, nel suo Convento di Cetara.

Ricette che affondano nelle trame della sua vita, nei ricordi della lasagna di mamma Gilda โ€“ quella mangiata il lunedรฌ per celebrare le partite della squadra del paese โ€“ della pasta al pomodoro di nonna Marietta, o del calamaro ripieno di una viglia di Natale lontana da casa, sorta di madeleine che porta Cetara a Marsiglia, e prende spunto dalle riflessioni sulla cucina e da tutte quelle mangiate spericolate del ragazzo ribelle che voleva un po’ perdersi, ma che poi si รจ ritrovato โ€œfriggendo zeppole di patate e mangiando senza fame chimicaโ€. Un bel libro che alterna racconti e ricette, parole e immagini โ€“ con gli scatti di Andrea Moretti – tra panni stesi e pescatori al lavoro, scorci del paese e del Convento, volti, mani, ritratti, paesaggi, e tanto, tanto cibo autentico e familiare.

Le alici

Marinate, alla scapece, con la provola, arrosto, alla marinara, alla piattella, salate e poi, ovviamente, in colatura. Le alici sono le protagoniste indiscusse de libro e della cucina di Pasquale Torrente. Come lo sono della vita di Cetara โ€œle barche uscivano due volte in un giorno. Si facevano pesche miracoloseโ€ racconta Torrente, spiegando come le alici โ€œcolteโ€ la sera avessero un prezzo diverso di quelle della mattina. โ€œOgni pescatore portava a casa la sua cassetta che condivideva con i vicini di casaโ€, era un baratto affettuoso che tesseva la struttura sociale del paese. Cosรฌ lo facevano gli aromi della cucina e gli odori pungenti dei magazzini in cui si lavorava il pesce.

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La colatura di alici

La colatura, dicevamo, che un tempo era senza mercato, mai venduta ma solo donata agli amici del cuore, oggi รจ un patrimonio gastronomico italiano, riconosciuto dai grandi cuochi come un bene prezioso che โ€œha trasformato lโ€™economia di un paeseโ€, insomma: โ€œoggi Cetara รจ colatura di aliciโ€. Tutto a partire da una serata carbonara, sotto il vessillo di Slow Food, tra amici e visionari che decisero di credere nelle potenzialitร  di questa pozione magica dalle radici antiche. โ€œLa colatura di alici tradizionale di Cetara ha un disciplinare preciso, delle tecniche di produzione definite, della materia prima di base che non รจ facilmente reperibileโ€. Ma soprattutto la colatura รจ parte della vita di Pasquale, del suo essere e della sua identitร , รจ quel che gli scorre nelle vene, รจ l’impatto nitido del rientro dei pescatori, il rituale familiare, l’ingrediente immancabile โ€œil mio Chanel n. 5โ€ dice, e aggiunge: โ€œHasta la colatura di alici di Cetara siempre!โ€

Il fritto

โ€œIl fritto รจ casaโ€ decreta, ma poi aggiunge che รจ rock, e che il suono che produce รจ come un assolo di basso. Cosรฌ, con la sua ode alla pastella, Torrente racconta non solo un’emozione ma anche la corretta procedura per un fritto a regola d’arte: le temperature, diverse per ogni cosa che si frigge (perciรฒ รจ indispensabile un termometro, altro che metodo della mamma e della nonna…) e la qualitร  della materia prima – โ€œnon รจ vero che fritta รจ buona pure una scarpaโ€ – e via con l’elenco dei prodotti che esige per il suo fritto, al grido โ€“ stavolta – di โ€œHasta la pastella siempreโ€.

Ricette, ricordi, persone, viaggi

Da quel sud che, โ€œnonostante tutti i suoi limiti, resta il luogo della memoria che ti aiuta ad avere uno sguardo sereno verso il futuroโ€ Torrente parte alla volta del mondo, Parigi, Istanbul e New York, viaggi vissuti come zingarate per colonizzare le metropoli a suon di zeppole e felicitร . Ne fa racconti leggeri e gustosi, come quelli delle ricette piรน amate: lo scammaro, per esempio, o la genovese che โ€œrappresenta la scala dei sentimenti umaniโ€, dolore e rabbia che diventano amore quando lโ€™assaggi, โ€œla genovese รจ una scuola di pensieroโ€ continua โ€œรจ pensare alla famigliaโ€, ecco perchรฉ un tempo si augurava di trovare una moglie che sapesse fare la genovese. Che significava una persona che si occupasse degli altri. Perchรฉ gli altri sono importanti, e Torrente li omaggia in piccoli camei: la moglie Raffaella, il padre Tanino, la mamma Gilda e il figlio Gaetano, – โ€œil piccolo guerrieroโ€ – e poi Bottura, Cuttaia, Pignataro, Giovanni Assante, Aimo e Nadia, Moreno Cedroni, Lucio Pompili, Roberto Petza, e ancora Raffaele Vitale (con il suo sogno della grande trattoria: โ€œLui mi ha insegnato a fare i numeri, mi ha fatto capire cosa voleva dire fare la grande trattoria con quattro piattiโ€), Salvatore De Gennaro, e Farinetti – โ€œOscar, Oscar, Oscarโ€ – con il suo pressing per coinvolgerlo nell’avventura impossibile di Eataly: โ€œFatta lโ€™apertura a Roma so che posso affrontare qualsiasi cosaโ€.

La ricetta

Spaghetti con colatura di alici tradizionale di Cetara

400 g di spaghetti

Colatura di alici tradizionale di Cetara

Uno spicchio di aglio

Prezzemolo q..

Peperoncino piccante q.b.

Olio extravergine di oliva q.b.

Mettere in una insalatiera lโ€™aglio, il prezzemolo e il peperoncino tritati con olio extravergine dโ€™oliva e un mestolo di acqua di cottura. Cuocere la pasta in acqua senza sale e, alla fine, aggiustare con la colatura di alici.

L’uomo che sussurra alle alici โ€“ Pasquale Torrente โ€“ foto Andrea Moretti โ€“ Editore Catering – 144 pp. -10โ‚ฌ

a cura di Antonella De Santis

foto Andrea Moretti

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