ร passato quasi un mese dal nostro primo articolo sulla crisi del latte e la protesta dei pastori sardi, che ci aveva raccontato Gavino Pulinas e da allora abbiamo continuato ad occuparci della questione ospitando gli interventi di addetti ai lavori per ampliare il raggio del dibattito e immaginare soluzioni durature. Cosรฌ, mentre si cerca di arrivare a un accordo (il prossimo appuntamento รจ il 7 marzo) continuiamo ad alimentare una riflessione che possa costruire un futuro piรน valido non solo per i pastori sardi ma anche per i consumatori.
Torna a ragionare con noi Roberto Rubino (Anfosc โ Associazione Nazionale Formaggi Sotto al Cielo e Consorzio ME.NO MEtodo NObile), che aveva dato il via a questo dibattito cui hanno partecipato anche Carlo Fiori di Guffanti e Andrea Cabiddu e Giovanni Molle di Agrisย (Agenzia per la Ricerca in Agricoltura).
In Sardegna il modello di sviluppo pastorale agganciato alla Dop del Pecorino Romano รจ andato oltre i tempi storici che lโhanno determinato. Occorre andare in unโaltra direzione.
In Sardegna il modello pastorale agganciato alla Dop del Pecorino Romano รจ arrivato al capolinea. E non perchรฉ questa crisi sia piรน drammatica delle altre – e lo รจ – ma perchรฉ รจ lโultima di una serie di cui si รจ persa la memoria. Da anni, da decenni, sistematicamente i pastori scendono in piazza per reclamare il rispetto dei patti o un prezzo piรน equo. E da altrettanto tempo gli enti pubblici si limitano a tamponare la situazione. Ma รจ cronaca di una crisi annunciata, perchรฉ se รจ vera la malattia, รจ sbagliata lโanamnesi, la prognosi e la terapia.
Lโimputato storico รจ lo sbilanciamento fra domanda e offerta. Si asserisce che il Pecorino Romano, che fa da traino a tutti gli altri formaggi sardi, sistematicamente si ritrovi con un eccesso di produzione che non riesce a smaltire. Di qui il crollo dei prezzi.
A questo punto le domande da porsi sono due: perchรฉ tutta la produzione sarda si aggancia al Pecorino Romano, che di suo รจ giร debole? E poi, chi lโha detto che cโรจ una superproduzione di formaggi pecorini?
Negli ultimi dieci anni il patrimonio ovino nazionale ha subito una decimazione. In Basilicata, dove vivo, le pecore sono ormai una raritร . E lo stesso vale per le altre regioni meridionali e in primis la Sicilia. Anche in Sardegna diminuiscono progressivamente aziende e patrimonio ovino. Tutto il latte prodotto รจ miscelato per produrre formaggi che si chiamano tutti โpecorinoโ, e che sono piรน o meno tutti termizzati o pastorizzati, e messi in frigorifero in attesa di essere venduti.
In pratica, oltre al Pecorino Romano, anche se in minima parte, si fanno altre tipologie di formaggi ma tutti vanno nella stessa fascia di mercato, che รจ quella medio-bassa, perchรฉ la miscela del latte e la tecnica casearia adottata non permettono di ottenere grandi formaggi. Quindi, quella fascia di mercato รจ ingolfata non dal Pecorino Romano, ma dallโinsieme dellโofferta. Non รจ vero che non cโรจ mercato per i pecorini, ma รจ chiaro che la stessa tipologia non puรฒ pretendere un mercato elastico. ร essa stessa causa del problema.
Ma anche il latte รจ uguale? Certo che no! Ciascun pastore riceve un prezzo per il latte prodotto che non รจ mai pari alla sua qualitร : chi sta sopra alla media รจ penalizzato e chi sta sotto, teoricamente, premiato. Se ci siamo abituati a pensare che il latte sia tutto uguale, ci siamo staccati dalle nostre radici, non riusciamo a capire cosa e dove รจ la qualitร , non disponiamo del vocabolario per poterla produrre e raccontare.
Qualche anno fa un tassista spagnolo mi disse che il padre aveva otto vacche: ai figli non dava il latte di tutte e otto le vacche ma solo di quella piรน grassa e che faceva meno latte. Piรน semplice e scientificamente inattaccabile di cosรฌ non si puรฒ.
A mio parere bisogna approfittare di questa crisi e fare lโequivalente di quello che ha fatto il mondo del vino dopo lo scandalo del metanolo: formaggi di qualitร , di grande qualitร . Bisogna quindi andare nella direzione opposta. Come?
Divieni ciรฒ che sei. Un monito che vale anche per latte e formaggio
Lโemistico di Pindaro dedicato alla vittoria di Ierone da Siracusa a Olimpia nel 472 a.c., ci permettere di cogliere in pieno il senso della proposta che sto per fare. Se il latte non รจ tutto uguale, allora facciamolatte sardn modo che ogni latte diventi quello che รจ. Diamo a ciascuno il proprio valore, perchรฉ questo ci permetterร di affrontare la diversificazione della produzione di formaggi partendo da basi solide, concrete, facili da ottenere. In Sardegna abbiamo giร latti diversi, basta separarli, lavorarli in maniera adeguata e immettere sul mercato prodotti che possano essere distribuiti su tutte le fasce di mercato.
Quindi, non dobbiamo stravolgere il sistema produttivo, non dobbiamo mobilitare ingenti risorse umane e finanziarie. Ci limitiamo alla maieutica di Socrate, tiriamo fuori quello che giร esiste. Vediamo quali devono essere i passaggi.
Se il latte non รจ uguale come misuriamo le differenze? Il latte, il formaggio, ma qualsiasi materia prima (grano, carne, ecc.), sono degli alimenti e che prediligiamo o rifiutiamo perchรฉ hanno un odore e un sapore. Hanno anche un valore nutrizionale ma, come sappiamo, le molecole sono le stesse. Le molecole responsabili dellโaroma (inteso come sapore e odore) sono quelle volatili (terpeni, aldeidi, cc) e i fenoli. Entrambi dipendono da quello che mangia lโanimale. Piรน erba cโรจ nella razione e piรน erbe ci sono nel pascolo o nel fieno e piรน il contenuto di queste molecole รจ elevato. I mangimi hanno solo un effetto diluizione: aumentano la quantitร ma ne diminuiscono il contenuto. Quindi, in assoluto, il miglior latte si fa con animali che pascolano su prati naturali, con un numero elevato di erbe e senza mangimi. Lโerbaio, per il fatto che contiene solo un paio di erbe, ne abbassa il livello qualitativo. E si vede giร dal colore del formaggio, normalmente piรน pallido.
Per passare ad un nuovo modello produttivo, nella fase di partenza, si potrebbero attivare tre classi di qualitร di latte di valore e, naturalmente, prezzi diversi.
Pascolo naturale e senza mangimi
Pascolo naturale con mangimi
Erbaio con mangimi
Ammettiamo che la terza classe venga destinata al Pecorino Romano e ad altri formaggi pastorizzati, le altre due ci potrebbero permettere di ipotizzare livelli superiori, anche molto superiori. Perchรฉ un formaggio non deve costare 50, 100 euro, visto che ormai anche i prosciutti, oltre che i vini, viaggiano verso le centinaia di euro?
Manca ancora qualcosa perรฒ, se vogliamo salire ai piani alti. Il latte deve essere lavorato crudo e senza fermenti aggiunti, solo siero-innesto e poi vanno stagionati in locali naturali, non in celle frigorifere. Nel mondo, i grandi formaggi maturano lentamente e in maniera perfetta nelle miniere, nelle grotte, nei bunker, in qualsiasi cosa che somigli a un locale naturale: Il Roquefort, il Cabrales, lo Stilton, la Fontina, il Ragusano, il Comtรจ, e cosรฌ via. La Sardegna ha locali sotterranei eccezionali, perchรฉ non recuperarli? Potrebbe essere anche una buona opportunitร per tanti giovani in cerca di lavoro. Il latte cโรจ, deve essere solo pagato il giusto ai pastori.
Chi e come coprire i costi di questโoperazione? Naturalmente il volano di questโoperazione devono essere i trasformatori, piccoli o grandi non importa. Sappiamo che separare il latte aumenta leggermente i costi e di questo si deve far carico lโindustria. Occorrerร separare le linee di produzione, ma sarร solo un problema di manodopera. Sappiamo anche che non basta fare un grande formaggio, bisogna venderlo anche a un prezzo โgrandeโ.
Ed ecco che a questo punto interviene la Regione Sardegna. Occorre predisporre ed emanare un piano dโinterventi che si puรฒ sintetizzare in tre punti.
Incentivi alle aziende per avviare linee di produzione per formaggi la cui diversitร sia basata esclusivamente sulla materia prima
Incentivi per il ripristino, la riconversione e la valorizzazione di locali naturali di stagionatura
Una campagna promozionale intensa, mirata, che crei lโattesa del formaggio che sta per arrivare sui mercati mondiali, unโazione sul territorio per valorizzare il carrello del formaggio, e tutte le iniziative atte a far conoscere tale diversitร
Con un progetto del genere si respirerebbe unโaria nuova e la sua realizzazione non costerebbe unโenormitร . Ciascuno proverร a dare il massimo perchรฉ lโobiettivo รจ stimolante, la sfida รจ affasciante. Ma piรน di tutti saranno contenti i consumatori, i turisti. Venire in Sardegna e non trovare un posto dove si possa fare una degustazione comparata, una verticale non per anni di stagionatura, ma per classi di qualitร , รจ per molti una delusione difficile da spiegare in una delle regioni dโeuropa a piรน alta vocazione pastorale.
Naturalmente mi sono limitato a delineare lโapproccio e le linee di base. Ma ritengo che questo progetto sia โpiรน difficile a dirsi che a farsiโ.
Una cosa รจ certa: se ci limitiamo ancora una volta a mettere pezze al vecchio modello, senza cambiare, la prossima crisi รจ giร alle porte.
a cura di Roberto Rubino
del Consorzio ME.NO.(MEtodo NObile)
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