Il mercato del vino si tinge sempre piรน di rosa. Secondo i dati Istat, lโincremento di penetrazione del consumo รจ chiaramente sbilanciato verso il sesso femminile. Il 40% delle donne beve vino, rispetto a meno del 38%, nel punto di minimo del 2014. Nel caso degli uomini, il confronto รจ 64.1% contro 65.7%. Lo stesso discorso vale per le bevande alcoliche: le donne sono passate dal 27.5% al 32% tra il 2014 e il 2017, mentre gli uomini soltanto dal 53.2% al 56.5%.
Negli Stati Uniti, le donne gestiscono lโ85% degli acquisti quotidiani. In Italia, il 67% del vino in Gdo รจ acquistato dalle donne; le produttrici rappresentano oltre il 30% delle aziende; le sommelier hanno superato il 40%. E sempre di piรน spetta a una ‘lei’ scegliere il vino al ristorante e persino a provarlo prima del servizio. Il dato risulta ancora piรน importante se ci soffermiamo sui giovani, ovvero i futuri consumatori. Entro il 2030, i Millennial supereranno i Baby Boomer di circa 22milioni di persone nel mercato americano. ร chiaro, quindi, che studiare il gruppo delle giovani donne diviene strategico per il mercato del vino, soprattutto estero.
Ma ad oggi, le strategie di comunicazione del vino sono davvero al passo con i tempi? Quante sono le azioni che prevedono una comunicazione al femminile, packaging arditi o comunque capaci di strizzare un occhio ai giovani o, meglio, alle giovani consumatrici? In realtร , forse ancora poco. Soprattutto, lรฌ dove sarebbe, invece, importante farlo, ovvero nei mercati esteri. Da qui sorge la domanda: uomini e donne sono attivati da medesimi meccanismi di acquisto? Comunicare agli uomini o alle donne fa la differenza in termini di efficacia di etichette, informazioni o packaging? I due gruppi guardano le stesse cose?
In effetti, il tema delle differenze di genere รจ sempre stato di grande interesse nel campo del marketing e trova oggi, grazie alle neuroscienze interessanti indicazioni. Allo stato attuale, infatti, grazie ad una piรน approfondita conoscenza del cervello, abbiamo maggiori informazioni sia sui processi di persuasione, ma anche sulla diversitร cerebrale tra uomini e donne.
Di fatto, esiste una sorta di predisposizione biologica di genere che puรฒ essere, perรฒ, o rinforzata dalle specificitร culturali e dalle esperienze personali o del tutto modificata. In effetti, uomini e donne si differenziano per molti aspetti: stili di comunicazione, preferenze, comportamenti, modalitร di relazione con gli altri, emotivitร . Lโorigine di tali differenze puรฒ essere fatta risalire a due diversi ordini di fattori: la cultura e la genetica. Lโeducazione, la cultura di appartenenza e la societร nella quale una persona cresce e vive hanno sicuramente unโimportanza fondamentale nel sollecitare e nel cristallizzare ciรฒ che puรฒ essere considerato โmaschileโ e โfemminileโ.
Non a caso, uno degli indicatori di differenziazione culturale delle societร individuate da Geert Hofstede, noto psicologo sociale e antropologo olandese, รจ proprio il grado di mascolinitร o femminilitร che differenzierebbe le culture. Questo indicatore valuta il livello dโimportanza dato da un contesto sociale a valori maschili stereotipici, come assertivitร , ambizione, potere e materialismo, oppure a valori femminili stereotipici, come lโenfasi sulle relazioni umane e sullโempatia.
Oltre alle differenze culturali, giร di per sรฉ fondamentali per un corretto marketing del vino, se ci soffermiamo sulle differenze cerebrali, diversi studi neuroscientifici hanno dimostrato lโesistenza di differenze strutturali e funzionali. Differenze dovute a piccole, ma decisive difformitร nello sviluppo cerebrale. Anche se le neuroscienze ci dicono che piรน del 99% del codice genetico di uomini e donne รจ il medesimo, e che tra i 30mila geni del genoma umano, una variazione di meno dellโ1% tra i due generi appare minima, in realtร questa piccola differenza influisce su qualsiasi cellula del corpo, come ben descritto in un noto testo di Brizendine (2007). Uomini e donne, infatti, hanno cervelli diversamente connessi e straordinariamente complementari: quello dellโuomo ottimizzato per unโefficace comunicazione all’interno di ciascun emisfero, quello della donna sembrerebbe piรน forte nell’interazione tra un emisfero e l’altro.
Le connessioni neurali possono essere immaginate come una rete intricata di strade lungo le quali si snoda il traffico dโinformazioni del cervello. Nel 2014 un gruppo di studiosi americani guidati da Ingalhalikar ha pubblicato uno dei piรน vasti studi condotti in materia di asimmetria cerebrale, in cui furono analizzati, attraverso risonanza magnetica, i cervelli di 949 persone (521 donne e 428 maschi), di varie etร . I risultati dimostrarono che nel cervello maschile le connessioni corrono dalla fronte alla nuca lungo lo stesso emisfero laddove, invece, nel cervello femminile tali connessioni sono trasversali allโemisfero destro e sinistro (Fig.1).
Fig. 1
La ricerca, integrando ciรฒ che altre ricerche avevano segnalato, ovvero migliori capacitร motorie e spaziali negli uomini e una migliore abilitร mnemonica e di cognizione sociale nelle donne, ha dimostrato che le due tipologie di cervelli sono generalmente differenti e strutturati per facilitare la connettivitร tra la percezione e il coordinamento delle azioni negli uomini, mentre i cervelli femminili sono maggiormente facilitati per lโelaborazione analitica e intuitiva. Ovviamente, le esperienze personali possono alterare profondamente queste differenze attutendole o implementandone il valore.
Di fatto, questa differenza potrebbe rappresentare il substrato biologico di differenze comportamentali note, come la migliore capacitร femminile in compiti che necessitino il multitasking, lโintuizione e lโempatia, nonchรฉ la migliore capacitร maschile in attivitร motorie e nellโorientamento spaziale o nella focalizzazione su alcuni aspetti del messaggio pubblicitario. Queste differenze sono alla base di diverse reazioni alle stimolazioni di marketing. Dagli aspetti piรน apparentemente banali come la visione allโattenzione agli elementi legati allo storytelling.
Nelle nostre indagini di neuromarketing, svolte sia in laboratorio sia in luoghi esperienziali come supermercati o i musei, abbiamo rilevato con lโeye tracking che gli uomini dimostrano un comportamento visivo caratterizzato da unโesplorazione specifica e molto dettagliata di poche aree, come si puรฒ vedere dallโesplorazione tipica di unโetichetta di vino (fig.2). Analizzando gli elementi che piรน attivano le consumatrici, rileviamo quanto le donne siano piรน sensibili al colore del vino o della bottiglia, alla sua forma, al messaggio e al grado alcolico.
Fig. 2
Per quanto riguarda i colori, per esempio, la stereotipica attribuzione dei colori rosa e azzurro ai due generi sembra abbia un riscontro in ciรฒ che uomini e donne sono portati a guardare maggiormente. Tale risultato รจ in linea con precedenti studi nei quali รจ emersa una preferenza media femminile per colori che si collocano nella regione rosso-viola e pastello e una preferenza maschile spostata verso i colori blu e verde ed intensi (Hurlbert, Ling 2007).
Non ci stupisce, allora, il successo che ebbe qualche hanno fa la bottiglia di una nota marca di Prosecco, quando fu lanciata nel mercato americano con unโetichetta colore pastello in stile โTiffanyโ e con una bottiglia molto meno โmaschileโ di quella prevista per il mercato italiano, ovvero una bottiglia piรน affusolata in grado di ricordare il corpo esile del target di riferimento, ovvero una giovane donna.
In quel periodo, per conto della nota E.&J. Gallo Winery, realizzammo, come monitoraggio previsto da una Ocm, unโattenta analisi anche neuroscientifica sullโattrazione che aveva la bottiglia sul target di riferimento, con risultati significativamente rassicuranti (cfr. fig. 3), come descritto nel testo โComunicare il Vino: tecniche di neuromarketing applicateโ del 2016 (edito da Next Guerini). Anche la reazione emotiva, misurata con elettroencefalogramma e conduttanza cutanea, risultรฒ notevolmente piรน alta nel campione femminile, decretando lโefficacia della soluzione scelta per il target di riferimento.
Fig. 3
Dalle nostre analisi e da ciรฒ che riporta la letteratura neuroscientifica si rileva come gli uomini non prendano in considerazione tutte le informazioni disponibili, ma selezionano solo quelle ritenute importanti (Meyers-Levy and Sternthalt, 1991). Per questo motivo, possono essere definiti โselective processorsโ. Le donne, invece, osservano piรน aree e si concentrano maggiormente su elementi relazioni, come per esempio i volti o le narrazioni in cui entrano in gioco le dimensioni sociali (Lovden et al. 2007), per questo motivo possono essere definite โcomprehensive processorsโ, ovvero piรน sensibili ai molteplici dettagli che compongono una scena visiva. In questo modo, sono caratterizzate da unโelaborazione cognitiva piรน completa.
Se poi ci soffermiamo su ciรฒ che entrambi i gruppi raccontano della loro esperienza visiva, si rileva ancora una volta una profonda differenza. Le donne usano maggiori riferimenti ad elementi emozionali (come ad esempio โpauraโ o โsofferenzaโ), mentre gli uomini usano fare ampio ricorso a riferimenti spaziali (come ad esempio โdestraโ o โsinistraโ, โin altoโ, โal centroโ), coerentemente con una strategia di esplorazione basata sulle coordinate spaziali.
Queste differenze sono alla base di un diverso modo di interagire con il marketing del vino. Le donne, a differenza degli uomini, prestano piรน attenzione alle informazioni di tipo narrativo e verbale, valutando criticamente le sfumature di significato contenute nel messaggio (Krugman, 1965). Questa caratteristica le porta a essere piรน caute e obiettive nellโaccettare ciรฒ che viene proposto dalla comunicazione (Shavitt et al., 1998) e interagiscono diversamente con i contenuti dei siti o delle etichette. Inoltre, sembrano curare in maniera piรน puntuale la ricerca dโinformazioni circa il prodotto, non accontentandosi degli aspetti piรน immediati e di superficiali del messaggio.
Si comprende bene, allora, come il marketing possa e debba utilizzare queste differenziazioni per migliorare le proprie strategie persuasive, se intende intercettare un mercato sempre piรน rosa e sempre piรน giovane, almeno allโestero.
Donne
Uomini:
a cura di Vincenzo Russo
professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing, Ph.D
Coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing Behavior and Brain Lab IULM. Direttore scientifico del Master in Food and Wine Communication IULM.
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