Piรน vicina alla Corsica che a Livorno, Capraia รจ una delle isole piรน selvagge dellโarcipelago toscano, unโarea protetta di 18mila ettari di terra e 60mila di area marina. Nonostante chi ci abita dica che โqui รจ tutto piรน difficileโ, negli ultimi anni sono sorte interessanti realtร imprenditoriali, dalle quali traspare un sano desiderio di sostenere lโeconomia locale.
Valorizzare le risorse presenti rispettandone lโautenticitร : con questo obiettivo a Capraia sono nate esperienze di acquacoltura, foraging, orticoltura, apicoltura, allevamento e produzione di vino e, in fase sperimentale, anche di olio. Questo grazie anche alla concessione civica dei terreni dellโex Colonia Penale chiusa nel 1986, riscossi dopo una battaglia tra Comune e Stato. Attraverso un bando pubblico, lโAmministrazione ha dato ai residenti lโopportunitร di usufruire di questi spazi, avviando unโopera di tutela del paesaggio e degli antichissimi terrazzamenti, e sostenendo lโapertura di nuove attivitร valorizzanti.
Anche grazie a operazioni come questa, a Capraia รจ nata unโimprenditoria eroica e coraggiosa che non si deve scontrare solo con la burocrazia, ma anche con quelle 36 miglia nautiche che la dividono dalla terraferma. Queste nuove imprese, spesso ancora start-up, stanno costruendo il futuro passo dopo passo. La sfida di Capraia, oggi, รจ creare unโeconomia rispettosa della sua identitร , che duri dodici mesi e non solo da giugno a settembre.
Le fortune e le sfortune di Capraia sono da imputare ai pirati, alle grandi famiglie di commercianti marittimi, ma in primis alla colonia penale. Se trasformare le isole in penitenziario fosse una buona idea, nessuno puรฒ dirlo, ma certamente il carcere di Capraia ha allontanato dalle coste gli investitori del boom economico tutelandone lโautenticitร e salvandole dalla cementificazione degli anni ’60.
Il Comune concesse al Ministero di Grazia e Giustizia un terzo del territorio e nel 1873 affluirono i detenuti che si dedicavano a pesca, agricoltura, allevamento e pastorizia. Guardie e carcerati si occuparono della manutenzione dei terrazzamenti, ne costruirono di nuovi, fecero sentieri e vissero sullโisola con le loro famiglie.
Quando il carcere fu chiuso, lโarea fu abbandonata, comprese le coltivazioni, situate su terreni demaniali. Ciรฒ generรฒ un inselvatichirsi dellโarea e il degrado del paesaggio rurale. Lโimpossibilitร di utilizzarlo per lโagricoltura fu alla base della contesa del territorio da parte del Comune, sostenuto dalla Regione, e dello Stato.
Ci sono voluti circa ventโanni per decretare la vittoria di Capraia, che oggi puรฒ usufruire di un territorio unico che rappresenta una risorsa essenziale per i 450 abitanti, 120 reali, nei mesi piรน freddi anche meno.
La famiglia Cerri da sempre รจ una famiglia di panificatori e – per metร – di pescatori, ma Francesco, 27 anni con studi in agraria, sa che se vuole rimanere sullโisola deve trovare le risorse per lavorare anche quando i turisti e i pesci scarseggiano. Lโamore per Capraia lo ha spinto ad aprire unโazienda agricola insieme alla compagna Gianna. โLโobiettivo a lungo termineโ spiega โรจ creare un agriturismo, a medio termine produrre vino naturale e nellโimmediato la verdura nel forno di famiglia, essenziale per sostenere i costi quotidiani dellโattivitร โ.
Dopo il lavoro al panificio, dโestate, sugli orti terrazzati della zona dellโex Carcere coltiva pomodori, cetrioli, zucchine, basilico e melanzane, insalata e zucche; dโinverno, quando il pane รจ da fare solo per un centinaio di persone, si dedica totalmente alla terra. Siamo circa a 300 metri sul livello del mare: la vista spazia dalla Gorgona allโElba, Francesco irriga utilizzando vasconi di raccolta di acqua piovana e una fonte naturale. โA Capraia รจ tutto difficile. Ci dividono dalla terraferma tre ore di nave: sono costretto a vendere sullโisola la mia verdura, perchรฉ i trasporti alzerebbero troppo il prezzoโ.
Francesco ha impiantato anche vari filari e, nonostante i mufloni abbiano mangiato parecchi alberelli di vite, questโanno farร la sua prima vendemmia di uva grenache, un cannonau corso anticamente usato con lโaleatico per fare il rappo, un passito molto alcolico affinato nelle botti. Francesco si confronta con i colleghi della terraferma per definire la sua idea imprenditoriale, con lโobiettivo di rendere quelle 36 miglia dโacqua sempre meno incisive.
Se le capre sono state reintrodotte a Capraia รจ merito di un isolano e due continentali: Massimiliano, Alessandro e Jacopo. Le capre erano unโimportante risorsa per il carcere ma scomparvero con la sua chiusura, tornarono a Capraia con esperienze estemporanee e poi nel 2016 con Il Saracello, nato in concomitanza con il bando comunale per lโassegnazione dei terreni civici.
Il gregge di razza Camosciata delle Alpi, con 50 capre e 35 nuovi nati, punta ad arrivare a 100 capi nel 2020. Le capre, che si cibano di mirto, rovi, lentisco ed erbe spontanee, producono circa 100 litri di latte al giorno: troppo poco per soddisfare la richiesta del pubblico che allo spaccio trova ricotta, yogurt, robiole, caciotte di varie stagionature e il Mursa, affinato con elicriso in once di terracotta.
La produzione รจ affidata a Fulvio e Diana, arrivati dalla Maremma ed entusiasti del loro lavoro e di Capraia. โQui le capre vivono tutto lโanno allโapertoโ racconta Fulvio โe bevono lโacqua della fonte del Saracello. Se รจ vero che lโacqua ha una storia, cosรฌ ce lโha il latte, fatto prevalentemente di acqua. Per preservarne il sapore lavoriamo con grande rispetto i pochi litri che arrivano ogni giorno, perchรฉ i nostri formaggi possano raccontare la magia di questโisolaโ.
La Piana รจ un esempio di viticoltura eroica: strade impervie, mancanza di materiali e difficoltร tecniche. Oggi produce 16mila bottiglie in regime biologico con lโobiettivo di arrivare a 22mila in qualche anno. Tutto iniziรฒ nel 1999, quando Stefano Teofili si riappropriรฒ dei terreni del padre nella zona del Piano S. Stefano, unโarea di orti e frutteti protetta dai venti. Qui vennero impiantati i primi vigneti di aleatico, cuore dellโazienda oggi gestita da Alice Bollani. โRicordo la mia prima vendemmia, nel 2010โ racconta Alice โproducevamo solo un vino passito. Grazie ai due ettari e mezzo di vigneto impiantati nella zona di Portovecchio abbiamo poi introdotto un rosato, un vermentino e un rosso intensoโ.
In questa area, oltre ai terrazzamenti affacciati sul mare dove maturano vermentino, ciliegiolo, colorino, sangiovese e ansonica, La Piana ha costruito la cantina, per non dover piรน portare le uve allโElba. โFino al 2015, partivamo con i camion frigo facendo tappa a Piombino, Portoferraio e Porto Azzurro. Lโuva si stressava e i costi erano eccessivi. Ora possiamo vinificare sullโisola e tutelare la qualitร delle nostre etichetteโ. Lโarea ha richiesto interventi importanti: รจ stato ristrutturato un rudere divenuto cantina e realizzato un impianto per lโacqua con pompa di rilancio. Il prossimo passo รจ sistemare le strade perchรฉ le linee di imbottigliamento mobili possano salire con agilitร . โTutti questi sforziโ continua Alice โsono ripagati dai clienti che, degustando i nostri vini, arrivano a Capraia. Esistono molti vini buoni, ma quello che ci contraddistingue dagli altri รจ il territorio. Distribuiamo in Italia, Quรฉbec, Danimarca, Olanda e Paesi Bassi: vogliamo far girare il prodotto il piรน possibile per consentirgli di raccontare il fascino di questโisola.โ
A Capraia ci sono undici licenze per la pesca, ma le barche che entrano in mare sono solo sei. Il pesce scarseggia: di anno in anno ci sono sempre meno aragoste, dentici, occhioni, pesce spada. Non potendo piรน vivere di sola pesca, molti giovani si sono convertiti allโittiturismo. Anche per questo, nel 1998 prese avvio un progetto sperimentale promosso da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) per ridurre lo sforzo di pesca attraverso lโacquacoltura. Lโimpianto andรฒ in disuso e nel 2006 le tre vasche, in stato di abbandono, furono acquisite da una neonata societร , la Maricap, che in dodici anni รจ divenuta un modello di itticoltura studiato e monitorato a livello europeo.
Lโimpianto ha otto vasche, ed รจ unico nel suo genere in quanto situato in un Parco Marino Protetto. ร battuto da onde di 7 metri essendo esposto ai venti per 180 gradi e le vasche hanno oltre 40 metri di profonditร subacquea (la media รจ 20), ciรฒ consente maggiore ossigenazione e corrente. โAbbiamo vinto una sfidaโ sostiene Stefano Dini, socio Maricap โcreando un impianto quasi irrealizzabile, tecnicamente avanzatissimo, con difficoltร di gestione incredibiliโ.
Lโallevamento in mare aperto, che rifornisce Coop Firenze di 250 tonnellate lโanno di orate e branzini di almeno due anni di etร , รจ certificato bio ed รจ antibiotic free. โLโimpianto รจ estensivo, tantโรจ che abbiamo allargato il diametro delle vasche per avere ancora meno densitร โ spiegail Presidente Fabio Dini โCinque chili di pesce al metro cubo, quando solitamente si arriva a venti. Non abbiamo mai fatto trattamenti antibiotici grazie ai grandi volumi di acqua e al ricircolo delle correnti. La buona salute dellโimpianto รจ testimoniata dalla presenza sotto le vasche delle pinne nobili, il piรน grande bivalve del Mediterraneoโ.
Maricap rappresenta anche unโopportunitร lavorativa. โCon noi lavorano 12 persone, la maggior parte giovani dellโisola, che invece di migrare siamo riusciti a trattenere qui: significa che potranno pensare a una famiglia e ad avere dei figli, il che implica avere scuole e servizi. Ci riteniamo un esempio di come si possa trovare un compromesso tra impresa e rispetto ambientaleโ.
Roberta Bonomi ama le api perchรฉ sono โcome i bambini piccoli: non parlano e per capire di cosa hanno bisogno devi entrare in relazione con loroโ. La storia di Roberta e dell’azienda San Rocco inizia molto tempo fa, quando a produrre il miele per gli amici era il suocero. Giuseppe Ferrarini, medico veronese di origini capraiesi e contadino a tempo perso, tornรฒ sullโisola iniziando a tessere una narrazione di biodiversitร unica.
Proprietario di numerosi terreni a Capraia, il dottor Ferrarini scomparse a novantatrรฉ anni nel 2015. Roberta, che lo assisteva nelle attivitร apistiche, decise di occuparsene personalmente creando la prima impresa di Capraia focalizzata interamente sul miele. Roberta, figlia di contadini, laureata in scienze agrarie e insegnante, ogni giorno si reca allโapiario lungo la strada che conduce nel cuore dellโisola, tra viti e alberi da frutto. Ha due sciami, quaranta alveari e โ a due anni dalla fondazione – produce circa 950 chili di miele allโanno. โTutti mi dicevano che a Capraia si potesse fare solo millefioriโ racconta โinvece si possono fare anche unifloreali, come lโerba gatta. Lavorare con le api รจ un lavoro di grande soddisfazione e fatica: ti misuri quotidianamente con il loro benessere. Questโanno cโรจ una sovrapproduzione di miele incredibile. Il motivo? Lโisola รจ fantasticaโ.
L’avventura di Susanna con Arura nasce nel 2012, mossa dai ricordi dellโinfanzia nella maremma grossetana. Professoressa dโitaliano in pensione, รจ tornata a raccogliere quello che la natura offre. โLa macchia capraiese รจ una risorsa incredibile di foglie, bacche, erbe e frutti che trasformiamo in prodotti da bere e mangiare. Quando passeggio per Capraia mi sembra di essere nella macchia di Tombolo, dove andavo con la nonna. Grazie ai suoi insegnamenti, ora ho il piacere di realizzare gli stessi prodotti che imparai a fare oltre sessantโanni faโ. Ogni mese rappresenta unโopportunitร per raccogliere specie endemiche e trasformarle. Susanna con la sua famiglia utilizza il mirto nelle due fasi della crescita (a primavera foglie e fiori e da novembre le bacche), il lentisco, la rosa canina, la rosa di maggio, il corbezzolo, il finocchietto, lโerba gatta, il rosmarino. ร con essi che produce liquori, grappe, sciroppi, marmellate, ma anche sali aromatizzati, preparati di erbe aromatiche e confetture, biscotti. โQui si puรฒ raccogliere moltissimo, molto piรน di quello che facciamo noi. Le erbe edibili sono tante e Capraia ne รจ ricca tutto lโannoโ.
Azienda Agricola La Mursa – https://www.facebook.com/lamursacapraiaisola/
Azienda Agricola Il Saracello – http://capreacapraia.it
Azienda Agricola Biologica La Piana – www.lapianacapraia.it
Maricap – http://www.maricolturacapraia.it
Azienda Agricola San Rocco – www.sanroccocapraia.it
Azienda Agricola Arura – https://www.aruraisoladicapraia.it
Pro Loco Capraia – www.prolococapraiaisola.it/index.html
a cura di Arianna Gandolfi
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