La storia occidentale degli insaccati ha origine con una metafora allโinterno dellโOdissea. In seguito del suo ritorno a Itaca, Ulisse viene accolto dal porcaro Eumeo che gli offre un letto per la notte. Lโeroe omerico si rigira insonne sotto le coperte, incerto su come comportarsi con i proci, e il suo passare da un fianco allโaltro viene paragonato a una salsiccia rigirata piรน volte sul fuoco. Questo insaccato antico viene descritto da Omero in un altro punto dellโOdissea come uno stomaco di capra riempito di sangue e grasso. Se dovessimo azzardare un paragone, potrebbe assomigliare a una via di mezzo tra un sanguinaccio e un haggis scozzese.
Anche la figura di Eumeo, il โdivin porcaroโ che accoglie Ulisse, ci dice qualcosa di interessante: non solo lโallevamento di maiali era considerato importante per lโalimentazione, ma anche chi li accudiva e macellava ricopriva una posizione di rilievo nella societร , pur rimanendo di condizione servile.
La salsiccia gialla
Purtroppo non sappiamo se gli etruschi avessero lโusanza di fare degli insaccati, ma di certo lโallevamento dei maiali era praticato e diffuso. In particolare la Pianura Padana, con i suoi immensi boschi di querce e acquitrini, doveva essere un vero e proprio paradiso per i maiali.
A differenza di quanto avviene oggi, dallโantichitร fino al Medioevo questi animali vennero allevati allo stato brado nelle foreste, come dimostra una bella raffigurazione sulla situla etrusca di Plikasna proveniente da Chiusi in cui รจ rappresentato un porcaro che guida i maiali al pascolo.
La scoperta piรน interessante sui salumi รจ stata fatta nel sito archeologico di Forcello, pochi chilometri a sud di Mantova, in cui รจ stato indagato un insediamento etrusco datato tra VI e V secolo a.C. Tra i numerosi resti di maiale allevati sono sorprendentemente rare le ossa degli arti posteriori. Nonostante rappresenti una prova indiretta, tutto fa pensare che le cosce non venissero consumate sul posto, ma salate ed esportate. Se cosรฌ fosse, sarebbe la prima testimonianza della produzione di prosciutti in Italia.
Le testimonianze scritte sulla produzione di prosciutti e salumi risalgono allโepoca romana. Da varie fonti vengono riferiti i procedimenti per la conservazione della carne di maiale, a partire da Catone nel 160 a.C., fino al trattato di Apicio in cui convergono ricette comprese tra il primo e il quarto secolo della nostra era. Tra le decine di preparazioni di alta cucina, nel De re coquinaria sono conservate le indicazioni per fare diversi insaccati, tra cui anche le lucanicae (antenate delle moderne luganeghe) destinate a essere affumicate.
Stele del porcaro – il mortaio e il porcaro
Tra le testimonianze piรน interessanti in merito allโallevamento del maiale sono da segnalare le cosiddette โstele del porcaroโ appartenenti a un monumento funebre databile al I secolo d.C. conservato al museo archeologico di Bologna. Sui due segnacoli sono raffigurati un porcaro con quattro maiali e un mortaio con pestello, lo strumento principale per la preparazione della carne degli insaccati. Il defunto ricorda la sua vita con questa iscrizione โNato lontano, in terra straniera, sono finito qui / Questo รจ il mio monumento / L’ho fatto per me e insieme per il mio patrono e per mia moglie / Con quel poco che ho guadagnato col mio mestiere e la mia faticaโ.
La parola โmortadellaโ deriva con ogni probabilitร proprio dal mortaio utilizzato per ridurre in poltiglia la carne. Ma con questo termine in epoca medievale si indicava una preparazione molto diversa rispetto a quella attuale. Nel Trecento ci sono diversi ricettari che descrivono le mortadelle – dette anche โtomacelliโ – come polpette a base di fegato di maiale lessato, profumato di erbe e spezie, poi avvolto nella rete di maiale e fritto. Una sorta di finger food medievale, niente a che vedere con la tipica specialitร bolognese a cui siamo abituati.
Nei secoli successivi le ricette delle mortadelle e dei tomacelli presero strade diverse, anche se per un poโ di tempo sopravvissero forme ibride come le mortadelle di fegato (intese come salume) o i tomacelli di carne di vitello avvolti nella rete e fritti. Con il passare del tempo le mortadelle divennero il salume che tutti conosciamo, mentre i tomacelli non sopravvissero alla fine del Rinascimento.
Nel Rinascimento si moltiplicano le ricette di salumi e insaccati da consumare perlopiรน cotti. A partire dal Medioevo, salami, mortadelle, salsicce e cervellati erano fatti con gli ingredienti piรน disparati, anche a base di pesce, oppure simili a budini con latte, formaggio, albumi e zucchero. In larga parte venivano consumati dopo essere stati lessati o stufato e anche i prosciutti erano trattati allo stesso modo. Esistono numerose ricette che insegnano a dissalare la coscia di maiale e sottoporla a una lunga cottura prima di servirla in tavola.
Lโautore rinascimentale che tratta in maniera piรน esauriente la materia รจ Cristoforo Messisbugo, cuoco ferrarese che passรฒ la propria carriera presso la corte estense e compose uno dei ricettari piรน celebri della propria epoca.
La salsiccia gialla tagliata a fette
Tra i salumi che descrive si trova anche la salcizza gialla, un insaccato particolarmente speziato e colorato con il prezioso zafferano. La salsiccia appare spesso nella lista dei pranzi dei duchi estensi e di norma veniva servita fredda dopo essere stata lessata in acqua e vino. La salsiccia gialla rimase una specialitร della cittร di Modena fino agli inizi dellโOttocento.
Paolo Reggiani mostra le sue salsicce gialle
Per sperimentare le nostre ricette non potevamo che andare da Paolo Reggiani, chef del ristorante โI laghiโ di Campogalliano e instancabile ricercatore delle antiche tradizioni modenesi. Oltre dieci anni fa ha brevettato la โSalsiccia gialla e finaโ su ricetta di Cristoforo Messisbugo riportandola in vita dopo quasi due secoli di oblio. Nel suo ristorante la propone quotidianamente in carta accompagnandola alle tagliatelle allโuovo: un accostamento perfetto per un piatto che profuma di Rinascimento.
(da Cristoforo di Messisbugo, Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale, Ferrara 1549, f. 53 r)
Ingredienti
1 kg di Carne di coscia di maiale
80 g di Parmigiano grattugiato
5 g di Pepe
3,4 g di Cannella
1,7 g di Chiodi di garofano
0,4 g di Zafferano
50 g di Sale
Budello naturale di maiale per insaccare
Per il condimento della pasta
Burro
Cipolla tritata
Ingredienti della salsiccia gialla
Innanzitutto due raccomandazioni: scegliete un taglio di carne (preferibilmente la coscia) che abbia almeno il 20-25% di grasso. Se fosse troppo magro aggiungete pancetta o lardo, altrimenti rischiate di ottenere una salsiccia โasciuttaโ. Lโabbondante quantitร di sale indicata dalla ricetta di Messisbugo รจ adatta solo se fate lessare la salsiccia. Se invece volete usare lโimpasto di carne per condire un primo piatto, consigliamo di utilizzare la metร del sale.
Il budello con lo zafferano
Fate tritare molto finemente la carne dal macellaio (la ricetta originale indicava un passaggio al mortaio in cui la carne si riduce a una specie di crema). Aggiungete le spezie finemente tritate, il parmigiano grattugiato e il sale, mescolando gli ingredienti a mano per almeno una decina di minuti. Colorate il budello con un pizzico di zafferano e utilizzate lโattrezzo per insaccare formando le salsiccie.
Le spezie della salsiccia gialla
Se volete gustare questo salume come facevano i duchi dโEste, non vi resta che lessare la salsiccia gialla ancora fresca per una ventina di minuti in acqua e vino bianco, per poi scolarla e farla raffreddare. Servitela a fettine, come un salame.
Se volete invece renderla protagonista di un primo piato, fate rosolare poca cipolla tritata nel burro e aggiungete lโimpasto di salsiccia sgranato facendolo cuocere una decina di minuti.
A parte lessate le tagliatelle, scolatele al dente e fatele saltare in padella con la salsiccia e poca acqua di cottura. Spegnete il fuoco e mantecate a freddo con un altro pezzetto di burro.
La ricetta delle โMortadelle bone e perfette, etc.โ รจ tratta dal manoscritto conosciuto come โAnonimo venezianoโ del XIV secolo (codice 1071 conservato alla Biblioteca Riccardiana di Firenze).
Ingredienti della mortadella medievale
Ingredienti per circa 20 polpette
500 g di Fegato di maiale
100 g di Parmigiano grattugiato
1 uovo
Erbe aromatiche a scelta (sono consigliate maggiorana e prezzemolo, ma la ricetta lascia completa libertร )
Rete di maiale (omento)
Sale
Abbondante pepe (3-5 g)
Strutto per friggere
Lessate il fegato intero in acqua per circa 30 minuti. Scolatelo, lasciatelo raffreddare e grattugiatelo come se fosse un formaggio (tranquilli, facevano cosรฌ anche nel Medioevo), oppure tritatelo finissimo al mixer.
Il fegato grattugiato
Mettete il fegato cosรฌ ridotto in una ciotola e aggiungete il formaggio, le erbe aromatiche finemente tritate, lโuovo, il sale e il pepe. Mescolate tutti gli ingredienti aggiungendo poca acqua in cui avete cotto il fegato per rendere lโimpasto piรน morbido. Formate delle polpette grosse come una noce o poco piรน e avvolgetele nella rete di maiale.
Scaldate abbondante strutto in una casseruola e friggete le polpette fino a che non saranno di un bel colore dorato. Asciugatele su carta assorbente e servitele caldissime.
Per un tocco moderno servitele con una salsa ottenuta frullando fichi caramellati e vino passito.
a cura di Luca Cesari – www.ricettestoriche.it
Altre ricette dimenticate
Niente da mostrare
ResetGambero Rosso SPA
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd