Noi siamo affatto fuori tema se prendiamo in prestito la catena alimentare come processo dโinsieme dei rapporti tra gli organismi di un ecosistema. In questo caso, quello economico legato alla filiera di produzione e consumo nellโenogastronomia.
Gli organismi sono molti, dalle aziende produttrici ai distributori, dai locatori a locatari, che poi molto spesso sono i ristoratori, ovvero la categoria maggiormente al centro dei dibattiti di questo particolare momento di crisi. Ma non finisce qui, perchรฉ poi si arriva fino ai lavoratori dipendenti e alle imprese di fornitura dei servizi, senza contare quanto, in alcune cittร , incida il turismo. Proprio questโultimo รจ il settore che sta subendo e subirร il danno maggiore.
Se dovessimo cercare delle stime affidabili, in grado di chiarire quanto sia stato il danno economico strettamente legato allโintera catena, faremmo fatica. Questo perchรฉ non basterebbe sommare i danni di ogni singolo settore, ovviamente raccolti su scala nazionale e con numeri che tengono conto sia dellโexport che di consumi interni, ma bisognerebbe andare a scorporare da ognuno di essi la cifra esatta da collocare a ogni singolo segmento.
Per farla breve perรฒ, a qualsiasi segmento si appartenga, la difficoltร piรน grande oggi รจ rappresentata dalla mancanza di liquiditร . Non ci sono soldi. I produttori non possono incassare, i ristoratori non posso pagare, i dipendenti non possono lavorare, mentre cโรจ ancora grande confusione tra gli annunci di sospensione di utenze, canoni e leasing. A oggi, mentre occorre capire come si potrร beneficiare del recente Decreto Liqiuditร , i locatori inseguono la riscossione degli affitti, i produttori cercano di regolarizzare le fatture scadute (spesso molto scadute), i dipendenti chiedono spiegazioni e rassicurazioni, i ristoratori azzerano i conti e si dividono tra delivery sรฌ e delivery no.
Non sappiamo quando tutto riacquisterร un assetto in grado di rimettere in moto la macchina produttiva e dei consumi, ma chi valuta la solvibilitร e il merito creditizio delle imprese, monitora e gestisce il rischio di credito durante tutte le fasi e definisce strategie di marketing descrive due scenari possibili: uno base e uno hard, stimando nella migliore delle ipotesi una perdita che si aggira sui 270mld di euro, il 40% delle imprese a rischio e almeno una su dieci destinata alla chiusura.
Tutto questo porterร a un cambio radicale delle leggi di mercato. Salvo i casi in cui con (in)coscienza si รจ dato fondo alle risorse economiche, la difficoltร รจ reale nella mancanza di liquiditร ed รจ uno scenario che non si aspettava nessuno. Saltano tutte le pratiche consolidate nel bene o nel male negli anni passati, con ipotesi di cambiamento necessario.
Se verranno sospesi realmente versamenti e leasing attivi, se verranno agevolate le forniture dei servizi di utenza come energia, acqua e gas e se i ristoratori decidessero di ripartire con menu piรน snelli e carte dei vini meno impegnative, ma soprattutto se prevediamo come plausibile il crollo del mercato degli affitti (seppur concordati), allora forse noi potremmo tornare a cena senza spendere il doppio di prima. Probabilmente anche nei nostri posti preferiti. I produttori di vino dovranno trovare canali di promozione puntando ancora di piรน allโexport, supportando il consumo casalingo grazie allo sviluppo di e-commerce che siano navigabili. Le aziende produttrici troveranno nel retail nuova forza ed esigeranno dalle attivitร ristorative il rispetto dei saldi fattura secondo termini di legge.
Ogni anello della catena cercherร di non sentirsi piรน quello debole e inevitabilmente, alla ripartenza, lavorerร per assicurarsi una stabilitร duratura centrata su sรฉ stesso. A meno che…
A meno che non si sfrutti questo tempo per trovare soluzioni comuni, dove nessuno deve rincorrere nessuno e ognuno metta le proprie risorse e competenze a disposizione dellโaltro, in una forma partecipata dโimpresa collettiva. Una consociazione che riesca a garantire flussi di cassa circolari, a basso rischio dโimpresa, in grado di tenere in piedi le attivitร a rischio e rilanciare le piรน solide. Se รจ vero che nessuno si salva da solo, affrontare questa crisi รจ possibile solo lavorando insieme.
a cura di Andrea Febo
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