Era la metร di febbraio scorso. Al Salon de lโAgricolture di Parigi, il presidente Macron annunciava lโesordio del marchio Taste France, progetto nato per raccontare al mondo il potenziale gastronomico della Francia, e il suo valore culturale ed economico, nellโambito di una piรน ampia campagna di promozione turistica del Paese, ribattezzata Choose France. Tra gli obiettivi, oltre a quello di valorizzare lโattivitร delle imprese francesi impegnate nel settore, anche la possibilitร di attrarre investitori stranieri intenzionati a investire sul patrimonio gastronomico transalpino. Disinnescando, al contempo, quellโimmagine fin troppo elitaria trasmessa dalla gastronomia nazionale al mondo, โtale per cui i consumatori si sentono obbligati a sforzarsi per capirlaโ, spiegavano i promotori dellโiniziativa โmentre รจ il momento di presentare i prodotti francesi in modo piรน diretto, umile, reale, per conquistare i mercati stranieriโ. Buoni propositi e progetti per il futuro che solo qualche settimana piรน tardi avrebbero dovuto fare i conti con un mondo radicalmente cambiato, alle prese con la piรน spaventosa crisi dai tempi del Dopoguerra. Eppure il progetto Taste France รจ andato avanti, e ora, nel presentare al pubblico il sito web che ne raccoglie intenzioni e speranze, acquista un significato ancor piรน calzante rispetto ai tempi che corrono. Mai come adesso, infatti, รจ importante offrire al mondo unโimmagine di sรฉ solida e attraente.
E Tastefrance.com lo fa puntando su una delle attrattive piรน celebrate di Francia: la tradizione culinaria e i prodotti enogastronomici che identificano le diverse regioni del Paese. Si tratta del primo sito istituzionale, varato sotto la supervisione del Ministero dellโAgricoltura, promosso in Francia per promuovere allโestero il comparto, e per questo tradotto in sei lingue (ma stupisce lโassenza dellโitaliano): inglese, tedesco, giapponese, cinese, spagnolo, oltrechรฉ francese. โLa gastronomia e il gusto per le cose buone sono inseparabili dall’identitร e dalla cultura francesiโ, ha spiegato il ministro dellโagricoltura Julien Denormandie โe siamo fieri di sostenere attraverso questa piattaforma la capacitร dei nostri produttori e il settore agroalimentare francese in tutto il mondoโ. Il sito (cui รจ associato anche un profilo sui diversi social network), infatti, sarร anche vetrina per le attivitร che desiderino promuoversi allโestero, con la garanzia di entrare a far parte di un circuito istituzionale, rispettoso di certi valori. Ma Taste France fa anche ampio uso dello storytelling, per raccontare piccole realtร produttive, proporre itinerari di viaggio, tour gastronomici, oltre a spunti di riflessione sul futuro del settore che tengono conto di quanto il Covid-19 abbia mutato le prospettive e scombinato lโordine delle prioritร . Cโรจ inoltre spazio per le ricette e per i prodotti โessenzialiโ della cultura agroalimentare francese, con schede dedicate a formaggi e salumi a marchio di denominazione, frutta e ortaggi, vino e molto altro.
La Francia, dunque, continua in modo volitivo a difendere il proprio patrimonio enogastronomico, nonostante la brutta tegola piovuta da Lione qualche settimana fa, con lโannuncio della chiusura definitiva della Citรจ de la Gastronomie di Lione, inaugurata appena nove mesi prima (ma lโamministrazione cittadina si dice giร pronta a lavorare su un nuovo progetto). Nel frattempo, nel Paese, anche la ristorazione ha ripreso a girare con fatica. Allโinizio di giugno รจ stata autorizzata la riapertura delle attivitร negli spazi outdoor, ma giร tre settimane piรน tardi bar e ristoranti hanno riconquistato la piena operativitร , pur nel rispetto delle norme di sicurezza, fondate sul distanziamento e sullโutilizzo delle mascherine da parte del personale. In una cittร come Parigi, dove i caratteristici dehors di caffรจ e bistrot ora possono contare su qualche posto in piรน (ma dovranno fare a meno di lampade riscaldanti e “funghi”, ora vietati per legge), il colpo dโocchio farebbe pensare che i parigini siano tornati ad affollare numerosi le tavole della cittร . Ma in mancanza di turisti stranieri e con lโincertezza di doversi nuovamente fermare, gli analisti stimano che il 15% delle attivitร di settore potrebbero non riaprire piรน. Con la Costa Azzurra e lโIle de France โ dove i ristoranti registrano in media un calo del 40% del fatturato – destinate a scontare maggiormente la crisi del turismo.
a cura di Livia Montagnoli
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