Nel borgo di Cetara, i pescatori escono in cerca di alici alla luce delle lampare. E tradizionalmente lavorano il pesce con maestria per ottenere un prodotto unico: la colatura di alici. Che ora ottiene la Dop. LโItalia sale a quota 308 prodotti a denominazione di origine protetta.
Qualche mese fa, Gianfranco Pascucci e Pasquale Torrente ci raccontavano in video il processo di produzione della colatura di alici, direttamente dallโazienda Nettuno di Giulio Giordano, che svelava loro tutti i segreti per ottenere una colatura a regola dโarte: la salinitร delle acque profonde del golfo di Salerno, da cui provengono le uniche alici adatte allo scopo, pescate con il cianciolo e la caratteristica lampara; la prontezza nel pulire il pesce, decapitato ed eviscerato appena pescato; la marinatura per 24 ore sotto sale, allโinterno dei tradizionali contenitori in legno (i terzigni), che tira fuori lโacqua del pesce; il processo di salatura, disponendo le alici โa pansa e reneโ โ lโuna con la pancia vicina alla schiena dellโaltra โ per ottimizzare gli spazi.
Da tempo, i produttori della colatura di alici di Cetara, che per definizione ufficiale รจ โun prodotto liquido ottenuto dalla maturazione delle alici sotto saleโ, inseguivano il traguardo di un riconoscimento ufficiale per i loro sforzi. E ora la procedura per il conferimento della Dop si conclude positivamente, con lโiscrizione dellโunguento balsamico ricavato dal tempo che agisce sulle alici sotto sale (a qualcuno ricorderร il garum di memoria romana) nel registro delle denominazioni di origine protette. LโItalia raggiunge cosรฌ quota 308 per le specialitร alimentari nazionali tutelate dallโUE: โLa Colatura di Alici di Cetara โ si legge in una nota della Commissione – รจ un elemento molto apprezzato nella gastronomia di tutta Italia e, in molti casi, questo ingrediente unico nella cucina locale della Costiera Amalfitana ha varcato i confini nazionali“. Orgoglio del borgo marinaro della provincia di Salerno โ di cui Pasquale Torrente รจ ambasciatore dโeccellenza, con il suo ristorante Al Convento โ la colatura di alici di Cetara รจ anche la prima Dop italiana che tutela un prodotto trasformato di mare.
Il riconoscimento premia il lavoro dellโAssociazione per la valorizzazione della Colatura di Alici di Cetara, presieduta da Lucia Di Mauro e costituita da quattro aziende produttrici (Nettuno, Iasa, Delfino e Armatore), tre ristoranti (Al Convento, La Cianciola e San Pietro) e due armatori cetaresi (Salvatore Pappalardo e Federmar) in rappresentanza dei pescatori locali. Chi vorrร fregiarsi della Dop, dโora in avanti, dovrร rispettare un rigoroso disciplinare di produzione, che fissa il periodo minimo di maturazione delle alici a nove mesi. Dunque la prima colatura di alici di Cetara a marchio Dop arriverร sugli scaffali nel 2021, nei contenitori in vetro trasparente dโordinanza. Il disciplinare descrive anche le caratteristiche del prodotto: di colore ambrato tendente al mogano, dallโodore persistente e intenso, al gusto di elevata sapiditร e con una salinitร del prodotto โspillatoโ di minimo 20 gr per 100 gr di prodotto. Per secoli, spiega ancora il disciplinare, la colatura ha avuto diffusione limitata al territorio della Costiera Amalfitana, a uso e consumo delle famiglie che tradizionalmente ci condivano spaghetti o linguine durante le cene di Vigilia. Grazie alla ristorazione cetarese, a partire dagli anni Ottanta, la colatura ha iniziato a raggiungere un pubblico piรน ampio, riscuotendo apprezzamento in Italia e allโestero.
a cura di Livia Montagnoli
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