โQuando mi sono iniziato a interessare ai funghi, ero ancora alle scuole medieโ, racconta Claudio Rossi, che di professione รจ insegnante, ma ha una seconda (pienissima) vita da micologo. ร lui che forma e prepara gli ispettori sanitari che si accertano che il frutto della raccolta, amatoriale o meno, sia commestibile. ร lui che mette al riparo da possibili avvelenamenti. Ed รจ sempre lui che cerca di far conoscere la grande biodiversitร esistente, a fronte di un mercato sempre piรน limitato. E lo fa avendo come sponda costante la cucina. โSpesso chi studia i funghi lo fa per lavoro, dal punto di vista scientifico, oppure per hobby, in modo strettamente collegato al loro uso alimentare: sono cercatori che per andar per funghi devono conoscerli. Ioโ scherza โdico che sono micofagi piรน che micologiโ. Rossi rappresenta l’anello di congiunzione tra questi due mondi. I suoi studi non partono dalla cucina, ma spesso ci finiscono. E non solo nella sua.
La ricerca dei funghi. Foto Alex Moling tratta dal libro Cook the Mountain
Nel suo percorso, รจ stato vicino ad alcuni dei piรน importanti studiosi del settore: il prof Moser dell’Universitร di Innsbruck, Bruno Cetto di Trento e uno dei suoi discepoli: Francesco Bellรน, tra i piรน importanti nomi della micologia moderna. โE grande appassionato di cucina, anche quella d’autoreโ. Ed รจ accompagnando Bellรน in una delle sue scorribande gastronomiche, che si imbatte in Norbert Niederkofler. โUna volta, in primavera, in un suo menu vediamo un piatto con funghi marzaioliโ racconta. โQuando lo portano in tavola capiamo che c’รจ stato un equivocoโ. Perchรฉ รจ vero che quei funghi erano primaverili, ma non erano i marzaioli o meglio i marzuoli, โovvero Hygrophorus marzuolusโ, apprezzati dagli appassionati ma pressochรฉ sconosciuti al grande pubblico. โL’intuizione era giusta, ma Norbert non poteva sapere dell’esistenza di un fungo chiamato cosรฌโ. A quel punto la scintilla รจ scoccata: lo chef del St. Hubertus all’Hotel Rosa Alpina capisce che ha a davanti a sรฉ qualcuno che puรฒ approfondire sia la conoscenza scientifica dei funghi sia il loro legame con la cucina. E vuole approfittarne. Una cosa rara: โรจ difficile trovare cuochi che propongono vecchie varietร micologicheโ, gran parte dei menu oggi si giocano su porcini, finferli, quando va bene ovoli, morette o igrofori, โmentre Norbert ha un approccio un po’ diverso dal solitoโ. E parte una collaborazione.
Comincia con alcune uscite nel bosco, nelle quali Claudio porta il sous chef Michele Lazzarini e alcuni cuochi della brigata di Niederkofler, per formarli sulle specie fungine commestibili, la loro stagionalitร (oggi posticipata a causa del cambiamento climatico) e le caratteristiche, a partire dai famosi marzuoli, โcosรฌ hanno imparato a riconoscerli e studiarne le potenzialitร gastronomicheโ. I cuochi fanno ricerca in cucina: fermentazioni, infusioni, e cosรฌ via. Sacco รจ una sponda preziosa, conoscendo tutte le caratteristiche organolettiche di questi prodotti: suggerisce, ispira, stimola il lavoro dei cuochi, lancia idee: โi professionisti in cucina sono loroโ dice, ma sapere che l’Hygrophorus agathosmus ha un aroma di mandorle amare e il Mycetinis scorodonius di aglio, apre nuove frontiere, soprattutto se poi questi dati vengono elaborati in cucine di avanguardia come quella del St. Hubertus. โAttualmente siamo ancora in una fase molto sperimentaleโ racconta โsono pochissime le cose nate da questi studi poi proposte al pubblicoโ: una รจ il raviolo con ricotta e steccherino bruno, che nasce da una delle prime uscite per i boschi. Nel frattempo i cuochi hanno preso dimestichezza โin due anni sono diventati braviniโ sorride โe hanno imparato a conoscere diverse specieโ molte di piรน di quelle abitualmente impiegate in cucina. ??? ??? ?????? ? ???? ????? ?????? ????? ? ??????? ???????? ?????? ???? ????? ??????? ??? ??? ??? ???? ???? ?? ???????? ?????????.
Un piatto di funghi del St. Hubertus. Foto di Alex Moling tratta dal libro Cook the Mountain
โNegli ultimi 20 anniโ spiega โa seguito della legge che impone un controllo molto serio sui funghi – una legge giusta che tutela il consumatore – sono diminuite di tanto le varietร disponibiliโ continua โuna volta nei mercati si vendevano cose oggi conosciute solo dai micologiโ. Una contrazione che non รจ solo un fenomeno italiano, sembrerebbe, se attualmente sono circa 300 le specie usate e consumate in tutto il mondo – โmentre quelle usate come sostanze stupefacenti sono quasi 200โ. Non deve stupire: โil primo fungo consumato dall’uomo รจ l’Amanita muscaria, quello rosso a puntini bianchi, un fungo allucinogeno impiegato come antidolorifico ed eccitanteโ.
Ancora oggi รจ un mondo per certi versi ancora misterioso, quello dei funghi, perchรฉ โ escluse poche specie, principalmente quelle coltivate โ si sa ben poco di questi organismi, a livello scientifico. โAlcuni li mangiamo perchรฉ sappiamo che sono commestibili, e la conoscenza che ne abbiamo รจ legata a una trasmissione culturale, ma nella maggior parte dei casi, non si sa cosa c’รจ dentro, persino quelli velenosiโ aggiunge โspesso non sappiamo perchรฉ fanno maleโ. La ricerca in questo campo รจ un lavoro complesso. Alcune specie, per esempio, sono mortali se mangiate in grandi quantitร , โricordo il caso di un fungo vietato nel 2000, dopo una intossicazione mortale: ci sono voluti 15 anni per capire esattamente perchรฉโ, questo per la difficoltร di isolare e analizzarne i contenuti. โDi un fungo velenoso, lo scorso anno, abbiamo raccolto piรน di 50 chili, ma non siamo ancora riusciti a isolare la molecola tossica, e a capire cosa determina le reazioni gastrointestinaliโ. Per scoprirlo serve molto prodotto โma la crescita del fungo รจ imprevedibile e spesso non si hanno grandi quantitร โ. E poi la ricerca costa, โma l’interesse dell’industria farmaceutica rispetto alcune sostanze potrebbe far evolvere molto gli studiโ. Ci sono perรฒ anche altri impieghi, per esempio nell’industria tessile, โe poi c’รจ una molecola usata nella plastica del Lego, per renderla indistruttibileโ.
Rossi, in Alto Adige, vive un contesto particolarmente favorevole per i funghi, โqui vengono riprodotti quasi tutti gli habitat possibili in Italia: si parte dal bosco classico di fondo valle, tipico del clima mediterraneo, e poi si sale verso le montagne in cui crescono tutte le varietร nostraneโ. I funghi infatti si trovano in corrispondenza di un determinato habitat boschivo, quasi tutti i piรน pregiati crescono in simbiosi con le piante, mentre alcuni che si possono coltivare, vivono quasi esclusivamente collegati a un certo terreno. Un’immenso patrimonio di biodiversitร a portata di mano. โIn estate faccio percorsi micologici con i turisti, nei boschi; vedo molto interesse, ma la prima cosa che chiedono รจ sempre se รจ commestibile: l’aspetto gastronomico รจ quello che attira di piรน, come nel caso di erbe spontanee, in armonia con una riscoperta di prodotti, ricette e sapori antichi e casalinghiโ. E Rossi, che ha sempre avuto una passione per la cucina, e non solo quella tradizionale, non si tira indietro, sperimentando anche lui nella sua cucina di casa.
Nei negozi, i prodotti in vendita devono essere certificati, con l’indicazione del nome dell’ispettore che ha effettuato il controllo. In caso di raccolta, invece, ci sono le Asl a cui il privato puรฒ rivolgersi gratuitamente per il controllo micologico. In ogni caso, perรฒ bisogna sempre tenere a mente le 3 regole fondamentali dei funghi: โmangiarli cotti, mangiare quelli che sono sempre stati mangiati, e mangiarne pochiโ.
a cura di Antonella De Santis
foto tratte dal libro Cook the Mountain
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