โIn un modo o nellโaltro, la cucina aveva sempre avuto un ruolo di spicco nella mia vita: coltivare le piantine, raccoglierle, soffrire la fame, avere cibo in abbondanza, venderlo al mercato locale; prepararlo, mangiarlo, condividerlo e apprezzarloโ.
Una forza della natura, Lidia Matticchio, nata da Pola nel 1947 quando la cittร , oggi in Croazia, era ancora italiana. Fuggita a Trieste e poi negli Stati Uniti nel 1958. Qui il suo nome e la sua vita si legano a quella di un altro istriano, Felice Bastianich.
Ma la storia che Lidia Bastianich racconta nel suo ultimo libro Il mio sogno americano uscito per i tipi di Solferino, comincia prima, molto prima. Prima ancora che lei nascesse – seguendo le tracce di una guerra che ha insanguinato l’Italia e l’Europa โ e prima che Lidia fosse Lidia (per i primi anni della sua vita in famiglia fu chiamata Giuliana). ร una storia di affetti e di indigenza, come molte della prima metร del ‘900, di tavole povere ma piene di sapore. Un racconto che mescola Pola con Busoler, un dove abitavano i nonni, tra orti, animali da cortile, alberi da frutto. โIl viso di mia nonna raccontava la storia di una vita trascorsa allโaria aperta, a faticare nellโorto, ad accudire gli animali, a cucinare, lavare e occuparsi della famigliaโ si legge nel capitolo dedicato alla signora Rosa, e tanto basta per suggerire un orizzonte difficile, ma pienissimo.
A questa parte della sua vita Lidia dedica tempo, spazio e ricordi: molte pagine ad accarezzare un paradiso perduto una notte, quando tre uomini in uniforme prelevarono suo padre, accusato di essere un capitalista. Il carcere durรฒ un mese. Nel libro si segue la tormentata vicenda istriana, l’avvento di Tito e la successiva fuga dei Matticchio. Prima a Trieste (con il profumo di caffรจ nelle strade) in un’Italia โPaese di prima accoglienzaโ ovvero in cui โgli immigrati venivano accolti ma non necessariamente integratiโ, poi ben piรน lontano, oltre Oceano. Non senza un lungo passaggio da apolide, in un campo profughi. Sarebbe ugualmente comprensibile la fortunata vicenda americana di Lidia senza conoscere questi passaggi drammatici della sua vita? Senza il peso di un’infanzia difficilissima, di una prima adolescenza โalla ricerca della mia spiritualitร โ che potesse sostenerla in una situazione di grande incertezza.
Prima che l’Italia fosse investita dal boom economico, l’intera famiglia Matticchio vola negli Stati Uniti, per inseguire il sogno americano, o semplicemente sfuggire alla fame, un โviaggio verso la libertร e una nuova vitaโ, senza avere parenti o amici, senza conoscere la lingua, senza soldi, senza un lavoro. Ma con la prospettiva di scoprire un nuovo mondo e la possibilitร di costruire un futuro.
Approda a New York, passa in New Jersey, poi va ad Astoria, comincia la sua nuova vita americana, un lavoretto le consente di acquistare del cibo precotto e surgelato: โsono americanaโ esclama dopo averlo mangiato. Ma poi รจ con i ristoranti che guadagna qualche spicciolo. E fa suo apprendistato. Conosce la cucina italoamericana, ne capisce le origini e le ragioni: la mancanza di olio di oliva, prosciutto, la grande disponibilitร di carne, e l’aglio – uno dei pochi prodotti simili a quelli italiani – come trait d’union con la terra natia. Dopo qualche tempo si sposa con Felice Bastianich. Con lui apre Buonavia: il primo ristorante, nel Queens, poi seguito da Villa Secondo. โNella vita bisogna rischiareโ. Locali semplici in cui ha portato in tavola i sapori della sua infanzia. La famiglia nel frattempo si รจ allargata, con la nascita di Joe e Tanya. โAllโetร di trentadue anni, con due bambini piccoli e due ristoranti di successo avviati, mi avventurai in quello che si sarebbe rivelato il progetto piรน spaventoso e rischioso della mia vita: la costruzione del Felidiaโ. Affronta difficoltร di ogni tipo, rischia di fallire, ma finalmente il 16 aprile 1981 Felidia apre al pubblico. Ed รจ con Felidia che si conquista un posto nel cuore degli americani. Da lรฌ รจ storia nota.
Quando Julia (quella, Julia: Julia Child, cui ora รจ dedicata una seria Tv) va a cena da lei, rimane stregata dalla sua cucina e ancor piรน dalla sua umanitร , quella capacitร di entrare in contatto con l’altro. Cosรฌ la spinge verso la televisione e la convince a far conoscere la cucina italiana agli americani, a trasmetterne il sapore, la memoria, l’amore, sino a diventarne emblema e simbolo. Lidia รจ la cucina italiana in America. In lei ci sono tutte le mamme italiane, vere o immaginarie. C’รจ la nostalgia, l’entusiasmo, la forza. Ma, probabilmente, quel suo patrimonio non avrebbe avuto il successo che ha avuto se non si fosse incrociato con una grande capacitร imprenditoriale: โDallโItalia ho preso lโamore per il cibo, dallโAmerica la capacitร di fare businessโ. Infaticabile, ottimista, piena di energia. Lidia รจ entrata nelle case americane, attraverso la tv e i suoi molti libri. E continua ancora con questa appassionata autobiografia.
Il mio sogno americano – Lidia Bastianich โ Solferino โ 432 pp. – 20 โฌ
a cura di Antonella De Santis
ยฉ Gambero Rosso SPA 2025
P.lva 06051141007 Codice SDI: RWB54P8 Gambero Rosso registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
Made with love by Programmatic Advertising Ltd
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati