Non si parla di una vittoria definitiva. Piuttosto, per il momento, di una parentesi che fa ben sperare. Quattro mesi di respiro per i prodotti dellโagroalimentare italiano destinati allโexport negli Stati Uniti; tanto quanto durerร il periodo di sospensione dei dazi doganali ratificati alla fine del 2019 dal governo Trump, come ricaduta dellโaffaire Airbus-Boeing, e in vigore ormai da diciotto mesi. Lโannuncio รจ affidato alle parole di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, che negli ultimi giorni ha raggiunto un accordo con il neopresidente degli Stati Uniti Joe Biden, e parla di un periodo di sospensione โinizialeโ, riportando lโimpegno congiunto โa risolvere queste controversieโ. Per lโItalia il mercato delle esportazioni agroalimentari negli States vale 500 milioni di euro, e a tirare un sospiro di sollievo, pur momentaneo, รจ in primis il made in Italy delle Dop, delle Igp e dei Consorzi di Tutela, che ha trovato nellโeuroparlamentare Paolo Di Castro un ambasciatore di peso nel dirimere la controversia. Per primo, infatti, Di Castro aveva presentato una proposta di moratoria, sostenuta poi della Commissione Agricoltura dellโUe, e ora parla di unโottima notizia, pur consapevole di dover negoziare una soluzione definitiva alla disputa Boeing-Airbus: โCredo, perรฒ, che in un momento come questo di pandemia e di calo dei commerci internazionali, possiamo permetterci di essere ottimisti e di pensare a unโeliminazione definitiva dei daziโ.
A gioire รจ soprattutto il settore lattiero-caseario, il piรน colpito dai dazi americani, che hanno finito per avvantaggiare una concorrenza locale incline a giocare sullโitalian sounding. La soddisfazione รจ condivisa dai Consorzi del Parmigiano Reggiano โ che negli USA ha il suo principale mercato di esportazione, con 12mila tonnellate di prodotto spedite oltreoceano ogni anno –ย e del Grana Padano. Dallโautunno 2019, il Parmigiano ha scontato โ come gli altri formaggi – ย dazi aggiuntivi del 25%, e il prezzo a scaffale รจ passato dai 40 ai 45 dollari al chilo, determinando un calo della domanda aggravato dallโultimo anno di pandemia. Dunque, dichiara oggi il presidente del consorzio Nicola Bertinelli, โsiamo ottimisti per il futuro: ci auguriamo che lโamministrazione Biden metta fine a questo contenzioso commerciale che non รจ piรน sostenibileโ. Ottimismo espresso anche da Stefano Berni, direttore del Consorzio Grana Padano: โDa tempo aspettavamo un cambio di rotta nei rapporti fra Usa e Ue che la nuova amministrazione Biden aveva giร fatto intuire. Ci sorprendono iย tempiย cosรฌ rapidi per la diplomazia, ad appena quaranta giorni dall’insediamento. Siamo estremamente soddisfatti.โ Nel computo del Consorzio, i quattro mesi di tregua sgraveranno 65 milioni di prodotto, garantendo un โrisparmioโ di 16 milioni di euro per distributori e consumatori (perchรฉ ricordiamo che a fare le spese della politica dei dazi sono stati gli stessi consumatori americani, penalizzati sullโacquisto di prodotti made in Italy). Lโintero comparto dellโexport italiano lattiero-caseario negli Stati Uniti vale 350 milioni di euro (dato relativo al 2019), ma nel 2020 il mercato รจ crollato del 21% in valore, portando un ammanco di 50 milioni, a scapito, oltre che del Parmigiano e del Grana Padano, anche di Provolone, Asiago, Gorgonzola.
Allargando lโorizzonte allโintero comparto agroalimentare, tutte le associazioni festeggiano: โCon il nuovo presidente Usa Biden occorre ora avviare unย dialogoย costruttivo tra Paesi alleatiโ sostiene il presidente della Coldiretti,ย Ettore Prandini; โora invitiamo la Commissione a rilanciare anche la gestione degli scambi commerciali su base multilateraleโ, aggiunge Massimiliano Giansanti di Confagricoltura. E per il mondo del vino – finora non toccato dai dazi, a differenza dei vini francesi –ย si pronuncia Paolo Castelletti, segretario generale dellโUiv: โQuesta sospensione va nella direzione di una rinnovataย cooperazioneย transatlantica indispensabile per le imprese vitivinicole, dipendenti dal mercato Usa per 1,6 miliardi di euroโ. Recuperare i rapporti con gli Usa, peraltro, sembra tanto piรน importante in un mondo di relazioni commerciali molto cambiato a seguito di un anno difficile per lโazione della pandemia e per il concretizzarsi della Brexit.
Nelle prime settimane del 2021, lโexport di cibo italiano nel Regno Unito รจ crollato del 38%, per le difficoltร logistiche legate alla nuova burocrazia doganale. Per volumi, l’alimentare รจ il primo settore di export del made in Italy in Uk, e ora Coldiretti denuncia un rischio per 3,4 miliardi di esportazioni agroalimentari nel Paese, dove i prezzi dei prodotti italiani, a partire da frutta e verdura, hanno giร subito rincari evidenti. Anche sul versante cinese, nel frattempo, si registra un intoppo rispetto allโAccordo stipulato tra lโUnione Europea e la Repubblica Popolare Cinese sulla cooperazione e la protezione dallโimitazione e dallโuso improprio della denominazione di 200 Indicazioni Geografiche europee e cinesi, in vigore dal 1 marzo scorso. Diversi Consorzi italiani, infatti, hanno segnalato a Origin (lโassociazione che li riunisce) ostacoli posti dalla Cina alla promozione dei prodotti Dop e Igp: il Paese starebbe chiedendo ai Consorzi di dotarsi di un rappresentante legale in loco per poter svolgere le normali attivitร di promozione. La Cina si appella a una legge del 2017: se fosse confermata la sua posizione, le ripercussioni per lโagroalimentare made in Italy non si farebbero attendere.
a cura di Livia Montagnoli
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