ร una vera e propria battaglia dolce quella che oppone il pangiallo e il panpepato. Tra panettone e pandoro, che sembrano irraggiungibili protagonisti della scena delle festivitร , si insidiano nellโatmosfera natalizia del centro Italia altri due dolci locali: da un lato, il pangiallo, tondo e dorato come il sole che annuncia la fine dellโinverno, rappresentante del mondo rustico e solare dei contadini romani. Dallโaltro, il panpepato, ricco di spezie e frutta secca, porta con sรฉ lโatmosfera colta e sontuosa dei prelati umbri. Nonostante le radici geografiche e le storie differenti, questi due dolci si somigliano per lโuso di ingredienti simili, come il miele e la frutta secca. Ma si vocifera che, con lโarrivo dellโ8 dicembre, giorno storico di preparazione di questi dolci, nei forni e nelle case tra Lazio e Umbria nascano aspre polemiche su quale sia il mix di ingredienti migliore. E,ย soprattutto, attenzione a non confonderli lโuno con lโaltro.
La magia del Natale italiano si gioca anche nei dolci. Il pangiallo nasce a Roma e il suo nome, che significa pane giallo, รจ un chiaro rimando al colore della sua crosta esterna, simbolo di speranza e rinascita, legato al ritorno della luce dopo il solstizio dโinverno. Tradizionalmente preparato nellโantica Roma per celebrare il dies Natalis solis invicti (Natale del sole invincibile) il giorno del 25 dicembre, il pangiallo aveva una funzione rituale: le mogli dei contadini lo preparavano e lo offrivano ai notabili, augurando prosperitร e fertilitร . Lโelemento centrale del pangiallo รจ il suo colore, che puรฒ essere ottenuto grazie a un mix di spezie (come lo zafferano) e a una leggera glassatura dโuovo, che gli conferisce quella caratteristica nuance oro. Gli ingredienti principali โ noci, mandorle, cedro candito e miele โ lo rendono un dolce ricco (in calorie) ma semplice, che una volta rappresentava la tradizione delle famiglie romane piรน modeste, che sostituivano le nocciole e le mandorle con noccioli di frutta essiccati per ridurre i costi. Nonostante la sua popolaritร sia diminuita con lโascesa di pandoro e panettone, il pangiallo si puรฒ trovare ancora oggi, specialmente nei Castelli Romani, dove le pasticcerie e i forni continuano a farne un must natalizio, ancor piรน del pandoro e panettone.
Se il pangiallo celebra la semplicitร e il buon auspicio per il nuovo anno di raccolto, il panpepato รจ un dolce che racconta lโopulenza della nobiltร umbra. La sua preparazione si distingue per lโutilizzo di spezie ricche e aromatiche โ pepe, cannella, noce moscata โ che gli conferiscono un carattere piรน complesso e speziato. Il panpepato รจ originario dellโUmbria, di Terni per la precisione, dove risiede dal 2020 la sua Igp e il disciplinare. Si narra che il suo nome derivi dalla ricchezza di pepe utilizzato nella preparazione, e che veniva consumato soprattutto dai prelati e dalla nobiltร , che potevano permettersi ingredienti pregiati come il cioccolato fondente e le spezie provenienti dallโOriente. Come il pangiallo, anche il panpepato รจ ricco di frutta secca (nocciole, noci e mandorle) e miele, ma a differenza del suo concorrente, si distingue per lโuso di una maggiore quantitร di spezie e per la presenza del cioccolato, che nelle varianti moderne รจ diventato un elemento distintivo.
La preparazione di pangiallo e panpepato รจ tradizionalmente legata alla festivitร dellโImmacolata Concezione, e il dolce viene preparato giร a partire da quel momento per essere consumato fino alla Pasqua, segno di quanto la sua conservabilitร fosse apprezzata nelle famiglie. Ogni variante ha una sua peculiaritร : in Toscana, e in particolare a Siena, ad esempio, il dolce รจ ricoperto di zucchero a velo e viene chiamato panforte Margherita, in onore della Regina Margherita, mentre in Emilia-Romagna, a Ferrara, รจ caratterizzato dallโuso del cioccolato fondente per coprirne la crosta esterna. Sostanzialmente, la differenza tra i due dolci risiede soprattutto nei sapori: mentre il pangiallo รจ piรน zuccherino, grazie al miele e allโuvetta (ecco perchรฉ viene preferito dai piรน piccini), il panpepato ha un carattere piรน deciso, e il pepe lo rende piรน piccante e aromatico. De gustibus. In fondo, sono due facce della stessa medaglia: una piรน solare e rustica, lโaltra piรน aristocratica e speziata. Chi vincerร questa sfida nel cuore dei golosi italiani? La risposta, probabilmente, dipenderร da quale ricetta รจ piรน legata ai ricordi e ai profumi della propria infanzia.
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