Idee

A Roma Fori, Palatino e Colosseo sono diventati centri di produzione agricola

Nel cuore di Roma, il Parco Archeologico del Colosseo tutela lโ€™area archeologica piรน famosa del mondo. Ma non solo. Anche il paesaggio storico costituisce un elemento da valorizzare. Per questo oggi si producono anche olio, miele e (presto) vino.

  • 22 Marzo, 2021


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Cosโ€™รจ il Parco Archeologico del Colosseo

Il Parco Archeologico del Colosseo รจ nato ufficialmente nel 2017, per valorizzare lโ€™area archeologica piรน importante del mondo โ€“ quella che comprende il Colosseo, il Foro Romano e il Palatino, la Domus Aurea โ€“ anche sotto il profilo paesaggistico. A raccontarcelo รจ la direttrice del Parco, Alfonsina Russo, che sottolinea il valore etico e culturale di unโ€™istituzione innovativa nel suo concepire lโ€™area su cui insistono vestigia tanto preziose del passato classico di Roma non solo come importante polo archeologico, ma anche come polmone verde nel cuore della cittร , e isola di biodiversitร .

Vista sulla basilica di Massenzio

Per questo, da qualche anno, nel Parco รจ iniziata unโ€™intensa attivitร  di tutela e valorizzazione del verde – a partire dal censimento di tutte le essenze arboree presenti, molte centenarie – che non puรฒ prescindere dal contesto storico che caratterizza lโ€™area. Sulla base di queste premesse bisogna interpretare lโ€™attivazione di produzioni agricole avviate con la supervisione di Gabriella Strano, architetto paesaggista del Parco, e il coinvolgimento di partner/sponsor privati di alto profilo.

 

Produzioni agricole nel cuore della Roma classica

Dunque, allโ€™insaputa dei piรน, da qualche tempo il Parco del Colosseo รจ anche un centro di produzione agricola, sebbene i prodotti non siano destinati alla vendita, โ€œperchรฉ si tratta di unโ€™operazione etica, che mira a sviluppare senso civico nei confronti della cultura, e al contempo didattica, perchรฉ darร  il lร  a laboratori, visite, degustazioni rivolti al pubblico che visita il parcoโ€, spiega la Direttrice. Ma come si sta sviluppando questa attivitร  agraria? Partendo dalla storia del luogo: โ€œLโ€™agricoltura era il fulcro dellโ€™economia romana. Oggi, nella piazza del Foro convivono le tre piante centrali della cultura mediterranea, il ficus ruminalis legato al mito delle origini di Roma, la vite e lโ€™ulivoโ€ spiega Gabriella Strano. โ€œSiamo partiti da lรฌ per valorizzare un ecosistema giร  presente nel Parco, con operazioni che fossero anche economicamente vantaggiose: penso ai problemi causati dalle olive non raccolte che prima cadevano in terra complicando la fruizione dei percorsi di visita. Oggi quelle olive vengono raccolte grazie alla collaborazione avviata con Coldiretti Lazio, che si preoccupa anche della potatura degli alberi sottostando a vincoli paesaggistici, e poi della spremitura per produrre lโ€™olio del parcoโ€. In totale sono 190 gli ulivi presenti nel Parco, tra cui alcune piante centenarie nellโ€™area dellโ€™arco di Tito; lโ€™attivitร  di raccolta e produzione sarร  utile ad avviare laboratori legati al ciclo dellโ€™oliva.

Le arnie di Grabees sul Palatino

Il miele del Palatino con Grabees

Poi cโ€™รจ il miele: nel 2019, nella zona del Palatino meridionale (quella che affaccia sul Circo Massimo), sono state collocate quattro arnie in collaborazione con il comitato Mura Latine, che cinque anni fa ha avviato il progetto Grabees: โ€œLโ€™obiettivo รจ quello di installare arnie lungo le Mura Aureliane e nelle aree archeologiche di Roma per tutelare le api urbaneโ€ racconta Annabella dโ€™Elia, referente del progetto โ€œOggi siamo presenti nel Parco dellโ€™Appia Antica, allโ€™acquedotto Antoniniano e nel Parco del Colosseo, in tutto parliamo di una quarantina di arnie. รˆ unโ€™occasione per fare monitoraggio ambientale e produrre un miele di qualitร  ribattezzato Miele di Romaโ€. Questa operazione ha messo in risalto lโ€™incredibile biodiversitร  vegetale di Roma, โ€œsiamo riusciti a censire molte specie vegetali che non rientrano nellโ€™albo del Comune di Romaโ€. Quello prodotto sul Palatino รจ un miele millefiori con essenze di mirto e trifoglio, e le arnie sono state collocate in un contesto particolarmente suggestivo, โ€œproprio sotto le capanne romulee, tra la cave di tufo e un paesaggio rigoglioso di piante e fioriโ€, spiega lโ€™architetto Strano.

La vigna barberini

La Vigna Barberini

Il Bellone nella Vigna Barberini

Lโ€™ultimo tassello di questa operazione รจ il vino, con il vigneto che a breve sorgerร  nellโ€™area della Vigna Barberini, in collaborazione con lโ€™azienda vitivinicola Cincinnato di Cori. โ€œSiamo nel contesto ideale per lavorare sul terreno senza rischi per le strutture archeologiche, perchรฉ nella Vigna Barberini si lavora su terra di riporto degli scavi del tempio di Eliogabaloโ€ spiega la dottoressa Strano โ€œAl contempo ci troviamo in un punto storico, ricordato per gli orti seicenteschi, la cosiddetta vigna maritata. Tutto il colle Palatino, dal Medioevo divenne vigna, ospitando orti e alberi da frutto. Per trovare tracce di impianti di vite settecenteschi, invece, dobbiamo spostarci nellโ€™area della Domus Aurea. Ma abbiamo planimetrie dellโ€™epoca che ci mostrano anche la sistemazione dei vigneti nella zona dove ora pianteremo le nostra barbatelleโ€. Il vitigno scelto รจ il bellone, storicamente legato alla tradizione laziale: โ€œGiร  Plinio il Vecchio lo cita come vino apprezzato dai romani, noi abbiamo creduto nel Bellone, come pure nel Nero Buono, giร  negli anni Ottanta, quando molti cercavano chardonnay e cabernetโ€, racconta Giovanna Trisorio, responsabile commerciale di Cincinnato, che con Nazzareno Milita, presidente della cantina, ha aderito con entusiasmo allโ€™iniziativa. A Cori, lโ€™azienda รจ in attivitร  del 1947. Ora presterร  il suo know how per impiantare una piccola vigna, secondo la logica di inizio secolo, con pali di castagno, e in produzione biologica, senza neppure avvalersi di un impianto di irrigazione: โ€œLโ€™obiettivo รจ impattare meno possibile sullโ€™area, lavoreremo manualmente. Ci รจ sempre piaciuta lโ€™idea di ricollegarci allโ€™antichitร , non a caso in azienda produciamo vini come Castore e Polluce, la storia di Roma fa parte del nostro Dna, e questa collaborazione รจ una grande opportunitร โ€.

Le prime bottiglie di una piccolissima produzione saranno pronte tra tre anni. Nel frattempo la Vigna Barberini – che ora accoglie anche diversi alberi da frutto storici, tra cui il fico ruminale, il pero e gli agrumi in arrivo dagli Horti Farnesiani โ€“ si candida a diventare unโ€™area di divulgazione importante per indagare sulla storia della viticoltura.

Per promuovere le sue attivitร , in concomitanza con la Giornata Nazionale del Paesaggio dello scorso 14 marzo, il Parco ha avviato il progetto PArCo Green, che comprende una serie di iniziative volte a ridurre lโ€™impatto ambientale, diminuire lโ€™inquinamento, conservare lโ€™ecosistema e la biodiversitร . Un sito online raccoglie tutte le attivitร  sul tema.

www.parcocolosseo.it

video a cura di Massimiliano Tonelli

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