Nel giorno in cui tutti ricordano Paolo Rossi – ennesimo mito nazionalpopolare che ci ha lasciato questโanno – il mondo della ristorazione italiana si stringe idealmente intorno alla famiglia del San Domenico di Imola.
Lo storico ristorante festeggia proprio nel 2020 i suoi primi 50 anni di attivitร : fu il patron Gianluigi Morini a battezzare lโesordio in cucina di un giovanissimo Valentino Marcattilii. Era lโinizio degli anni Settanta, Natale, fratello di Valentino e uomo di sala, era stato coinvolto sin dal debutto (nel 1970) nel progetto che Morini โ classe 1935, un diploma in ragioneria, una parentesi nella recitazione a Roma, poi lโaddio al lavoro in banca per fondare un ristorante che fosse esempio di accoglienza e rinnovamento – aveva disegnato con tanta luciditร : โMorini aveva un progetto, lui sรฌ che era contaminato dalle idee di svecchiamento che si respiravano in quegli anni. Non gliene fregava nulla di portare a tavola tagliatelle burro e salvia, ravioli e castrato, che erano i piatti bandiera dellโEmilia Romagnaโย raccontava Marcattilii in occasione della nostra ricognizione sulle origini della cucina italiana moderna negli anni Settantaย โIl cuoco che avevano, perรฒ, non capiva, forse non aveva la voglia nรฉ la testa per pensare di fare altro. Io ero proprio alle primissime armi in cucina, stretto tra le idee di Morini e le padelle che volavano (e ho appreso subito che volavano basse!) tra il cuoco e la sua morosa ai fornelli con luiโ.
Nel giro di poco piรน di un anno, quella visione avrebbe cambiato il modo di fare ristorazione in Italia: โGianluigi era amico di Veronelliโ ricorda ancora Marcattilii โe gli chiedeva spesso se aveva idea di come trovare un cuoco che potesse essere adatto al suo progetto. Fu cosรฌ che ebbe inizio la sfida: portare la cucina alta, quella delle grandi case aristocratiche, quella che in pochissimi potevano mangiare, nelle cucine di un ristorante borghese, per tuttiโ. Con questo scopo iniziรฒ il corteggiamento di Nino Bergese, โil cuoco dei re e re dei cuochiโ: dopo unโiniziale riluttanza, lโaccordo fu stretto a tavola, davanti a un pranzo delle grandi occasioni al San Domenico: Bergese avrebbe fornito dieci ricette, al costo di 100mila lire ciascuna. Ma la consulenza assunse presto i contorni di un sodalizio che fu prolifico per tutte le parti in causa, e si protrasse per anni, in virtรน di una reciproca stima. NellโItalia dellโepoca, un certo tipo di ristorazione dโambizione โ soprattutto quella proposta dai grandi alberghi โ subiva ancora la fascinazione della cucina internazionale. Lโeco della Nouvelle Cuisine era vissuta ancora solo come ombra riflessa.
Al San Domenico, invece, lโapproccio fu da subito diverso: mercato e tecnica (in filo diretto con la Francia, meta di ripetuti viaggi di aggiornamento e incursioni gastronomiche da parte dei fratelli Marcattilii e di Morini) furono gli elementi essenziali per portare avanti la rivoluzione, incarnata in cucina da Marcattilii e benedetta da Morini. Attorno a loro si costituรฌ la brigata, una vera brigata di cucina come in Italia non si era mai vista. Lโobiettivo? Fare cucina familiare di alto livello, nobilitandola con un servizio di sala altrettanto competente e curato. Il resto รจ storia, arrivata persino a New York (dove il San Domenico aprรฌ una sede negli anni Ottanta). ร stato questo il terreno fertile per la creazione di piatti memorabili, come lโuovo in raviolo San Domenico. Storia e ricette celebrate nel libro firmato un anno fa da Massimiliano Mascia (che oggi affianca lo zio Valentino in cucina) e persino da una mostra fotografica dedicata ai 50 anni del San Domenico, allestita nei mesi scorsi ai Musei Civici di Imola, nel rispetto di tutte le misure anti-Covid.
Proprio nellโanno del cinquantenario della sua piccola grande rivoluzione, Gianluigi Morini ha salutato tutti: da qualche tempo ricoverato in ospedale, lโimprenditore romagnolo scompare allโetร di 85 anni. Fino al 2012 รจ stato sempre presente per accogliere gli ospiti nel suo San Domenico, lasciando poi il testimone ai fratelli Marcattilii, in un passaggio di consegne piรน che naturale: โHo tirato su questi ragazzi come miei figlioliโ ricordava di recente Morini โSia Natale che Valentino, e Massimilianoโฆ E tutti i ragazzi che hanno lavorato al San Domenico, oggi in giro per il mondo, che mi telefonano, chi da New York, chi da Bangkokโฆโ. I suoi ragazzi, oggi, lo celebrano con affetto: โCon Morini nasce il ristorante che siamo onorati di portare avanti da 50 anni preservandone lโidentitร , lo spirito di avanguardia e il sogno di un luogo di condivisione e grande calore, quello di una famiglia che lui stesso ha voluto creare. Era e rimane un amico fraternoโ, scrivono Valentino, Natale, Massimiliano, Giacomo e tutta la famiglia del San Domenico.
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