intervista

La norma anti Ferragni non convince gli esperti: "Fatta su misura, le regole Agcom non coprono tutti gli influencer"

Secondo il presidente dell'Agcom, con le nuove norme sugli influencer ยซรจ finito il Far Westยป. Ma per Marco Cioni, imprenditore che lavora da tempo nei social media, diverse cose non tornano

  • 12 Gennaio, 2024

Il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella, ha detto che sugli influencer ยซรจ finito il Far Westยป. Ma le misure introdotte dopo il Pandoro-gate contro la pubblicitร  occulta sono davvero una svolta epocale? E quanto le nuove norme sono tagliate sul caso Chiara Ferragni? Lo abbiamo chiesto a Marco Cioni, che lavora da tempo nellโ€™ambito del digital marketing e del social media management, collaborando con i piรน importanti creator romani. รˆ anche manager di Lorenzo Prattico (su Instagram conosciuto come “prattquello”).

Norme โ€œanti-Ferragniโ€?

Spiega Cioni: ยซI tempi tra la vicenda Ferragni e la diffusione di nuove norme da parte dellโ€™Agcom coincidono. Potrebbe sempre essere una coincidenza, ma mi sembrerebbe piuttosto strano, anche perchรฉ, vedendo come sono state scritte queste regole, si capisce che sono pensate per un certo tipo di influencerยป. Le nuove norme contro la pubblicitร  occulta, al momento, sono rivolte ai soggetti che hanno oltre un milione di follower sui vari social e un engagement rate superiore al 2% su almeno una piattaforma. ยซFerragni rientra in questo gruppoยป.

Con le nuove misure anche gli influencer sono tenuti al rispetto del Testo unico sui servizi diย mediaย audiovisivi ยซma allora andare a limitare la validitร  di queste norme solo per chi ha almeno un milione di follower โ€“ sottolinea Cioni โ€“ sarebbe come regolamentare solo i film che incassano di piรน. Mi sembra piuttosto insensato. Anche chi ha 50mila follower puรฒ influenzareยป.

“Nessun Far West”

Cioni non condivide nemmeno il riferimento al Far West in relazione al mondo dei social prima dellโ€™ultima mossa dellโ€™Agcom: ยซTutti i creator, almeno quelli che sanno fare il loro lavoro, da tempo usano lโ€™hashtag adv e sono spesso le stesse piattaforme ad avere funzioni integrate per dichiarare le collaborazioni. Mi fa ridere sentir parlare di โ€œgiro di vite degli influencer”. Le partnership pubblicizzate vengono segnalate da anni, spesso sono gli stessi brand a richiederlo. Poi certo, cโ€™รจ chi non lo fa, ma non farei di tutta lโ€™erba un fascioยป.

I dubbi sulle nuove regole

Le linee guida dellโ€™Agcom stabiliscono che, in caso di contenuti con prodotti, gli influencer sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto ยซin modo prontamente e immediatamente riconoscibileยป. Unโ€™indicazione che, a detta di Cioni, appare ยซnon chiara, hanno dichiarato di aver lavorato a lungo a queste norme, avrei preferito se avessero detto che ci stavano lavorando da poco tempoยป.

Engagement rate: “Una definizione sbagliata”

Cioni sottolinea anche un altro passaggio delle nuove regole per gli influencer, che riguarda la definizione di engagement rate: ยซSi ottiene, per semplificare, sommando commenti, like, condivisioni e dividi per il numero di follower, ottenendo una percentuale. Il documento dellโ€™Agcom parla, invece, di โ€œcontenuti hanno suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicatiโ€. Ma di quante reazioni parliamo? Non cโ€™รจ un numero, ne bastano anche due o tre?ยป.

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