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Come sta la ristorazione italiana? Il rapporto 2019 di Fipe con numeri, luci e ombre del settore

Fipe raccoglie come ogni anno i dati sullo stato di salute dell'imprenditoria della ristorazione. Aumentano le attivitร  registrate, ma attenzione al turnover, la mortalitร  delle imprese di settore e molto elevata.

  • 22 Gennaio, 2020

Aumenta il numero dei ristoranti. Ma molti chiudono

Chiuso il bilancio dell’anno appena finito, la Fipe condivide i dati del consueto Rapporto annuale sullo stato dell’arte della ristorazione nazionale. Come sempre, i risultati โ€“ in prima battuta decisamente lusinghieri โ€“ nascondono la compresenza di luci e ombre. A cominciare dal numero di attivitร  censite nel 2019 nel settore dell’imprenditoria della ristorazione, in crescita rispetto all’anno precedente. E perรฒ, alle 336mila imprese registrate sul territorio nazionale, fa da contraltare l’elevato turnover, che evidenzia l’emergenza piรน preoccupante per gli addetti ai lavori: per tanti ristoranti che aprono, molti concludono la propria esperienza anzitempo. รˆ ancora troppo elevato, insomma, il tasso di mortalitร  imprenditoriale: dopo un anno di attivitร  chiude il 25% dei ristoranti; dopo 3 anni abbassa le serrande quasi un locale su due, mentre dopo 5 anni le chiusure interessano il 57% di bar e ristoranti.

Imprenditoria femminile, under35 e investimenti stranieri

Positivo, invece, il dato sull’iniziativa femminile โ€“ quasi un’attivitร  di ristorazione su tre รจ gestita da donne, per una cifra che supera le 112mila insegne โ€“ e sugli investimenti degli stranieri, che coprono l’11,6% delle attivitร  totali (45mila imprese); oltre 56mila, invece, sono le imprese gestite da under35.

Le abitudini di consumo. Come scelgono un ristorante i clienti?

Al contempo, il rapporto indaga tra le abitudini di consumo degli italiani, che determinano il successo (o meno) di chi opera nella ristorazione. Gli italiani amano mangiare fuori, e anzi, investono sempre di piรน per soddisfare questa voglia: in 10 anni la spesa per mangiare fuori casa รจ aumentata di 4,9 miliardi; e nel 2019 l’oscillazione a rialzo si รจ attestata sull’0,7%, per un totale di 86 milioni di euro di spesa. Ma in che direzione si orientano i consumatori? Territorialitร , sostenibilitร  e convenienza sono gli asset privilegiati:

  • Al ristorante gli italiani cercano soprattutto i prodotti del territorio: 7 consumatori su 10 prestano attenzione alla provenienza delle materie prime e il 54% di loro vuole conoscere le origini dei piatti. Oltre il 58%, invece, si informano sui valori nutrizionali dei piatti.
  • Il 62,5% degli intervistati cena fuori almeno una volta al mese: spesso si punta sulla pizza ma in un caso su tre la spesa media รจ di poco inferiore ai 30 euro a persona.
  • 7 consumatori su 10 prestano attenzione alle politiche green dei ristoranti: il 37,7% verifica se รจ disponibile la doggy bag contro gli sprechi di cibo e il 36,7% chiede prodotti provenienti da allevamenti sostenibili.

La ristorazione fa bene all’agroalimentare e all’occupazione

Il comparto della ristorazione, oggi, traina la filiera agroalimentare, acquistando prodotti alimentari per un totale di 20 miliardi di euro, e creando un valore aggiunto superiore ai 46 miliardi, il 34% del valore complessivo dell’intera filiera. E assicura, al contempo, uno sbocco occupazionale importante: nella ristorazione lavorano 1,2 milioni di addetti di cui il 52% donne e in maggioranza giovani. In 10 anni la crescita รจ stata del 20% (anche se il dato rispetto al 2018 รจ stabile).

Le criticitร . L’anarchia nei centri storici

Le principali criticitร , invece, riguardano da vicino la situazione di concorrenza sleale che vige nei piรน noti centri storici italiani: โ€œI costi di locazione sono diventati insostenibili, il servizio richiede personale e il personale costa, gli oneri di gestione, a cominciare dalla Tari, sono sempre piรน pesantiโ€ spiega Lino Stoppani analizzando la contingenza โ€œLa scorciatoia รจ fatta da attivitร  senza servizio, senza spazi e con personale ridotto all’osso, ed รจ favorita da politiche poco lungimiranti delle amministrazioni locali che consentono a tutti di fare tutto senza il rispetto del principio ‘stesso mercato, stesse regole’ che per noi รจ alla base di una buona e sana concorrenzaโ€. Cosรฌ nel corso degli ultimi 10 anni, si รจ impennato il numero di paninoteche, kebab e take away di dubbia qualitร  (+54,7%), mentre sono diminuiti i bar (-0,5%). Eppure, come testimonia anche il lavoro di Gambero Rosso sulla guida Bar d’Italia, il bar รจ un presidio importante della cultura gastronomica nazionale. E un numero cospicuo di italiani, circa 5 milioni di persone, lo sceglie quotidianamente per godersi il momento della colazione.

Le criticitร . L’italian sounding

Il fenomeno del plagio e della contraffazione dell’italianitร  รจ duro a morire. E non riguarda piรน solo i prodotti della filiera agroalimentare, ma anche insegne e marchi registrati di ristoranti e pasticcerie, imitati all’estero. Il marchio โ€œospitalitร  italianaโ€ รจ nato per contrastare il fenomeno: il lavoro di certificazione รจ in corso d’opera, e al momento attesta l’autenticitร  di circa 2200 insegne sulle oltre 60mila che nel mondo si dichiarano italiane.

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