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New York vieta produzione e vendita di foie gras. Dal 2022 multe salate a ristoranti e alimentari che trasgrediscono

Dopo mesi di dibattito che ha ampiamente coinvolto lโ€™opinione pubblica, il sindaco Bill De Blasio ratifica il divieto di produzione, vendita e consumo di foie gras a New York. Provvedimento in vigore a partire dal 2022.

  • 31 Ottobre, 2019

Ora il foie gras รจ vietato a New York

Se nโ€™รจ discusso a lungo durante lโ€™estate, ora il divieto รจ realtร . Anche se per apprezzarne gli esiti New York dovrร  aspettare il 2022, quando in tutti i ristoranti e i negozi di alimentari della cittร  sarร  effettivamente vietata la vendita di foie gras. Lโ€™istanza dellโ€™amministrazione newyorkese, fortemente caldeggiata dal sindaco Bill de Blasio, non รจ certo senza precedenti; diversi sono i Paesi del mondo (negli Stati Uniti il precedente di riferimento รจ la California) che, per motivi etici, hanno da tempo vietato il commercio di un prodotto che colpisce la sensibilitร  di molti a causa del tradizionale processo di produzione, basato sullโ€™ingozzamento forzato delle oche โ€“ il cosiddetto gavage – per determinare lโ€™ingrossamento abnorme di quel fegato, fino a 10 volte piรน del normale a causa della steatosi epatica indotta, che poi arriva sulle tavole piรน blasonate come prelibatezza da fini gourmande.

Oche d'allevamento per foie gras

La protesta di ristoranti e allevatori

Ma in una metropoli come New York, il provvedimento colpirร  ben un migliaio di ristoranti, comprese le piรน rinomate insegne di cucina francese, alcune attivitร  storiche della cittร  e tanti chef apprezzati che giร  si preparano a dare battaglia. Eppure, dopo mesi di dibattito che ha suscitato lโ€™interesse di buona parte dellโ€™opinione pubblica newyorkese, la causa degli animalisti ha prevalso. Anche a scapito di quei produttori locali che producono foie gras in allevamenti โ€œeticiโ€, risparmiando cioรจ alle oche il passaggio piรน cruento della produzione, che comunque resta una delle pratiche piรน universalmente discusse dellโ€™industria agroalimentare. Produzione e vendita di foie gras subiscono attualmente restrizioni in Paesi come lโ€™India, Israele, la Danimarca, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna; perรฒ con le dovute macroscopiche differenze, perchรฉ ai Paesi che ne vietato in tutto e per tutto il consumo โ€“ come accadrร  dal 2022 a New York โ€“ si affiancano quelli, ben piรน numerosi, che inibiscono la produzione entro i confini nazionali, ma accettano il commercio del prodotto importato, avallando cosรฌ la presenza di foie gras sul menu dei ristoranti e la vendita a scaffale. Chi invece, giร  da tempo, ha scelto di eliminare il prodotto dal suo catalogo รจ la catena di cibo bio Whole Foods (oggi proprietร  di Amazon), che il foie gras non lo tratta dal lontano 1997.

I prodotti a base d'anatra di Hudson Valley Farm

Multe fino a 2000 dollari e detenzione

Con lโ€™entrata in vigore del divieto in cittร , ogni trasgressione sarร  punita con una sanzione pecuniaria fino a 2mila dollari, comminata a ristoratori e rivenditori di beni alimentari che violeranno la legge, a rischio persino di detenzione, fino a un anno di carcere. Le ricadute economiche del provvedimento, perรฒ, si faranno sentire non solo sul giro dโ€™affari della ristorazione newyorkese, ma pure, e soprattutto, sulle due principali realtร  produttive dellโ€™area, lโ€™Hudson Valley Foie Gras e La Belle Farm di Sullivan County, che oggi danno lavoro a circa 400 persone, principalmente immigrati, e che vedrebbero diminuire drasticamente il proprio giro dโ€™affari, considerando che il 30% della produzione รจ destinato alla cittร  di New York. Stessa sorte che attende i distributori e gli importatori di foie gras, prevalentemente francese, in cittร . Dโ€™altro canto, perรฒ, il Consiglio cittadino sottolinea come la decisione di posticipare lโ€™entrata in vigore del divieto fino a ottobre 2022 (tre anni esatti a partire dallโ€™approvazione della legge) sia da interpretare come una forma di protezionismo sullโ€™attivitร  delle aziende che producono foie gras, โ€œche avranno il tempo utile per aggiustare il proprio modello di businessโ€. Il divieto, che fa parte di un piรน ampio pacchetto di misure a favore della protezione degli animali tenuti in cattivitร , รจ stato approvato dalla maggioranza assoluta del consiglio, e salutato dagli animalisti come il provvedimento in difesa dei diritti degli animali piรน significativo nella storia di New York. Mentre non pochi ristoratori parlano di una mutilazione significativa allโ€™identitร  delle proprie cucine, spostando lโ€™allarme sugli allevamenti di polli in batteria e sulle condizioni disumane di tante aziende che alimentano, per esempio, le grandi catene di fast food. Della serie: se bisogna vietare prodotti frutto di uno sfruttamento degli animali, allora bisogna vietare moltissime cose.

E lโ€™Italia? La normativa europea

Di certo, ognuno dei due schieramenti forza la mano con dichiarazioni che sanciscono il peso ideologico di una questione che resterร  sempre tra le piรน controverse del mondo gastronomico. In Italia, per esempio, cosa dice la legislazione? Anche da noi, come nella maggior parte dei Paesi dellโ€™Ue, la produzione di foie gras รจ vietata per legge, giร  dal 2007: โ€œI paesi che consentono la produzione di foie gras hanno l’obbligo di sostenere la ricerca sui suoi aspetti salutistici e sui metodi alternativi che non implicano il gavage. Finchรฉ non saranno disponibili nuove prove scientifiche sui metodi alternativi e i loro aspetti salutistici, la produzione di foie gras dovrร  essere condotta soltanto dove essa รจ pratica comune e quindi soltanto in accordo con la legislatura locale vigenteโ€, delibera il Consiglio dโ€™Europa in materia. Ma lโ€™importazione โ€“ e quindi la vendita, la somministrazione e il consumo โ€“ specie dalla vicina Francia, che resta il principale produttore di un prodotto considerato eccellenza nazionale e vanta unโ€™Igp in Dordogna, รจ ampiamente consentita, secondo una dinamica quantomeno bipolare. Il 70% del foie gras che arriva sulle nostre tavole รจ dunque francese, mentre il restante 30% ha origini ungheresi, bulgare, spagnole. La richiesta dellโ€™alta ristorazione, del resto, continua a essere ingente, nonostante negli ultimi anni molti chef blasonati abbiano deciso di rinunciare a servire foie gras, per contribuire a intaccarne quellโ€™aura da status symbol che il prodotto ancora porta con sรฉ.

 

a cura di Livia Montagnoli

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