Giacomo Casanova passa alla storia come il piรน grande seduttore di tutti i tempi. Non รจ casuale che adesso il suo cognome venga usato quale sinonimo di rubacuori. Eppure, al di lร di quanto si possa pensare, il ritratto da avventuriero e dongiovanni non basta a inquadrare pienamente il veneziano, uno dei personaggi piรน discussi del Settecento. Non tutti sanno infatti che Casanova era pure un buongustaio, quello che oggi potremmo considerare un buon gourmand. Una ricostruzione fondata, che ci arriva attraverso dei documenti scritti, il lascito letterario del protagonista.
Lโindole libertina e la raffinata arte di seduzione ne hanno fatto un โmitoโ, per qualcuno una sorta di antico maschio alfa da ammirare. Ma Giacomo Girolamo Casanova era molto altro. Secondo gli studiosi anche una delle prime spie della storia italiana, a servizio del doge della Repubblica di Venezia. Soprattutto, va detto che in pochi sono a conoscenza della consistente produzione letteraria, tanto in prosa quanto in versi, con cui ha fornito una rappresentazione di sรฉ stesso sovradimensionata, come personalitร desiderata persino presso le corti regie (la veritร รจ che ha sempre nascosto male la propria ambizione a sentirsi uno dellโaristocrazia, viste le origini piรน umili). A scandire dunque le giornate del veneziano erano anche i momenti di scrittura, non solo di passione carnale. E dalle sue Mรฉmoires, uno degli ultimi lavori, esce fuori tutto lโinteresse per il cibo, come puro godimento culinario oppure, allโinterno di una dimensione quasi afrodisiaca, come ouverture dellโaltro piacere. Sempre alla ricerca del sapore deciso, per quanto semplice: ยซho amato i piatti dal gusto forte: il pasticcio di maccheroni preparato da un buon cuoco napoletano, lโogliapotrida, il merluzzo di Terranova con molto sugo, la cacciagione aromatica e ben stagionata, e i formaggi la cui eccellenza si manifesta quando i minuscoli esseri che li abitano cominciano a diventare visibiliยป.
A forza di viaggiare, girando per lโEuropa e passando da una corte regia allโaltra, Casanova affina gusto e palato. Viene a conoscenza di moltissime ricette, regionali e straniere (lโยซolla potridaยป citata precedentemente รจ una specialitร spagnola preparata con uno stracotto di carni, salamini piccanti, verdure e spezie), ma alla fine nessuna leccornia riesce mai ad affievolire lโamore viscerale nei confronti dei maccheroni, che menziona piรน volte nella propria opera autobiografica Memorie, scritta in lingua francese e bandita come il resto dei lavori dellโautore, inseriti nellโIndice dei libri proibiti dalla Chiesa Cattolica.
Tanto รจ forte lโamore verso la pasta che, messo alla prova, gliene viene dato riconoscimento in una circostanza del tutto particolare: ยซ[โฆ] andai a fare una passeggiata a Chioggia [โฆ]. Vidi un caffรจ e ci entrai. Un giovane dottore in legge, che era stato mio compagno universitario a Padova, mi abbracciรฒ e mi presentรฒ al farmacista che aveva il negozio proprio accanto al caffรจ, dove, mi disse, tutti i letterati del posto si incontravano. Dopo un quarto dโora sopraggiunse un grosso frate giacobino, orbo da un occhio, modenese, che si chiamava Corsini. Lโavevo conosciuto a Venezia, e quando mi vide si avvicinรฒ e mi fece le piรน grandi cerimonie. Mi disse che ero arrivato appena in tempo per prendere parte al pic-nic che avrebbero fatto gli accademici maccheronici lโindomani, dopo un convegno allโaccademia, al quale ciascun membro avrebbe recitato una propria composizione in onore dei maccheroni. Mi esortรฒ a onorare lโaccademia recitando un mio brano, e di partecipare al pic-nic, e io accettaiยป. Nel 1734, in linea con quanto scrive il grande seduttore, i circoli maccheronici in cui si ritrovano per diletto vari intellettuali si registrano pure a Chioggia. Per Casanova perรฒ non sarร un momento come un altro: dopo lโacclamazione per un sonetto di dieci strofe dedicato ai maccheroni, primeggia anche a tavola mangiando cosรฌ tanti maccheroni da essere rivestito di un nuovo โtitoloโ, questa volta per meriti gastronomici: il Principe dei Maccheroni.
Nel XVIII secolo, la pasta mostra giร la sua โvocazioneโ popolare. Per dire, a Napoli si diffonde come street food da mangiare con le mani. E i maccheroni si trovano un poโ ovunque, in molte trattorie dello Stivale, quanto meno nelle loro dispense (non solo quindi dentro a timballi e pasticci dei ceti abbienti). Ne dร conferma lo stesso Giacomo Casanova che nel suo Storia della mia vita del 1797 ci lascia un curioso aneddoto estrapolato dal racconto del viaggio a Parma, cittร ducale di cui erano originari padre e nonni. Scrive della propria esperienza allโinterno di una locanda con tono seccato, lo sfogo di chi aveva un grandissimo desiderio, non prontamente soddisfatto: ยซmorivo di fame, e mi dissero che non cโera nulla da mangiare. Ma convinto del contrario, ordinai al locandiere, ridendogli in faccia, di portarmi burro, uova, maccheroni, prosciutto e formaggio parmigiano, poichรฉ so che queste son cose che in Italia si trovano dappertuttoยป. Nascono da questa e altre testimonianze dirette i piatti di pasta diffusi oggi come i famosi Maccheroni di Casanova, insospettabile gourmand, e non solo un grande seduttore.
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