«La signora non è stata cacciata, ha consumato, devo dire anche in maniera abbondante e ha anche gradito», chiarisce subito Nives Monda, la ristoratrice napoletana balzata all’onore delle cronache per la lite scoppiata lo scorso 3 maggio fra lei e una turista israeliana nel ristorante Taverna Santa Chiara di Napoli (di cui avevamo raccontato già la storia), accusata dalla turista israeliana di averla cacciata e di essere antisemita e sostenitrice del terrorismo. A creare scalpore è stato il video filmato e pubblicato sui social dalla turista israeliana stessa. Nives Monda racconta al Gambero Rosso la sua versione dei fatti.
Com’è andata la vicenda?
Eravamo come sempre sabato a pranzo, giorno di grande lavoro per noi, c’erano vari astanti, tra cui turisti e persone e del posto. Al piano inferiore c’erano due tavoli vicini: una coppia e una famiglia di 5 persone, avevano già mangiato, stavano pagando, alla fine la coppia all’ingresso si è messa a parlare con la famiglia, abbastanza ad alta voce da farsi sentire.
E cosa dicevano?
Da dove venivano, lei – la turista israeliana – diceva che fosse di Tel Aviv, e di andare a visitare Israele, che è un Paese bellissimo e pieno di pace, l’altra signora evidentemente deve aver chiesto qualcosa del tipo: “Sì però c’è una guerra”, poi parlavano in inglese, io non ero in sala ero impegnata, la signora (turista israeliana, ndr) diceva: “No, ma noi siamo un Paese di pace, c’è sicurezza non è vero nulla”.
Lei come ha agito in quel momento?
A quel punto questi altri turisti erano un po’ imbarazzati, io ho percepito e mi sono avvicinata, e gli ho detto: “Signora, guardi, noi le dobbiamo dire però che quello che lei sta dicendo lo può considerare, ma noi abbiamo aderito a una campagna che si chiama Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana che è contro il genocidio palestinese. Questo è pubblico sui nostri social, è una campagna internazionale, tra cui i principali firmatari sono Annie Arnoux, Ken Loach, Moni Ovadia. Una campagna che vuol combattere contro il governo sionista di Netanyahu”.
La turista israeliana, a quel punto, cosa le ha risposto?
E lei è partita immediatamente dicendo: “Io sono sionista, il sionismo serve per andare nella terra di dio”. Ha preso il cellulare e ha iniziato a riprendermi. Io mi sono allontanata perché volevo anche dirle che doveva smettere di fare le riprese, ma la signora era molto agitata tant’è che gli stranieri accanto si sono alzati. Mi ha accusato di essere una supporter dei terroristi e antisemita, io non ho mai pronunciato la parola né israeliano né ebreo, ho solo detto che i sionisti non sono i benvenuti, ma questo nel mondo perché per me il sionismo è la politica attuale di questo governo.
E dopo?
Dopodiché la signora ha continuato a urlare, io mi sono allontanata, le uniche battute che le ho fatto sono: “Ci sono 50mila vittime al momento che dicono che c’è un genocidio”, lei ha continuato a sbraitare e a quel punto le ho dovuto dire di allontanarsi perché stava effettivamente molto alterata.
Gli altri clienti come hanno reagito?
Ho temuto che altri clienti potessero entrare nella questione e far diventare un problema di ordine del locale, la Taverna è una stanza di 20 metri quadri. Fortunatamente si sono mantenuti tutti composti. I presenti dopo mi hanno offerto solidarietà.
Noves Monda ripresa dalla turista israeliana
Cosa è successo dopo?
La signora se n’è andata, non è stata cacciata, e poi subito ha pubblicato questo video, senza nemmeno poi sottotitolarlo: non si comprende bene, gridava, parlava in inglese e poi riprende solo una parte, dopodiché hanno messo una recensione negativa con una stella.
Cosa ha scatenato tutto questo?
E da lì sono partite le minacce su telefono del ristorante fisso, sul cellulare. Il video è stato immediatamente rilanciato da altre persone locali, napoletani, che hanno scritto che io fossi antisemita.
Successivamente ha riscontrato recensioni negative sul suo locale?
Ne sono arrivate una sessantina con una stella, commentando che noi siamo antisemiti, altri hanno detto che la pizza non era buona, chiaramente io non faccio pizza, quindi, erano false; ho iniziato a segnalarle, poi è diventato dilagante.
Ha ricevuto minacce di morte?
Sì, sono arrivate sul mio cellulare, mi sono arrivati screenshot dove si diceva che il locale andava chiuso, dovevano ritirarci la licenza, i commenti sotto ci auguravano di essere bombardati, una signora ha detto chiaramente che mi dovevano venire a prendere sotto casa.
Ha avuto paura?
Paura no, certo la mia vita è cambiata. Più per me, penso alle persone che si possono trovare al centro di certe vicende e trovarsi sole, io non sono sola, ho tanta gente intorno che mi dà forza.
Nessuno vi ha sostenuto?
Dopo qualche ora, fortunatamente, è partita l’onda di solidarietà che al momento è totale perché molte persone conoscono la mia storia e io meno che mai pensavo di poter essere accusata di antisemitismo.
Ha registrato dei cambiamenti nell’afflusso dei clienti dal giorno dell’accaduto?
Al momento fuori ho una folla di gente che ci è venuta a offrire solidarietà, abbiamo dovuto chiudere il sito di prenotazioni online perché sono fioccate le prenotazioni e sto solo ricevendo dimostrazioni di affetto. Siamo in overbooking almeno fino a dopodomani, sta andando un po’ giorno per giorno. Quello che va detto è che la di là di quello che è accaduto, il tema è che loro hanno fatto un grande errore: hanno condiviso un video senza autorizzazione e mi hanno consegnato alla gogna.
In un’intervista a Fanpage ha dichiarato “Né noi ne gli avventori presenti hanno messo in discussione il fatto che lei avesse diritto di stare nel locale e aggiungo che la signora ha pranzato tranquillamente”. Quindi non impedisce a nessuno di entrare nel locale anche se non la pensa come lei?
È chiaro, ma la signora ha iniziato a fare un’altra cosa, ha iniziato a fare apologia di reato, ha iniziato a dire che il sionismo va sostenuto.
Tutto questo ha fatto scalpore perché avvenuto in un ristorante. Secondo lei un ristorante può fare politica?
Io prendo delle posizioni e faccio delle scelte, questa è politica. La politica si fa nelle proprie scelte, in tutta la vita, e non lo vieta nessuna legge, si fa nei luoghi di lavoro, quando si va ad acquistare al supermercato e questo lo fa chiunque. Se scelgo il cibo buono, pulito e giusto non è politica questa?
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