La vicenda della viceministro Laura Castelli e delle sue dichiarazioni sui ristoranti รจ un buon pretesto per qualche riflessione.
Premessa: cambiare mestiere – salvo che in Italia, dove ogni cambiamento appare un’onta – non puรฒ essere mai qualcosa di cui vergognarsi. Anzi solitamente rappresenta una evoluzione, una crescita. Un cambiamento appunto e il cambiamento รจ (quasi) sempre una sfida interessante. Anche nel mondo dei ristoranti…
Nei momenti di grande crisi – e la crisi in arrivo non รจ grande, รจ grandissima – questa esigenza diventa per molti un obbligo. Invitare dunque gli imprenditori a prepararsi ad essere elastici e a misurarsi su altre proposte, altri progetti e altri contenuti sarebbe null’altro che realismo, luciditร , trasparenza. Caratteristiche che dovremmo esigere – non stigmatizzare – da politici e governanti.
Le dichiarazioni della Viceministro dell’Economia Laura Castelli, che in queste ore tanto stanno indignando il mondo della ristorazione e dell’hospitality italiano sono state dunque stigmatizzate contrabbandandole per qualcosa che tuttavia sarebbe stato perfino giusto dichiarare. Ma che in realtร la Castelli non ha mai dichiarato. “Se non avete piรน clienti cambiate mestiere” รจ un frase che รจ stata costruita da qualche titolista sulla base della lettura superficiale delle dichiarazioni e poi รจ rimbalzata di profilo Facebook in profilo Facebook ed รจ ingrassata grazie alla nostra sempre piรน pericolosa irresponsabilitร nel maneggiare la lama affilatissima dei social media.
A fronte di qualche titolo sbrigativo, si รจ mosso chiunque in un effetto valanga. Nessuno ha aperto un link per sentire dal vivo le dichiarazioni reali della Castelli al Tg2, nessuno ha investito 30 secondi per leggersi la trascrizione. Tutti – o quasi tutti – hanno optato per condividere indignati. โCome si permetteโ, โcambiasse lavoro leiโ e insulti&minacce molto meno ripetibili. Ma cโรจ di piรน: le dichiarazioni – o meglio la errata semplificazione delle dichiarazioni – hanno provocato una ridda di repliche ufficiali negative, improbabili lettere aperte e perfino qualche presa di posizione positiva, ma tutte basate su frasi mai dette da Laura Castelli. Non ultimi, i quotidiani. Sentito lโodore del sangue (leggasi โsindrome da condivisioneโ, ovvero: pubblico ciรฒ che la gente condividerร sui propri social per portarmi traffico, indipendentemente che sia vero o no) si sono prodotti in titolazioni mirabolanti. โI ristoranti? Chiudanoโ, โPochi clienti, trovino un altro lavoroโ, โNon hanno piรน clienti? Allora cambino mestiereโ, โSiete in crisi? Cambiate lavoroโ. Virgolettati a dir poco inventati.
ร deprimente pensare che un intero settore, maturo, cruciale e strategico per lโeconomia del paese e per la sua immagine, si sia fatto coinvolgere in un dibattito al ribasso basato su ciรฒ che alcuni titolisti e alcuni influencer senza scrupoli hanno deliberatamente deciso di far dire ad un rappresentante politico. Dopo mesi di grande dignitร di questo comparto nei momenti piรน duri dellโemergenza, questo triste passo falso non ci voleva e non resta che sperare che la polemica si chiuda al piรน presto.
Per meglio delineare i contorni della vicenda abbiamo comunque disarticolato la dichiarazione (quella autentica!) della Castelli che tutti hanno condiviso nella sua semplificazione social ma che pochi hanno letto. L’abbiamo sezionata pezzo per pezzo per analizzarla meglio ed eventualmente criticarla, ma su basi reali e non su invenzioni e suggestioni.
Incontrovertibile. Punto.
Questo passaggio non รจ giusto: รจ giustissimo. Ovviamente non va contro ai ristoratori anzi a loro favore. In particolar modo a favore di quelli tra loro – e sono tanti – che hanno esercitato la loro creativitร durante i mesi dell’emergenza sanitaria e che, ci si augura, potranno esercitarla nei lunghi mesi dellโemergenza economica in arrivo. Questโultimo aspetto รจ davvero fondamentale. E va definito ora, altro che โprocessi lunghiโ…
Si ribadisce l’intenzione di supportare l’imprenditore. E di farlo puntando sul patrimonio piรน importante di cui quest’ultimo รจ dotato: la creativitร . Nessuno dice che il ristoratore non deve fare piรน il ristoratore. Ma si dice che nell’ambito della ristorazione bisogna rispondere in maniera creativa (con l’aiuto dello stato perfino) ai cambiamenti di abitudini ed esperienze di consumo.
Anche la chiosa della dichiarazione non dice nulla di quanto sdegnatamente condiviso sui profili social di mezzo mondo del food italiano. Anche qui, anzi, la Viceministro dell’Economia ha sottolineato i concetti sopra: le cose stanno cambiando, dobbiamo aiutare le imprese a rispondere al cambiamento. Dov’รจ lo scandalo che giustifica minacce di morte e attacchi perfino sessisti?
Insomma รจ del tutto evidente che la Castelli non abbia mai detto โSe non avete piรน clienti cambiate lavoroโ, sebbene questโultima affermazione sia tuttโaltro che sbagliata. Tuttโaltro che sbagliata specie verso una fetta di ristorazione che era e vorrebbe tornare comodamente immobile, imbalsamata da anni. Distante da tutti i concetti che abbiamo detto sopra, in particolar modo dalla creativitร , ma anche purtroppo dalla qualitร il piรน delle volte oltre che dalla serietร in senso generale.
ร solo uno dei possibili esempi, ma si pensi ai tanti imprenditori che da secoli vivevano grazie esclusivamente alla pausa pranzo. Pubblici esercizi trasformati in mense raramente di eccellenza in cambio di un buono pasto da pochi euro. Magari chiusi alla sera. Sul serio รจ sbagliato affermare che questo modello รจ probabilmente finito o comunque รจ in fase calante (anche quando si tornerร in ufficio allentando lo smart working)? Sul serio รจ sbagliato dire che chi offriva questo livello di servizio dovrebbe pensare a come cambiare registro? Sul serio รจ sbagliato affermare che chi fino a ieri ha campato allegramente spennando turisti extraeuropei oggi deve – invece di tener chiuso in attesa del ritorno dei pennuti – trovarsi un altro ruolo? E chi sfrutta la manodopera? E chi ha un approccio allegro con il pagamento delle tasse e la corretta dichiarazione dei fatturati?
Come Gambero Rosso ci occupiamo direttamente solo della fascia alta del settore, solo degli esempi di eccellenza, che siano una piccola gelateria irraggiungibile, una micro azienda agricola o un grande ristorante gastronomico da 150 collaboratori. Ciononostante non ci sfugge come buona parte del restante comparto abbia bisogno di un grande momento di rinnovamento che passa anche, non ci sarebbe nulla di male, per l’uscita di qualche imprenditore non adatto a questo ambito perchรฉ improvvisato e non piรน aggiornato e magari adattissimo ad altri ambiti. Cosa ancor piรน vera negli ultimi anni, durante i quali il mondo della ristorazione ha accolto al suo interno una enorme quantitร di operatori non del mestiere. Le grandi crisi sono una occasione irripetibile affinchรฉ i cambiamenti si manifestino. La storia ce lo dice: tutte le grandi crisi hanno generato cambiamenti orchestrati sulla ricerca di una maggiore coerenza e qualitร . Un esempio? Il boom del vino italiano รจ figlio dello scandalo del Metanolo. Correva l’anno 1986. Anche all’epoca le imprese si trovarono davanti ad un bivio: cambiare o morire. Change or die. Nessuno puntรฒ sulla retorica del fare come s’รจ sempre fattoย perchรฉ come s’era sempre fatto era sbagliato e tutti si rimboccarono le maniche adeguandosi al nuovo scenario: oggi l’Italia รจ tra i paesi (se non il paese) leader nel vino per qualitร e quantitร di produzione.
Come si evince dunque, รจ effettivamente pieno di ristoratori che devono cambiare lavoro, magari restando nel settore della ristorazione per caritร , ma modulando in maniera radicalmente diversa il loro ruolo e il loro contributo a questo settore. Ed รจ giusto, in questo processo, che vengano aiutati e affiancati dallo stato visto che le cose stanno muovendosi eccessivamente alla svelta e per queste piccole aziende รจ complicato far fronte a modificazioni che normalmente si sarebbero articolate su piรน anni. Insomma, esattamente ciรฒ che ha detto Laura Castelli centrando il punto consapevolmente o meno. Poi che il Governo sia in grado o non in grado di garantire questo aiuto o che la Castelli abbia una credibilitร politica all’altezza dei suoi propositi puรฒ senza dubbio rappresentare un grosso punto interrogativo, questo รจ indubbio. In definitiva, non stiamo dicendo che il pulpito da cui proviene la predica รจ idoneo, stiamo solo dicendo che la predica lo รจ e che รจ falsa la predica cosรฌ come รจ stata raccontata.
Cari ristoratori (ma vale per tutti gli imprenditori), stare allโerta rispetto al cambiamento in atto ed essere pronti a cavalcarlo รจ un suggerimento prezioso da cogliere, non una minaccia.
a cura di Massimiliano Tonelli
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