Un nome storico nella panificazione a Venezia, Majer, originario della val di Zoldo e probabilmente proveniente dallāAustria, che compie 100 anni nel 2024, punta sulla tradizione e sulla cultura e colture locali con un gusto internazionale. Chi ha rilevato il marchio, Fabrizio De Nardis, conosciuto ormai in cittĆ come il āSignor Majerā, trentino cresciuto a Salerno e in giro per il mondo, cerca la qualitĆ , la storia, la āvenezianitĆ ā, senza folclore e punta a una ristorazione e a una produzione di pasticceria, panificazione e caffĆØ che diventi alfiere della cittĆ . Per questo Majer ĆØ attivo nella cultura locale ed ĆØ main sponsor della mostra āItalico Brass Pittore di Veneziaā a Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano.
Oggi il marchio conta 10 punti vendita fortemente radicati nei sestieri dei quali porta il nome con due punti di ristorazione. Appena nata invece la Coffee House di Majer, un nuovo modo di vivere il caffĆØ a Venezia: a San Stae il primo locale in cittĆ dove ĆØ possibile ordinare un drip coffee e acquistare i caffĆØ tostati nella torrefazione del Ghetto di Venezia, aperta nel 2012. Un posto dove poter assaggiare le tredici monorigini e miscele di caffĆØ Majer, un luogo che ridĆ vita allo stretto legame tra la bevanda e la cittĆ lagunare. Ć da qui, infatti, che il caffĆØ si diffuse in Europa arrivando dal Medio Oriente: proprio in piazza San Marco, nel 1638, aprƬ la più antica bottega del caffĆØ dāEuropa. Dalla cittĆ lagunare, in poco tempo, la bevanda si diffuse ampiamente nel tessuto della cittĆ , diventando quasi unāicona della cittĆ , ma soprattutto un rito conviviale in ogni ambiente. La Coffee House di Majer si trova a San Stae, in salizada Carminati vicino alla fermata del vaporetto e ai campi San Giacomo dallāOrio e San Polo. Ć pensata come un luogo dove immergersi nel mondo del caffĆØ e degustare, nelle varie tipologie di estrazioni – espresso o drip coffee – e dove scegliere il proprio caffĆØ preferito, in grani o macinato al momento, da portarsi a casa. Insieme alla riapertura del locale di San Stae, in questa nuova veste di Coffee House, Majer ha lanciato il nuovo sito dedicato esclusivamente al caffĆØ, una piattaforma online user friendly dove acquistare facilmente i caffĆØ tostati ogni giorno nel cuore di Venezia. Lāidea ĆØ rievocare in chiave contemporanea āLa bottega del caffĆØā, punto di incontro e di conversazione dando al cliente la possibilitĆ di scegliere non solo come bere il caffĆØ ma quale caffĆØ bere, scegliendo la propria tipologia.
Majer nasce da un’idea di Fabrizio De Nardis, ex manager d’azienda, una laurea in legge a Padova, poi un corso alla Sorbonne di Parigi ā dove incontra una ragazza giapponese che diventerĆ sua moglie e la cui influenza culturale ĆØ bene presente in alcune scelte professionali ā poi approda alla Benetton e sarĆ in giro per il mondo. Quando rientra da Tokyo ĆØ Direttore commerciale della Geox e comincia, allāinizio continuando a stare in azienda, la sua avventura veneziana. Decide di acquistare lāallora piccolo panificio Majer, con quattro dipendenti, nei pressi di piazzale Roma. Oggi lāazienda ne conta 100 nei suoi dieci punti vendita tra cui due ristoranti ā rispettivamente Giudecca e Il Refettorio ā e quattro laboratori situati in diversi luoghi strategici della cittĆ . Tutta la produzione, ad eccezione delle birre e dei vini (tutti naturali con una scelta ben precisa, a parte unāetichetta prodotta per Majer di Prosecco millesimato) ĆØ fatta in casa e soprattutto dopo la pandemia la ricerca della materia prima ĆØ quanto più locale possibile.
āCon il pane non si va lontanoā sostiene De Nardis, perchĆ© i numeri non bastano a sostenere la rete mentre i punti vendita devono lavorare tutto il giorno e cosƬ lāofferta si differenzia con la pasticceria, il gelato, la gastronomia e la ristorazione dove si servono anche le colazioni andando incontro a quattro tipologie di clientela, gli studenti soprattutto vicino a piazzale Roma e per lāofferta caffetteria; cosƬ come gli impiegati e operai, alcuni anche per il pranzo veloce; ovviamente i turisti e poi i residenti.
I due punti di ristorazione sono molto diversi come veste ma sostanzialmente presentano la stessa offerta. Lāidea ĆØ quella di un ristorante gourmet senza prezzi esclusivi per Venezia ā un pasto completo vini esclusi ĆØ sui 70 euro ā offrendo allāisola della Giudecca una terrazza sul mare con interni moderni, essenziali. La mattina si comincia con le colazioni appunto, poi un pranzo veloce mentre la sera e la domenica a pranzo ristorazione gourmet.
Il Refettorio, anche per la disponibilitĆ di una cucina più ampia e di tecnologie più sofisticate ha qualche piatto in più: il locale ĆØ un piccolo gioiello, minimalista quanto basta ā lāereditĆ giapponese emerge ā senza essere fuori contesto, realizzato dallāarchitetto Giuseppe Tortato, con una grande ricerca nei materiali e nei prodotti artigianali. Le mura del locale sono quelli di unāex ferramenta, accanto a Santa Maria Gloriosa dei Frari (la chiesa per intenderci che ospita la tomba di Antonio Canova, Tiziano e Donatello in Campiello San Rocco, appena dietro la Scuola Grande di San Rocco) dove a metĆ del XVI secolo Tintoretto realizzò il suo ciclo pittorico più importante con episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, la cosiddetta āCappella Sistina di Veneziaā.
In tavola a parte ovviamente una ricca scelta di pani, tutti preparati con farine bio e grani antichi; la cucina di pesce incontra la carne alla brace, specialitĆ della casa, con il forno Josper, come il ribeye di Wagyu, utilizzato anche per il ripieno dei cappelletti ā che come tutta la pasta servita ĆØ fatta in casa ā e la Fiorentina di Chianina, in un dialogo oriente e occidente che ci riporta ai tempi gloriosi della Serenissima.
Curiosando nel menu si trovano le rivisitazioni di due ingredienti classici veneziani, le capesante alla brace con burro belga al lime, scalogno e tartufo nero e la granceola preparata con lemongrass crema di saor di cipolle di Tropea e caviale Baerii Kala. Fra i primi, il cannolo croccante di pasta filo ripieno di garusoli, con salsa di carote, panna acida e aneto; e i ravioli di volpina in brodo di vongole e fasolari; per continuare con il Ribeye di Wagyu, servito con colatura di alici di Cetara e tuorlo dāuovo di montagna marinato in salsa di soia o la ricciola cotta a bassa temperatura e avvolta in salsa di verza con salsa yogurt al levistico (sedano di montagna) e cavolo rapa alla brace.
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