
Alle 6.30 circa del mattino, Piero, come lo chiamano tutti, si fa trovare già in azienda pronto nel suo reparto per controllare la merce: le sue “figliocce” hanno riposato bene durante la notte, nessuno sbalzo di temperatura le ha scosse, nessuna anomalia si è avvertita negli impianti, tutto è andato secondo le programmazioni che aveva fatto il giorno prima. Pierluigi De Cosmi ha 50 anni e da sedici anni, tutti i santi giorni, matura banane. «Non ho mai fatto incubi, ma a volte mi sveglio nel cuore della notte con il dubbio di non aver avviato un processo di maturazione o abbassato la temperatura. Diciamo che i maturatori di banane non dormono sonni tranquilli, ecco!», racconta De Cosmi sorridendo. La sua passione per le banane è nata nel 2008 quando, dopo un lavoro di magazzino per una cooperativa, scopre la bellezza di questo mestiere; e quando gli viene fatta la proposta non ci pensa due volte: «So di fare un mestiere particolare, di non avere forse mai la mente libera, però mi piace molto». De Cosmi tiene sotto controllo ogni giorno un quantitativo di banane talmente elevato che, per fare un esempio pratico, equivale alla quantità di banane che possono contenere circa 28 autotreni, per un valore commerciale di circa un milione e mezzo di euro. Ecco perché anche quando si concede una pizza la sera o un’uscita nel weekend l’allerta è massima: «Se mi allontano molto da casa, porto il computer in macchina: in caso di problemi improvvisi posso rimediare da remoto e può succedere anche durante la notte». Lo sa bene anche sua moglie che «soffre un po’ la costanza di questo lavoro, lo stress, ma ormai mi ha capito»: le banane non devono essere mai lasciate sole.
«Per fare questo mestiere ci vuole molta passione, e io ne ho tanta, devo dire», spiega De Cosmi che del suo lavoro ama l’adrenalina e il risultato: «Vedere il prodotto bello finito e maturato alla perfezione per me è una grande soddisfazione». Per avere un’idea di quante bocche sfama, basta fermarsi un attimo e volgere il pensiero ai banchi dei supermercati, dei negozi d’ortofrutta al dettaglio e rendersi conto del fatto che le banane, più verdi o più gialle che siano, non mancano mai: sono la colazione degli sportivi, sono lo spuntino degli impiegati d’ufficio, sono la merenda dei bambini, ma non sono di certo il frutto prediletto di De Cosmi: «Da piccolo mangiavo banane, ora non più: ne vedo troppe! Al massimo qualche volta per uno spuntino, ma come frutta preferisco fragole e ciliegie», racconta sorridendo.
In Italia ce ne sono veramente pochi: bisogna avere delle skills precise ed essere una persona responsabile e vigile. «In azienda mi occupo di tenere la merce sempre pronta a rotazione per la vendita: deve essere al grado di maturazione corretto ovvero in alcun casi gialle, in altri meno gialle, tra verde e giallo, dipende dalla richiesta dei clienti, per fare un esempio», spiega De Cosmi. E fra i suoi tecnicismi, racconta che le banane non sono tutte uguali perché esistono fino a sette gradi di maturazione e la scelta di una certa “stagionatura” viene fatta in base al rivenditore che le richiede. Ecco spiegato il fatto per cui alcune banane che troviamo al supermercato sono più gialle e altre più verdi.
«Il processo non è immediato, le banane hanno bisogno di circa 5 o 6 giorni per maturare», racconta De Cosmi. È un processo lungo e meticoloso a cui vengono sottoposti i frutti che arrivano in azienda molto verdi: «Le banane vengono tagliate dalla pianta subito prima che si inneschi il processo di maturazione», e a riattivare le banane è proprio il maturatore che sa quanto gas (alimentare) etilene spruzzare, per quanto tempo, a quale temperatura tenerle e quando variarla.
«La tecnologia aiuta, ma l’occhio umano serve sempre perché anche noi possiamo sbagliare», spiega De Cosmi, «A volte ci si può trovare davanti a quelle tigrate, maculate, a macchia di leopardo e lì si è fatto un errore di maturazione: il prodotto non è commercializzabile per la grande distribuzione e viene svenduto, deprezzato e i danni sono ingenti». Anche i maturatori di banane sbagliano…
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