
L’11 novembre si festeggia San Martino, ma sembra che la storia del “ogni mosto diventa vino” venga messa da parte per festeggiare un’altra ricorrenza: oggi, infatti, è la giornata dei single. Non bastava San Faustino il 15 febbraio, c’era bisogno che qualcuno, dalla Cina, istituisse un’altra festa per quei solitari che, nell’immaginario comune, a tavola mangiano solo pasta con il tonno. A tal proposito, in redazione è giunto un comunicato stampa dall’oggetto eloquente: “11 novembre, giornata dei single: celebrarla con il “piatto manifesto”, la pasta al tonno salva-pasto, accessibile e facile da preparare. Ecco gli errori insospettabili da non fare”. La “notizia”, sempre che si possa chiamare tale, potrebbe pure essere ignorata ma vale la pena puntualizzare quanto segue.
I single mangiano male, i single mangiano la pasta al tonno considerata come un mero “salva-pasto”, mangiano cibo facile da preparare. Ma questi single mangiano come tutti gli altri essere umani? In questo pot pourri di luoghi comuni c’è una grande dose di presunzione; si dà per scontato che coloro che vivono da soli non sappiano cucinare o non vogliano imparare a farlo. Ma siete proprio sicuri che se il tonno manca in dispensa i single moriranno tutti di fame? A noi del Gambero Rosso, si sa, piace far “polemica” (pensate, non viviamo d’altro) e abbiamo deciso di andare a fondo alla questione e capire i motivi di questa associazione culinaria.
Ci hanno talmente riempito di informazioni sul fatto che ormai i single in Italia superano le persone in coppia (con o senza figli), che la notizia vera è che tutto questo non fa più notizia. Nemmeno quando i giornali, gli uffici stampa, i comunicatori provano a spiegare che è un fenomeno di tendenza – siamo più trendy di una borsa Uniqlo? Suvvia, non diciamo stupidaggini! – che il tema è già diventato noioso.
Sono soli, mangiano fette biscottate con un giro d’olio a cena, tirano morsi a pomodori in piedi davanti al lavello, sbriciolano cracker nell’insalata in busta, e si preparano un piatto di pasta con il tonno per salvare la cena. Da cosa poi? L’immagine (sbagliata) che ci viene riportata ritrae persone tristi che tornano a casa dopo giornate di lavoro lunghe e meste, magari pure sottopagate, e che si accontentano di 80 grammi di pasta (rigorosamente 80, perché è la porzione singola suggerita dai nutrizionisti), aggiungono una bella scatoletta di tonno presa in offerta dall’Esselunga, fanno due giri di forchetta, ed è lì che in tre minuti hanno ingurgitato la loro quota giornaliera raccomandata di triptofano contenuto in pasta e tonno, che fa pure dormire sereni. Si mangia male, ma si dorme bene.
Dopo questa riproduzione degna di un Melancholy di Munch, è il momento di dire basta a questa etichetta da sfigati a tavola.
Cosa ci dice il comunicato di cui sopra? Che i single sono tristi, soli, non hanno tempo, non hanno molti soldi a disposizione, che non sanno cucinare e non ne hanno voglia. Ma tutta questa retorica sbiadita non attecchisce per una serie di motivi.
Innanzitutto, vivere soli non è sinonimo di arrangiarsi in cucina solo perché non si ha la possibilità di avere qualcuno in casa a fare compagnia. Anzi, spesso è il contrario: chiedetelo alle mamme o alle nonne che hanno dovuto cucinare per forza, nel corso della loro vita, chili e chili di roba per sfamare numerose bocche, anche fosse solo per mariti e figli. La pasta con il tonno è quel piatto che spesso cucinano proprio le madri o i padri di famiglia lavoratori che, non avendo molto tempo a disposizione, calano la pasta e aggiungono il contenuto delle scatolette: hai carboidrati, hai proteine.
La cucina è sì condivisione, ma non è detto che i single non possano farlo. Essere single spesso vuol dire anche avere più tempo per dedicarsi alla cucina, sperimentare ricette, andare in giro per supermercati e botteghe a cercare ingredienti, impastare pane e focaccia e attendere che amici, magari con i figli e che non hanno tempo nemmeno di farsi una doccia, accorrano numerosi.
Quindi, diciamo le cose come stanno: se proprio dobbiamo incasellare socialmente la pasta con il tonno e riferirla a qualche categoria, va associata a chi non è avvezzo in cucina. Ma probabilmente non è il solo piatto menzionabile. La pasta al tonno può essere facile da preparare quanto un piatto di pasta e legumi precotti o sughi e pesti pronti: basta aprire un barattolo.
Altra questione: il passo è cambiato e un single mangia bene come ognuno che vive in coppia o in famiglia. Siamo persone, non alieni. Ce lo dicono i supermercati che sugli scaffali propongono ogni cosa in monoporzione; anche i ricettari non sono da meno; come non lo sono le aziende che producono elettrodomestici per porzioni single: in vetta alla lista c’è la friggitrice ad aria.
E poi basta con questa storia che la pasta con il tonno è un piatto sfigato, anche i grandi chef l’hanno capito, come Gianfranco Pascucci o Giancarlo Perbellini che hanno messo a punto delle ricette ad hoc. Facciamo divorziare, dunque, i single dalla pasta con il tonno. Lo diceva pure Bello Figo quando “tutti sapevano che mangiava pasta con il tonno” e non era poi tanto single: “Per la mia figa, preparo un po’ di pasta; se non mangia tonno, allora non mi parla”.
Postilla: sfatiamo la questione che il costo del tonno sia basso, non è poi tanto vero. Nel comunicato si attesta a 2 euro a porzione, ma in commercio esistono tonni in scatola di alta qualità il cui costo per porzione va ben oltre i 2 euro. E anche qui, Bello Figo insegna: “Posso spender 10mila euro per il tonno”.
Insomma, cari uffici stampa… basta!
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