Il Virgin Mary Bar รจ un pub di Dublino, come tanti se ne trovano per le strade della capitale irlandese, che sulla cultura del bere ha costruito la parte piรน goliardica della sua identitร . Ma attenzione a non giudicare il monaco dall’abito, perchรฉ il locale aperto poco piรน di un mese fa in Capel Street sorprende i clienti con una particolaritร decisamente dirimente: niente cocktail nรฉ vino, o birra. Niente alcol, per essere chiari. E infatti, il menu della casa propone comunque una carta dei drink, e pure vino e birra, se cosรฌ si possono definire le bevande alcol-free servite da Vaughan Yates, che del Virgin Mary Bar รจ la mente e il gestore. Una sfida ambiziosa, per il cinquantenne inglese in terra irlandese (originario di Burton Upon Trent, ironia della sorte celebre per una delle piรน longeve produzioni di birra Ipa, per la particolare qualitร dell’acqua della zona), convinto di aver individuato una nicchia di mercato destinata a crescere – quella di chi non rinuncia a uscire e fare festa, pur avendo rinunciato all’alcol โ in una cittร ancora diffidente verso le alternative al pub tradizionale.
A sostegno della sua tesi, il neotitolare dell’insolito pub snocciola dati sul cambiamento dei consumi nel Paese del quadrifoglio: circa un quarto della popolazione adulta, in Irlanda, non beve alcolici; ma quando esce e vuole trascorrere la serata in qualche locale ha ben poche possibilitร di ordinare qualche bibita analcolica di qualitร . Senza considerare il fattore ambientale: al Virgin Mary Bar l’idea รจ quella di regalare ai clienti un po’ di relax e buone conversazioni, anche a tarda sera, quando nei pub tradizionali di Dublino i fumi dell’alcol e il tenore alcolico degli astanti ha giร trasformato il locale in un posto decisamente poco confortevole. Cosรฌ, mentre in Irlanda la percentuale di pub convenzionali in attivitร รจ diminuita del 17% negli ultimi 15 anni (anche in virtรน della contrazione dei consumi, che ha traslato parte delle serate alcoliche degli irlandesi tra le mura domestiche), il Virgin Mary Bar scopre le sue carte.
Come il menu dei drink analcolici ideati dalla bar manager Anna Walsh: mocktail che spaziano dal signature della casa, con decisa nota piccante, al Cedar’s Spritz, realizzato con gin analcolico (!, e la lista potrebbe continuare, dall’assenzio al sidro, tutti rigorosamente alcol free), al Chilled Raven Nitro Coffee, che cerca di simulare la texture di un’icona nazionale come la Guinness, suggerendo gusto e pienezza di una stout. L’obiettivo della Walsh, giร premiata in passato per le sue miscelazioni analcoliche, รจ infatti quello di proporre drink dotati di una propria personalitร , che possano piacere anche a chi solitamente ordina cocktail convenzionali. Chiaramente รจ nutrita la proposta di succhi di frutta, tรจ, kefir e toniche (Yates ha lavorato per anni nell’industria di produzione di una nota acqua tonica irlandese). Ma l’intenzione รจ chiara: il Virgin Mary Bar non รจ la caricatura di un pub, nรฉ un locale di serie B. Anzi, tutto, dall’ambiente all’offerta รจ curato nel minimo dettaglio perchรฉ il bar diventi una destinazione imperdibile in cittร . Riuscirร nell’intento?
a cura di Livia Montagnoli
Niente da mostrare
ResetGambero Rosso SPA
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novitร del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd