Vino

Il punto sul trasporto del vino. Si va verso un patto per la logistica

Produttori, operatori, costruttori di veicoli siglano un'intesa per provare a stabilire delle linee guida sul trasporto da adottare sul territorio nazionale. L'obiettivo รจ coinvolgere le istituzioni e colmare il buco normativo.

  • 28 Giugno, 2019

La grande partita sull’alta qualitร  dei vini italiani non si gioca solo in vigna nรฉ solo in cantina, ma รจ strettamente legata anche alle condizioni in cui i nostri vini viaggiano e attraversano lo spazio al di fuori della casa di produzione. Va da sรฉ che tutte quelle azioni come l’imballaggio, lo smistamento, lo stoccaggio, lo stivaggio, il trasporto rappresentino una variabile importantissima da cui puรฒ dipendere la sorte del prodotto.

Nel percorso che porta un vino dalla cantina al consumatore, il ruolo della logistica รจ determinante. E se pensiamo che l’Italia esporta complessivamente 8 miliardi di euro tra vino e olio, affrontare il problema dello stress da viaggio dei prodotti agroalimentari potrebbe essere uno dei temi che – come ha detto il presidente di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino – non risolve tutti i problemi del comparto ma puรฒ contribuire a ridurre il rischio di perdere letteralmente per strada la qualitร  delle produzioni.

Per stimolare il dialogo e lo scambio di conoscenze tra cantine e operatori logistici, la Cia e il mensile specializzato Uomini e trasporti (Federservice editore) hanno promosso un’iniziativa congiunta a Roma, che segue un primo incontro tenuto all’ultimo Vinitaly di Verona, lo scorso aprile.

L’assenza di una normativa sul trasporto del vino

Il punto di partenza รจ la mancanza di una norma a livello italiano e internazionale che indichi le modalitร  di trasporto di vino e olio. Tra pratiche artigianali, piรน o meno improvvisate, il mercato procede, di fatto, in ordine sparso. E quando una bottiglia di vino o di olio lascia la casa del produttore restano alte le probabilitร  che oscillazioni, sbalzi di temperatura e illuminazione inadeguata alterino le rispettive qualitร  organolettiche.

Trasporto del vino come strumento che integra la produzione

Nel concreto, l’idea maturata al Vinitaly 2019 sta prendendo forma concreta. E si punta a passare in breve tempo dalle parole ai fatti. โ€œIl trasporto va inteso non solo come veicolo che sposta la merce ma come strumento che integra la produzione agroalimentareโ€ sottolinea il presidente di Cia Dino Scanavino โ€œe come tale puรฒ anche enfatizzare o causare difetti al prodottoโ€. Le regole attuali sono molto chiare sull’integritร  e sulle condizioni igienico sanitarie dei generi alimentari ma sono assenti sugli aspetti qualitativi, come afferma Clara Ricozzi, presidente di Oita, l’Osservatorio interdisciplinare trasporto alimenti, che parla di โ€œdisattenzione normativaโ€ sugli aspetti qualitativi del trasporto di vino e olio.

Produttori agricoli e mondo del trasporto e della logistica sono quotidianamente in contatto. Eppure questo รจ un nodo debole considerando che, fa notare Scanavino, c’รจ una scarsa conoscenza delle esigenze dei produttori da parte di chi si occupa della logistica: โ€œPensiamo cosa accade, ad esempio, ai vini dolci come un Asti, che tendono a deteriorarsi a causa degli squilibri termici nelle fasi di trasporto. Al netto della tecnologia dei mezzi di trasporto c’รจ bisogno di aumentare negli operatori la conoscenza delle caratteristiche dei prodotti in relazione alle temperature e alle velocitร  di consegnaโ€.

Al via tavolo di lavoro sul trasporto del vino. Parola d’ordine: formazione

Dall’incontro tenuto a Roma รจ arrivato l’annuncio da parte dell’Oita della creazione di un tavolo di lavoro composto dai maggiori attori della filiera del vino e dell’olio, comprese le aziende che si occupano di veicolare le merci. Obiettivo? Scrivere le linee guida per il trasporto che, se applicate, possano โ€œgarantire il mantenimento delle caratteristiche originarie di questi prodotti, particolarmente sensibili alle condizioni ambientali e di manipolazione durante il percorso e nella giacenza in hubโ€. Insomma, un vantaggio duplice: piรน garanzie per il consumatore e maggiore contributo alla tutela della qualitร  del made in Italy. โ€œIl protocollo andrร  completamente costruito e ritengo dobbiamo darci come obiettivo quello di stilarlo entro il 2019โ€, dice Scanavino, che indica nella โ€œformazioneโ€ la parola d’ordine: โ€œAutotrasportatori e magazzinieri hanno bisogno di essere educati, formati, in modo da riorganizzare i flussi del trasporto per la riduzione delle rotture di carico e per il miglioramento dei temi di consegna. E immaginoโ€ prosegue โ€œche acquisiscano conoscenze specifiche a contatto con enologi e tecnologi alimentariโ€.

Il sรฌ di costruttori e trasportatori

La disponibilitร  a lavorare a un protocollo di buone pratiche รจ arrivata da alcune delle maggiori aziende di autotrasporto e logistica, come Fercam e Italscania. Giuliano Boldorini, direttore commerciale dell’altoatesina Fercam (811 milioni di fatturato nel 2018), spiega che nel vino รจ essenziale la cura dei particolari per mantenere inalterata la qualitร : โ€œL’imballaggio fatto dai nostri clienti (i produttori di vino; ndr) รจ adatto alla vendita diretta ma non รจ sempre appropriato per lo smistamento nei magazzini e lo stivaggio nei camion, dove le bottiglie devono essere ben protette sia dagli urti che dagli sbalzi di temperatura e di umiditร โ€. Le aziende costruttrici di veicoli industriali, come rileva Franco Fenoglio, presidente di Italscania, possono dare โ€œun contributo importante al miglioramento dell’intera filiera enogastronomica, in termini di sostenibilitร  e tracciabilitร  dei prodottiโ€. Per farlo, sarร  importante che le aziende che commissionano il trasporto comprendano fino in fondo โ€œla necessitร  di affidarsi a realtร  in grado di offrire un servizio di qualitร  per il trasporto di prodotti di grande eccellenza, come olio e vino, che richiedono massima attenzione anche nella fase di distribuzioneโ€.

Il nodo della politica sul trasporto del vino

Se il tavolo riuscirร  a elaborare regole condivise in breve tempo, la loro applicazione in Italia e l’eventuale estensione all’estero, dove vino e olio rappresentano degli asset fondamentali per l’economia agroalimentare, sembra un affare complesso. Secondo la presidente di Oita, Clara Ricozzi, gli standard dovranno essere in un primo tempo volontari e, in seguito, costituire la base per una proposta legislativa concreta in Italia e in Europa.

Si dovrร  lavorare a coinvolgere i ministeri chiave, come l’Agricoltura, la Salute, i Trasporti. E dal momento che non sarร  possibile imporre queste regole sui mercati extra Ue, la partita competitiva tra spedizionieri si giocherebbe tutta sul valore aggiunto derivante da un vino volontariamente trasportato con criteri rispettosi del prodotto. Un โ€œtrasporto Docโ€, per usare il titolo del mensile Uomini e trasporti. Perchรฉ anche tali aspetti faranno la differenza nel mercato del futuro.

a cura di Gianluca Atzeni

 

Se il trasporto del vino diventa B2C. I grandi gruppi si attrezzano

Quando si parla di trasporto bisogna considerare le diverse sfaccettature del sistema, compresa l’evoluzione degli acquisti e, di conseguenza, dei servizi richiesti. Cambiano i soggetti, cambiano le soluzioni. In particolare, negli ultimi anni a diventare sempre piรน protagonista รจ stato il consumatore finale di vino. Condizione, questa, che ha imposto, a chi si occupa di logistica di attrezzarsi in modo specifico. UPS, tra i grandi gruppi a cogliere questa sfida, ci racconta questa evoluzione.

โ€œOggiโ€ spiega a Lotta Vikman, retail segment marketing manager UPS Italia โ€œil produttore di vino rimane un cliente importante, ma i nuovi trend e le dinamiche di mercato vedono sempre di piรน il cliente finale nel ruolo di protagonista, che puรฒ rivolgersi a diversi canali per lโ€™acquisto del vino: dal produttore, allโ€™enoteca di fiducia, al negozio fino allโ€™e-commerceโ€.

A spingere in questa direzione รจ anche l’enoturismo, che ha, in qualche modo, scardinato le regole del gioco: il cliente visita la cantina e poi vuole ricevere il vino degustato in vacanza direttamente a casa propria e anche fuori dai confini nazionali. โ€œLโ€™enoturismo insieme allโ€™e-commerce possono fare da volano per la crescita di piccoli produttori, che possono raggiungere direttamente clienti di tutto il mondo, bypassando costose catene distributive. Per supportare i clienti e aiutarli a cogliere questa importante opportunitร , abbiamo sviluppato appositamente per produttori, enoteche, agriturismi e negozi gourmet italiani che accolgono enoturisti dagli Stati Uniti (primo Paese di destinazione del vino italiano e anche del servizio UPS), una comoda soluzione di spedizione, in linea con la normativa vigente. Questo nuovo servizio รจ disponibile da qualche mese per 27 Stati Usa (+ DC), ognuno con regolamenti specifici. Per usufruirne il turista deve rivolgersi ad esercizi commerciali abilitati da UPS a questo tipo di spedizioni, che si occuperanno di completare i documenti di accompagnamento necessariโ€.

Il nuovo strumento verso gli Usa, si aggiunge al servizio classico B2C utilizzabile sia per acquisti a distanza (e-commerce o altre tipologie di ordinazioni effettuati in remoto), sia per acquisti da enoturisti. Il servizio classico B2C copre oggi 53 paesi tra cui Cina, Corea del Sud, Giappone, Canada, Repubblica Domenicana, Hong Kong, India, Macau, Sudafrica, Svizzera e Regno Unito.

Di pari passi si sono, quindi, sviluppate delle soluzioni di certificazione del packaging. In particolare, UPS ha introdotto anche il servizio โ€œValore dichiarato personalizzato per il vinoโ€, fino a un valore di vendita di 5mila euro. Altra esigenza che, con l’avvento dell’acquisto diretto, รจ venuta fuori รจ la gestione della consegna, a partire dal luogo di arrivo, qualora il cliente non fosse a casa. โ€œPer venire incontro anche a questa richiestaโ€ continua Vikman โ€œabbiamo messo a disposizione dei produttori, delle enoteche, degli agriturismi e dei negozi gourmet italiani che utilizzano i loro e-commerce, la rete di sedi UPS Access Pointโ„ข: punti di accesso al consumatore che sono localizzati in negozi di prossimitร , come alimentari, stazioni di servizio ed edicoleโ€. Attualmente, nel mondo esistono 28mila Access Point di UPS, di cui 2mila in Italia e piรน di 17mila in Europa. โ€œE sempre in quest’ottica รจ nata l’app UPS My Choiceยฎ per gestire le consegne in autonomia, con diversi vantaggi: notifiche relative alle consegne in arrivo, possibilitร  di reindirizzare il pacco con le bottiglie di vino verso altro luogo di consegna, riprogrammare la consegna in una data futuraโ€.

a cura di Loredana Sottile

 

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