Reinventing Cities รจ il bando promosso dal network di cittร C40 con l’obiettivo di recuperare siti urbani dismessi: una chiamata internazionale a creativi e architetti che nasce con l’intenzione di restituire un valore agli spazi condivisi delle grandi cittร , in ottica di rigenerazione sociale, ovviamente, ma anche nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosostenibilitร . Tra molte capitali internazionali – 14 sono state le cittร coinvolte – anche Milano ha partecipato proponendo cinque luoghi della cittร da ripensare con diverse funzioni: spazi d’ospitalitร , centri di ricerca, luoghi di aggregazione. E quattro dei progetti presentati hanno ottenuto il via libera in occasione della proclamazione finale dei vincitori, organizzata a Oslo. Cosรฌ, presto, anche grazie all’interessamento di investitori privati che si sono fatti avanti per acquistare le aree di proprietร comunale, le scuderie liberty De Montel (in zona San Siro), l’ex scalo ferroviario di Greco (questo in realtร di proprietร Fs) e due spazi abbandonati in via Serio e via Andrea Doria saranno restituiti alla cittร grazie a progetti talvolta sorprendenti, come il piano per la realizzazione di terme pubbliche sul sito delle vecchie scuderie, o la cittadella di social housing, destinata soprattutto agli studenti, che sorgerร all’ex scalo di Greco.
Tra tutti quello che ci interessa approfondire รจ il progetto Vitae, promosso da Covivio in collaborazione con l’architetto Carlo Ratti, che lavorerร sull’area di via Serio (non distante dalla Fondazione Prada) per trasformarla in un centro di ricerca oncologica, con il benestare della Fondazione Politecnico e dellโIfom (lโIstituto di Oncologia Molecolare). In realtร lโarea, distribuita su 10mila metri quadri da riqualificare, sarร adibita a uso di destinazione misto, con uffici, una foresteria per i ricercatori e molti spazi aperti al pubblico dedicati a eventi sullโalimentazione. Ecco perchรฉ il progetto prevede la realizzazione di ambienti a forte caratterizzazione agricola, cominciando dallโHorto che sorgerร al piano terra dellโedificio principale: non solo un giardino sviluppato intorno a una serra idroponica per la produzione di cibo, ma anche ristorante sostenibile che proprio dei prodotti raccolti in loco si alimenterร per servire pasti a chilometro zero.
Dallo stesso spazio prenderร il via un percorso a spirale di circa 200 metri quadri da percorrere a piedi tra pergolati di vite per arrivare in cima allโedificio. Immaginando di fatto una sorta di vigna urbana, che arricchisce di un secondo significato il nome del progetto, incentrato sul valore della vita e insieme sulla simbologia della pianta di vite che si adatta anche ai contesti piรน avversi. Ma la passeggiata verso la terrazza sarร anche unโoccasione per scoprire i progressi dellโagricoltura idroponica e le potenzialitร della tecnologia applicata alla coltivazione in spazi urbani. Natura e scienza sono dunque i pilastri che hanno ispirato il progetto, fondato anche sulla compresenza tra spazi pubblici e privati e sullโinvito a godere di un luogo dove riscoprire il ruolo del lavoro agricolo. La vigna e gli orti di Vitae, infatti, saranno produttivi e alimenteranno il ristorante del piano terra, che sarร anche mensa per i ricercatori del centro. Sul progetto si inizierร a lavorare entro la fine del 2019.
a cura di Livia Montagnoli
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