Frutta e verdura sulle tavole degli italiani: porzioni minori e prezzi più alti

9 Gen 2023, 17:23 | a cura di

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Una mela al giorno toglie il medico di torno. Un proverbio che potrebbe essere esteso a tutti i frutti e a tutte le verdure, che reintegrano l’organismo di nutrienti essenziali a conservare il nostro benessere. Eppure, gli italiani mangiano sempre meno frutta e vegetali, anche a causa del recente aumento dei prezzi di questi alimenti, che hanno raggiunto picchi record negli ultimi mesi.

Frutta e verdura: decollano i prezzi, diminuisce la spesa

La ricerca Coldiretti parla chiaro: il dato sugli acquisti di frutta e verdura negli ultimi dodici mesi è piuttosto allarmante. Gli italiani, infatti, rispetto al 2021, hanno fatto registrare un -11% alla voce di acquisto di vegetali e frutta. Parliamo di una quantità ai minimi storici dall’inizio del nuovo Millennio: 2,6 milioni di tonnellate. Andando nello specifico, gli alimenti che hanno subito un maggior crollo sono stati le zucchine (-15%), i pomodori (-12%), che restano la verdura più comprata dagli italiani, e le patate (-10%). Male anche carote e insalate varie. Tra i frutti, invece, sono fragole, banane e limoni a far segnare il più alto passivo, con rispettivamente il 10%, il 13% e il 17% di vendite in meno rispetto alla scorsa annata.

In discesa anche le arance (-8%), mentre vanno in controtendenza le clementine, uniche con un bilancio in attivo: +6%. Certamente questa è una tendenza da cambiare al più presto, se si considera che stiamo parlando di due delle categorie di alimenti sempre previsti dalle direttive alimentari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma la battaglia sarà dura, specialmente se a peggiorare la situazione ci si mette il rincaro dei prezzi di frutta e verdura, acquistabili con un sovrapprezzo rispettivamente di 8,5% e 12% al dettaglio. Un rialzo dovuto sia alla crisi energetica che ai raccolti ridotti all’osso a causa dei forti eventi meteorologici scatenati dal cambiamento climatico e che costerà alle famiglie del Belpaese circa 9 miliardi di euro considerando la sola spesa alimentare.

Cambia il carrello della spesa: SOS per circa 300mila aziende

Il calo drastico dei consumi di frutta e verdura da parte degli italiani ha una ritorsione importante anche sulle aziende che producono questi beni alimentari. Basti pensare a chi deve guadagnare poco più di un euro vendendo all’incirca 4 chilogrammi di mele. Secondo le ultime stime, tra l’altro, le spese per la produzione delle mele nelle campagne italiane è cresciuta di circa 20 centesimi al chilo. Le aziende, inoltre, sono messe in serio pericolo da numerosi fattori: basti pensare al caro bollette per il riscaldamento delle serre o al carburante necessario per attivare i macchinari, fino ad arrivare ai concimi e alle materie prime necessarie per la coltivazione di frutta e verdura. Stiamo parlando di cifre che, in alcuni casi, sono addirittura triplicate rispetto all’anno scorso. Attenzione, infine, all’innalzamento dei costi per imballare i prodotti (buste, scatole ed etichette), con rincari che oscillano tra il 70% e il 35%. Per far fronte a questa crisi, molte aziende sono costrette a licenziare personale o a sottopagarlo. Altre, invece, devono dichiarare fallimento anzitempo. In questo modo un settore da circa 450mila posti di lavoro rischia di vedere il numero di addetti decrescere vertiginosamente.

Meno di 1 italiano su 10 mangia abbastanza frutta e verdura

Tra rincari e aziende in crisi, il calo di frutta e verdura sulle tavole degli italiani si fa sentire. Solo l’8% della popolazione mangia la giusta quantità di frutta e verdura, ossia 5 volte nell’arco di 24 ore. Su un campione di intervistati tra i 18 e i 70 anni, più della metà ha dichiarato di consumare solamente una o due porzioni di questi alimenti nel corso della giornata. Il 38% ha risposto di mangiare frutta e verdura 3 o 4 volte al giorno, mentre il 2% ha dichiarato di non consumarne affatto. Il restante 8%, che ha detto di consumare il quantitativo consigliato per una corretta alimentazione, appartiene per lo più a fasce medio alte di età. Infatti, le abitudini alimentari sembrano migliorare e seguire linee più salutari con l’avanzare degli anni. Ma non solo, perché ad influire è anche la zona di residenza. Al nord si consumano più frutta e verdura del centro e del sud, mentre fanno eccezione le isole maggiori, specialmente la Sardegna, dove è addirittura il 18% della popolazione autoctona a mangiare le giuste quantità di frutta e verdura. Bene anche Liguria, Piemonte e Veneto, mentre al sud spicca la Basilicata con un 10%.

In fondo alla classifica troviamo Calabria e Campania. Ricordiamo che l’obiettivo giornaliero minimo dichiarato dall’OMS sarebbe di 400 grammi consumati di frutta e verdura al giorno. Si tratta di una quantità che permette al nostro fisico di assumere il giusto apporto di nutrienti fondamentali per la salute. I costi sono alti, ma i metodi per poter aggirare il problema esistono. Frutta e verdura, infatti, sono acquistabili non solo al dettaglio, ma anche laddove si trovano a prezzi scontati, come i supermercati fisici o in rete, ad esempio tramite la spesa online da Bennet. Quindi, niente più scuse, ma solo la voglia di nutrirsi correttamente ed essere in forma il più a lungo possibile.

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