Ma che sapore ha una tagliata veg? Anzi, una tagliata plant based stampata con la 3D? Di carne-non-carne ne abbiamo provata a iosaโฆ ormai รจ un classico prendere, accanto allโhamburger di scottona, anche un paio di burger di finto pollo per alternare ciccia con verdure e legumi. La 3D, perรฒ, promette di piรน. E, in attesa di assaggiare la ciccia coltivataย derivata da cellule staminali animali, giร la 3D accarezza la nostra golositร . La โtagliataโ in versione semplice, con rucola e pomodoro, arriva al tavolo insieme a un chicken burger nel classico bun con la maionese veg e accompagnata da foglia di lattuga e pomodoro dโordinanza. A vederla, quella โtagliataโ si stringe un poโ il cuore. ร a fettine piccole e abbastanza sottili: lโaspetto, perรฒ, un poโ inganna e sembra davvero ciccia passata ai ferri, con una leggera crosticina esterna da reazione di Maillard e con lโinterno che mostra le fibre della carne e simula una leggera sanguinolenza โ ci siamo informati prima โ data da succo di barbabietola. Certo, รจ unโaltra cosa rispetto alle bisteccone che giravano anni fa a base di soia o di muscolo di granoโฆ E anche se la golositร del carnivoro รจ un poโ tradita dalle fettine minute, il resto lascia spazio alla speranza del primo morso.
Al primo ingresso in bocca, la consistenza inganna il cervello. Si resta un poโ basiti, quasi spiazzati da una sensazione nuova. Che sapore ha? Non si riesce a fare subito mente locale. La prima cosa che la razionalitร ci porta a pensare รจ che non serve coltello: sono cosรฌ piccole quelle fettine, che non ha davvero senso tagliarle. Poi lโimmaginazione cerca forme note: sarร il tipo di fettina squadrata e precisa e la tipologia di resa in cottura, ma sembra quasi di star davanti a un muscolo bollito, tagliato regolare da freddo e ripassato in padella per fargli fare la crosticina. Cosรฌ la leggera croccantezza esterna si scontra poi con la gommositร dellโinterno. E lรฌ dalla similitudine col bollito ripassato si passa ad altri agganci mentali: la texture sfilacciata, la gommositร tenace e troppo pressante, uno strano sapore dolciastro, son tutte cose che fanno pensare un poโ anche alla Simmenthal (non la razza bovina, ma la scatoletta!).
Continuiamo a provare la carne veg, fettina dopo fettina. La consistenza continua un pochino a giocare come in un bel trompe-lโoeil gastronomico e non riesce mai a definire bene a cosa siamo davantiโฆ Di sicuro, non ci stanno male le foglie di rucola e le fette di pomodoro che la accompagnano. Alla fine, perรฒ, ci si alza da tavola poco soddisfatti e con una strana sensazione che non si riesce a decifrare se di fame o di sazietร . Non si riesce a dec idere se andare a mangiare una cosa altrove o se ficcarsi a letto confidando in un nuovo giorno. Ma torniamo allโinizioโฆ cominciamo a raccontare il locale dove abbiamo provato la ciccia stampata in 3D.
Arredi multicolor, tessuti da bottiglie di plastica riciclata, pareti verniciate con Airlite, la pittura che โ da foglietto di istruzioni โ purifica lโaria eliminando le sostanze inquinanti: siamo dentro Impact Food,ย un nuovo format di fast food, una steakhouse veg e a โ si dice โ basso impatto ambientale, nel quartiere romano dei Parioli. Qui lโofferta, studiata con la consulenza di FunnyVeg Academy, prima scuola di cucina 100% vegetale in Italia, รจ quella di un classico fast food (panini, wraps, nuggets, insalatone, bowl e dolci) realizzata, perรฒ, con ingredienti 100% vegetali.
La vera novitร di questa neonata steakhouse romana sono le alternative meat realizzate con la stampante in 3D: con sovrapposizioni stratificate della materia prima di origine vegetale, lโapparecchio riproduce la texture della carne con le sue venature e fibrositร che dovrebbero rendere in bocca la consistenza di una vera tagliata di manzo. Al posto del burger di manzo, qui si trova il Beyond Meat proposto dallโomonimo marchio di riferimento, fondato a Los Angeles nel 2009, che ha lanciato il primo burger vegetale che richiama il sapore della carne. Per le alternative al pollo รจ stata scelta invece la spagnola Heura che dal 2017 offre โcarniโ 100% vegetali e che sta per lanciare sul mercato anche i bastoncini di pesce plant based: prodotti che si caratterizzano per lโetichetta breve (solo olio extravergine di oliva, proteine di soia e dei piselli, vitamine e ferro).
Ma รจ la Redefine Meat in versione โfilettoโ ad attirare la nostra curiositร : a produrla una societร israeliana, una start up datata 2018, che in meno di un quinquennio ha assunto 240 dipendenti e raggiunto un fatturato di alcune decine di milioni dollari ottenuto vendendo i suoi prodotti โextra-lussoโ in tremila ristoranti europei. La novitร sta nel fatto che il mix composto da proteine dei piselli, grasso di cocco, olio di colza e addensanti โ privo di glutine, colesterolo e ogm โ viene plasmato da una stampante 3D che regala a questa โcarne non carneโ la forma desiderata (filetto dunque, ma anche wurstel, kebab o bistecca) e un risultato che visivamente replica abbastanza correttamente la struttura muscolare del bovino. Anche la marezzatura sarร la stessa del taglio scelto, mentre un tocco di ciliegia e barbabietola donerร le venature caratterizzanti (ma anche i sapori, tra ferrositร della barbabietola e dolcezza della ciliegia, uniti a un filo di aciditร che non ci sta mai male)โฆ
Quando arriva in tavola il โfilettoโ รจ esteticamente abbastanza credibile: la tecnologia che permette la replica dei tessuti animali utilizzando i vegetali ha funzionato! Meno bene quando si passa alla consistenza โ anche se รจ proprio la texture il pallino dellโazienda produttrice. Se infatti la struttura delle fibre e del collagene, soprattutto al primo morso, rimandano a quelle di un pezzo di carne in cui le fibre si separano e si sfilacciano in bocca, la versione a base di proteine vegetali tende, sul finale, ad ammorbidirsi in maniera decisamente eccessiva. Il sapore? Poco netto e definito, con una nota finale che vira tra lโamaro e il dolciastro, lasciando in bocca sentori inediti e difficili da riconoscere.
Non รจ facile โtrarre conclusioniโ che probabilmente non esistono. La base di partenza di una riflessione dal sapore attuale, potrebbe partire dal considerare le concrete scelte che ognuno di noi puรฒ, vuole e sa fare e che, complessivamente, si traducono poi nel pensiero e nellโagire collettivo rilevato dalle statistiche. Va anche bene, dunque, la sperimentazione sulle nuove carni, che siano di origine animale e โcoltivateโ,ย o di origine vegetale e plant based,ย ma probabilmente ci sarebbe anche da fare unโazione che porti a superare gli allevamenti intensivi (molto piรน crudeli del cruelty da mattatoio) e a diminuire i consumi di carne portando a differenziare i prezzi in base alla โqualitร โ vera che si basi sulla storia e sulla natura della carne che si offre in vendita e che si decide di acquistare: le differenze di prezzo, infatti, non si capisce mai bene su cosa siano basate, ma certamente non sulle informazioni dettagliate dellโorigine e della qualitร intrinseca di un certo ingrediente.ย Certo, il nostro essere abbastanza carnivori non verrร messo in crisi dalla carne di Redefined Meat!
Ps. Una โtagliataโ costa 22 euro e un chicken burger 13. Non proprio il massimo della economicitร .
Impact Food – Roma – viale Maresciallo Pilsudski, 86 –ย 351 74 33 547 –ย https://www.impactcorp.it/impact-food/
a cura di Stefano Polacchi e Valeria Maffei
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