Mi domando cosa dobbiamo fare. Cioรจ, in realtร , io giร lo so. O almeno quello che io penso sia giusto fare. Posso permettermelo? Economicamente no. Decisamente no. Emotivamente? I miei sogni, il mio lavoro, i miei obiettivi, tutti i miei sacrifici? E quelli di chi lavora con me? Della mia famiglia? Ma quanto valgono le economie e i sogni di fronte alla vita? A volte, andare avanti puรฒ significare fermarsi. Ma come? Perchรฉ?
Bene, io vivo a Brescia. Abito a 300 metri in linea dโaria dallโOspedale Civile, e sento lโandirivieni continuo delle ambulanze; ma unโamica che vive a Londra su una chat di amici mi ha detto che non voleva sentir parlare di Apocalisse. Per me, qui lo รจ. O quantomeno cโรจ il rischio che lo diventi. Solo una settimana fa mi sembrava tutto gonfiato, mentre oggi mi sembra che molti, troppi stiano minimizzando una situazione davvero terribile. Ho aperto a pranzo per il business lunch in questi giorni. Mai fatto e mai avrei pensato di farlo. ร andata molto meglio di quanto avrei potuto nemmeno lontanamente immaginare. Incredibile. Ma tutte queste persone dentro Dina, disinvolte, e come se niente fosse, pronte e felici di stringere mani e parlarsi faccia a faccia mi hanno davvero preoccupato. Io le mani non le ho strette a nessuno. E ci tenevo che tutti mantenessero un minimo di distanza di sicurezza, quello era il mio distaccato, ma vicino abbraccio. Le persone, perรฒ, non erano preoccupate e capivo che interpretavano il mio atteggiamento come esagerato. Ma la voce distrutta e spaventata di amici medici io ce lโho ben presente. Le parole di chi sta vivendo in prima linea questa โcosaโ io ce lโho chiara: come facciamo a fare finta di nulla? Ci sono persone gravi a casa perchรฉ non possono essere ospedalizzate. E finchรฉ capita agli altri cosa possiamo dire: โpazienzaโ? Io non credo. Perรฒ, per toccarci sul vivo, domandiamoci: โE se toccasse a noi?โ; โE se toccasse ai nostri cari?โ. Non vorremmo poter avere unโassistenza adeguata? Non meritiamo di vivere? Ecco, un amico questa sera mi ha scritto: โNon mollare, non ci porteranno via il nostro sognoโ. Capisco cosa scrive e cosa lo animi. Ha lo stesso fuoco che ho dentro di me, ma il mio sogno non รจ mai stato solo mio. Voglio vedere le persone felici e la felicitร nasce dal benessere, e il benessere nasce dalla salute e, quindi, so cosa devo fare: ho paura, perchรฉ una parte di me non vorrebbe, ma devo e lo farรฒ! Fare accoglienza questa volta, almeno nel nostro territorio, credo sia negarla. Spero ci riabbracceremo presto!
Ho scritto queste cose venerdรฌ scorso con le lacrime agli occhi. Oggi รจ ancora piรน dura. Vedere che molti non hanno ancora capito la gravitร della situazione fa male. Da Firenze un ragazzo mi ha scritto: โHo letto il post e non ho capito. Tutto bene?โ. Colleghi dallโItalia e dallโestero, prima straniti dalla mia scelta, ora mi sostengono convinti sia qualcosa di inevitabile. Fermarsi, in questo caso, non significa arrendersi, ma contenere i danni. Avrei molte cose da dire, ma lโunica che ancora mi sento di condividere รจ che credo saremo tutti dโaccordo nel dire che, in un servizio al tavolo e nella preparazione delle pietanze, non potremo mai garantire una tutela totale per lโospite. Fermiamoci! La gente muore, e non la stessa che verrebbe da dire โmuore tutti i giorniโ, sta morendo gente che non dovrebbe morire. Di nuovo, vi chiedo, fermiamoci per ripartire. Tuteliamo il nostro Paese, tuteliamo gli altri per tutelare noi stessi. I ristoranti vanno chiusi e la socialitร deve essere limitata. Mi auguro che lo Stato ci aiuti, ma dobbiamo ricordarci che lo Stato siamo noi. Noi siamo specchio dellโItalia. Se tuteliamo lo Stato, lo Stato ci potrร aiutare, se ci muoviamo senza senso civico sarร molto piรน dura rialzarsi. Andrร tutto bene, ma solo se lo faremo andare bene. Vi prego! Aiutiamoci!
Nellโultima ora tantissimi stanno capendo che non cโรจ alternativa alla chiusura. Umanamente comprendo la fatica, perchรฉ chiudere significa accettare un lutto. Perรฒ forse cโรจ speranza, tutti i ristoratori mi auguro concordino che questa รจ la necessitร ; diciamo alla gente: โstate a casa!โ
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Alberto Gipponi
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