Chef

Alberto Gipponi chiude temporaneamente Dina. Una decisione difficile raccontata in prima persona

รˆ un flusso di coscienza molto sentito quello che Alberto Gipponi, chef patron del ristorante Dina di Gussago (Brescia), ha scelto di condividere con noi. Parole e riflessioni rimuginate in giorni difficili, davanti alla necessitร  di chiudere il suo ristorante, fin quando lโ€™emergenza Coronavirus non sarร  rientrata.

  • 09 Marzo, 2020

Brescia, 06/03/2020

Mi domando cosa dobbiamo fare. Cioรจ, in realtร , io giร  lo so. O almeno quello che io penso sia giusto fare. Posso permettermelo? Economicamente no. Decisamente no. Emotivamente? I miei sogni, il mio lavoro, i miei obiettivi, tutti i miei sacrifici? E quelli di chi lavora con me? Della mia famiglia? Ma quanto valgono le economie e i sogni di fronte alla vita? A volte, andare avanti puรฒ significare fermarsi. Ma come? Perchรฉ?
Bene, io vivo a Brescia. Abito a 300 metri in linea dโ€™aria dallโ€™Ospedale Civile, e sento lโ€™andirivieni continuo delle ambulanze; ma unโ€™amica che vive a Londra su una chat di amici mi ha detto che non voleva sentir parlare di Apocalisse. Per me, qui lo รจ. O quantomeno cโ€™รจ il rischio che lo diventi. Solo una settimana fa mi sembrava tutto gonfiato, mentre oggi mi sembra che molti, troppi stiano minimizzando una situazione davvero terribile. Ho aperto a pranzo per il business lunch in questi giorni. Mai fatto e mai avrei pensato di farlo. รˆ andata molto meglio di quanto avrei potuto nemmeno lontanamente immaginare. Incredibile. Ma tutte queste persone dentro Dina, disinvolte, e come se niente fosse, pronte e felici di stringere mani e parlarsi faccia a faccia mi hanno davvero preoccupato. Io le mani non le ho strette a nessuno. E ci tenevo che tutti mantenessero un minimo di distanza di sicurezza, quello era il mio distaccato, ma vicino abbraccio. Le persone, perรฒ, non erano preoccupate e capivo che interpretavano il mio atteggiamento come esagerato. Ma la voce distrutta e spaventata di amici medici io ce lโ€™ho ben presente. Le parole di chi sta vivendo in prima linea questa โ€œcosaโ€ io ce lโ€™ho chiara: come facciamo a fare finta di nulla? Ci sono persone gravi a casa perchรฉ non possono essere ospedalizzate. E finchรฉ capita agli altri cosa possiamo dire: โ€œpazienzaโ€? Io non credo. Perรฒ, per toccarci sul vivo, domandiamoci: โ€œE se toccasse a noi?โ€; โ€œE se toccasse ai nostri cari?โ€. Non vorremmo poter avere unโ€™assistenza adeguata? Non meritiamo di vivere? Ecco, un amico questa sera mi ha scritto: โ€œNon mollare, non ci porteranno via il nostro sognoโ€. Capisco cosa scrive e cosa lo animi. Ha lo stesso fuoco che ho dentro di me, ma il mio sogno non รจ mai stato solo mio. Voglio vedere le persone felici e la felicitร  nasce dal benessere, e il benessere nasce dalla salute e, quindi, so cosa devo fare: ho paura, perchรฉ una parte di me non vorrebbe, ma devo e lo farรฒ! Fare accoglienza questa volta, almeno nel nostro territorio, credo sia negarla. Spero ci riabbracceremo presto!

Brescia, 09/03/2020 ore 11

Ho scritto queste cose venerdรฌ scorso con le lacrime agli occhi. Oggi รจ ancora piรน dura. Vedere che molti non hanno ancora capito la gravitร  della situazione fa male. Da Firenze un ragazzo mi ha scritto: โ€œHo letto il post e non ho capito. Tutto bene?โ€. Colleghi dallโ€™Italia e dallโ€™estero, prima straniti dalla mia scelta, ora mi sostengono convinti sia qualcosa di inevitabile. Fermarsi, in questo caso, non significa arrendersi, ma contenere i danni. Avrei molte cose da dire, ma lโ€™unica che ancora mi sento di condividere รจ che credo saremo tutti dโ€™accordo nel dire che, in un servizio al tavolo e nella preparazione delle pietanze, non potremo mai garantire una tutela totale per lโ€™ospite. Fermiamoci! La gente muore, e non la stessa che verrebbe da dire โ€œmuore tutti i giorniโ€, sta morendo gente che non dovrebbe morire. Di nuovo, vi chiedo, fermiamoci per ripartire. Tuteliamo il nostro Paese, tuteliamo gli altri per tutelare noi stessi. I ristoranti vanno chiusi e la socialitร  deve essere limitata. Mi auguro che lo Stato ci aiuti, ma dobbiamo ricordarci che lo Stato siamo noi. Noi siamo specchio dellโ€™Italia. Se tuteliamo lo Stato, lo Stato ci potrร  aiutare, se ci muoviamo senza senso civico sarร  molto piรน dura rialzarsi. Andrร  tutto bene, ma solo se lo faremo andare bene. Vi prego! Aiutiamoci!

 

Postilla del 09/03/2020, ore 15

Nellโ€™ultima ora tantissimi stanno capendo che non cโ€™รจ alternativa alla chiusura. Umanamente comprendo la fatica, perchรฉ chiudere significa accettare un lutto. Perรฒ forse cโ€™รจ speranza, tutti i ristoratori mi auguro concordino che questa รจ la necessitร ; diciamo alla gente: โ€œstate a casa!โ€

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Alberto Gipponi

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