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un po' di storia

"La cucina italiana non esiste. L'unica nazionale รจ quella italo-americana". Intervista allo storico Alessandro Barbero

La prima conferenza da (quasi) pensionato del professore universitario piรน famoso d'Italia รจ sul cibo. Alessandro Barbero รจ salito sul palco insieme a Massimo Montanari al festival gastronomico Baccanale di Imola

  • 22 Ottobre, 2024

Il professore universitario piรน famoso d’Italia Alessandro Barbero torna sul palco per la sua prima conferenza da quasi pensionato (ufficialmente lo sarร  dal 31 ottobre) a Imola al festival gastronomico “Baccanale”. La rassegna vanta la curatela dal suo collega medievista e famoso storico dell’alimentazione Massimo Montanari, insieme hanno dato il lร  a questa edizione dedicata al tema โ€œUn filo d’olioโ€, con una conferenza intitolata Alimentazione e societร  nel Medioevo. Il cibo come sempre รจ stata l’occasione per parlare di molto altro, compresa qualche anticipazione sul libro di prossima uscita del prof su San Francesco. Sul palco i due storici sono saliti insieme e ad accoglierli c’era un teatro comunale gremito come a una prima.

Alessandro Barbero e Massimo Montanari insieme a Imola al Baccanale Foto Mauro Monti

Oggi esiste una pubblicistica sterminata su cibo, gastronomia, cucina, si potrebbe parlare di overbooking? Da storico come la vede?
Certamente quando un argomento diventa molto di moda c’รจ un rischio di saturazione, รจ verissimo. Poi bisogna distinguere da ciรฒ che รจ l’enorme successo popolare dei libri di cucina e delle trasmissioni televisive, comunque finchรฉ quel successo c’รจ vuol dire che il pubblico รจ disposto a digerirlo. Per noi storici, invece, il tema รจ ancora abbastanza una novitร . Anche se quello che forse รจ stato il piรน grande storico del Novecento che ha rivoluzionato il nostro modo di scrivere la storia, Marc Bloch, giร  90 anni fa in una lettera al suo collega Lucien Febvre scriveva che stava interessandosi al problema della…marmellata, ovvero da quando fosse nata l’idea della nonna che fa la marmellata in casa. Voglio dire che quella generazione di grandi storici degli anni Venti e Trenta aveva intuito che nel tema delle consuetudini alimentari c’era un grande argomento storico. Poi perรฒ c’รจ voluto del tempo, da noi prima di Massimo Montanari nessuno si era immaginato di studiare queste cose, quindi per noi storici c’รจ ancora tanto da fare.

…quando nasce la marmellata fatta in casa?
Quando nasce la barbabietola da zucchero e da bene costosissimo coloniale, nel Medioevo era una spezia addirittura, lo zucchero non costa piรน nulla e nasce la marmellata della nonna. Ecco come si collegano le pratiche alimentari domestiche e economia globale. Bloch ci ha insegnato che tutto puรฒ essere oggetto dei nostri ragionamenti e delle nostre ricerche.

Cosa le piacerebbe affrontare come storico in questo ambito?
Mentre il mangiare e cucinare sono parte cosรฌ importanti della nostra vita, le fonti medievali che abbiamo non sono cosรฌ ricche su questi aspetti. Per avere un’idea di cosa mettevano in tavola quando si sedevano a tavola per un pranzo importante, magari in compagnia siamo ancora costretti a cercare degli affreschi dell’ultima cena e io personalmente negli affreschi dell’ultima cena, metร  degli oggetti che vedo in tavola non capisco che cosa sono. Quindi bisogna ricostruire ancora pian piano da tanti indizi, lo stesso vale per la dimensione che nella societร  medievale รจ importantissima del fatto che gli uomini vivevano in un loro mondo e le donne in un altro. Mondi che si incrociavano a tanti livelli nell’intimitร  domestica, ma nel mondo pubblico no. E allora quando uno sceneggiatore di una serie televisiva mette in scena un banchetto e fa vedere un uomo e una donna alternati molto probabilmente sbaglia in pieno. Sono tutte cose che non sono entrate nella nostra percezione collettiva, da indagare ancora.

Il cibo ha sempre avuto potere di rappresentazione sociale e politica? Oggi รจ ancora cosรฌ?
Nella nostra societร  occidentale, non so altrove, perchรฉ il mondo non siamo solo noi anche se ce ne dimentichiamo sempre, diciamo: nel nostro pezzettino di mondo l’ha persa perchรฉ effettivamente il livello del benessere si traduce innanzitutto nella possibilitร  di nutrirsi come si vuole e piรน o meno tutti oggi sono in grado di accedere a cibi che una volta sarebbero stati inaccessibili. Ancora cent’anni fa comprare un bel frutto maturo era una cosa che un povero non poteva permettersi, una pera era qualcosa esposto nella vetrina di un negozio di lusso, oggi non รจ piรน cosรฌ, anzi. E infatti mentre in tutte le civiltร  essere grasso รจ segno di benessere, prosperitร  e potenza, noi oggi in Occidente abbiamo creato un mondo in cui essere grassi vuol dire essere degli emarginati. Quindi il luogo comune si รจ addirittura ribaltato.

Le scelte protezionistiche sul cibo secondo lei sono utili, dannose, potenzialmente pericolose?
Tutti i Paesi vivono in un mondo di relazioni, connessi, in cui si importa e si esporta. Tutti i Paesi quando ritengono necessario farlo mettono tasse doganali e tutti cercano di promuovere le proprie tradizioni. Molti Paesi, pensi che promuovono anche la loro lingua, mentre noi di questo ce ne freghiamo e chiudiamo gli Istituti di cultura italiana all’estero per risparmiare quattro lire. Quindi diciamo che รจ assolutamente normale che ci sia una dialettica fra il promuovere quello che si ha e in qualche misura anche proteggerlo, il che non vuol dire che si facciano le guerre.

Secondo lei esiste una cucina regionale o una cucina italiana?
Una cucina nazionale italiana non esiste, esiste solo fra gli italo americani i quali mangiano spaghetti with meatballs e gli americani credono che quella sia la cucina italiana. La nostra cucina รจ un insieme di innumerevoli cucine. Massimo Montanari sostiene che non sono definibili nemmeno come cucine regionali io credo che abbia ragione, salvo che il concetto stesso di regione รจ confuso. Perchรฉ le nostre regioni amministrative in qualche caso corrispondono effettivamente a dei tratti culturali e dialettali abbastanza precisi. La Sicilia รจ fatta di tante realtร  locali, perรฒ รจ difficile negare che esista una cucina siciliana, per il Piemonte si puรฒ dire abbastanza la stessa cosa, mentre invece regioni come la Lombardia o l’Emilia trattino Romagna hanno da questo punto di vista molto meno logica. Quindi indubbiamente ridurre il discorso alle cucine regionali ha ragione Massimo Montanari รจ sbagliato, si perde molto.

Professore lei รจ una buona forchetta?
ยซMi piace molto mangiare bene, ma non sono una buona forchetta perchรฉ mangio poco ho una capienza limitata e non posso approfittare quanto vorreiยป.

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