Lutto

Addio a Clara Rametta, la donna che ha cambiato Salina (e le Eolie) per sempre

Fondatrice del Signum, imprenditrice e sindaca di Malfa, ha trasformato Salina in un modello internazionale di gusto e ospitalità

  • 17 Agosto, 2025

Clara Rametta se ne è andata il giorno di Ferrasto. Col marito Michele Caruso ha fondato il Signum ormai più di trent’anni fa quasi per caso, l’anno prima gli avevano proposto quel borghetto abbandonato ai margini dell’abitato di Malfa che nessuno voleva comprare e che lei, che all’epoca si occupava di tutt’altro, grazie alla sua consueta lungimiranza capì subito che quel rudere poteva diventare un piccolo resort con annesso ristorante. Furono anni di duro lavoro, ma il Signum aveva preso forma e se ne cominciava a parlare, noi del Gambero gli dedicammo un articolo sul neonato mensile già nel 1989 o giù di lì. Michele in cucina, già allora come si direbbe adesso di territorio e a km 0, lei a dividersi tra la sala, l’albergo e la mai sopita passione per la politica.

L’impegno politico

La politica seria però, quella al servizio della comunità e non di se stessi, la politica che pensa alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni, la politica concreta del fare e non dello sproloquiare promesse irrealizzabili. Clara è stata a lungo assessore del comune di Malfa, più volte sindaco e ha sempre lavorato per il bene della sua comunità diventandone, anche quando non era impegnata direttamente nell’amministrazione comunale, il punto di riferimento, un faro per le altre isole.

Imprenditrice instancabile, illuminata e visionaria ha fatto diventare il Signum una delle mete più gettonate di tutte le Eolie, un’oasi dove l’ospite non si sente tale ma a casa sua, un lusso garbato mai ridondante, fatto di mobili d’epoca recuperati sull’isola, una piccola e deliziosa spa all’aperto, un ristorante che dopo anni ha riportato alle Eolie la stella Michelin e per la prima volta le Tre Forchette del Gambero Rosso, un cocktail bar dalla vista spettacolare, una casa più che un resort dove non casualmente lo spazio comune più ampio e più bello è il salotto che ospita la libreria, piena zeppa di libri in ogni lingua, spesso con la dedica dell’autore sul frontespizio.

Grazie alla sua opera da amministratore, Clara ha fatto di Malfa un modello di accoglienza unico: sua l’ordinanza che vietò per prima in Italia la plastica monouso nei locali pubblici, sue le prime auto e motorini elettrici del Signum poi imitati da tutta l’isola, sua la stagione culturale che ogni anno arricchisce Salina tra cinema, concerti e mostre nello storico Palazzo Marchetti trasformato in hub culturale. Tra le ultime battaglie vinte va ricordata anche la Dop per il cappero di Salina.

L’abbiamo vista l’ultima volta a luglio: come sempre, all’alba, faceva colazione sulla terrazza del Signum con vista su Panarea e Stromboli. In quel momento chiacchierava con Oliver Stone. Poco dopo ci parlava, bastone alla mano per colpa della malattia, degli intoppi burocratici che rallentavano i lavori per interrare i cavi elettrici a Pollara e del suo nuovo progetto: una navetta elettrica per collegare il porto al paese.

Clara era così: mai ferma, sempre proiettata un metro avanti, una donna che non annunciava, faceva. Per questo, a Salina, tutti oggi dicono la stessa cosa: senza di lei, quell’isola non sarebbe quella che è.

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