Clara Rametta se n’รจ andata il giorno di Ferragosto. Col marito Michele Caruso ha fondato il Signum ormai piรน di trentโanni fa quasi per caso, lโanno prima gli avevano proposto quel borghetto abbandonato ai margini dellโabitato di Malfa che nessuno voleva comprare e che lei, che allโepoca si occupava di tuttโaltro, grazie alla sua consueta lungimiranza capรฌ subito che quel rudere poteva diventare un piccolo resort con annesso ristorante. Furono anni di duro lavoro, ma il Signum aveva preso forma e se ne cominciava a parlare, noi del Gambero gli dedicammo un articolo sul neonato mensile giร nel 1989 o giรน di lรฌ. Michele in cucina, giร allora come si direbbe adesso di territorio e a km 0, lei a dividersi tra la sala, lโalbergo e la mai sopita passione per la politica.
La politica seria perรฒ, quella al servizio della comunitร e non di se stessi, la politica che pensa alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni, la politica concreta del fare e non dello sproloquiare promesse irrealizzabili. Clara รจ stata a lungo assessore del comune di Malfa, piรน volte sindaco e ha sempre lavorato per il bene della sua comunitร diventandone, anche quando non era impegnata direttamente nellโamministrazione comunale, il punto di riferimento, un faro per le altre isole.
Imprenditrice instancabile, illuminata e visionaria ha fatto diventare il Signum una delle mete piรน gettonate di tutte le Eolie, unโoasi dove lโospite non si sente tale ma a casa sua, un lusso garbato mai ridondante, fatto di mobili dโepoca recuperati sullโisola, una piccola e deliziosa spa allโaperto, un ristorante che dopo anni ha riportato alle Eolie la stella Michelin e per la prima volta le Tre Forchette del Gambero Rosso, un cocktail bar dalla vista spettacolare, una casa piรน che un resort dove non casualmente lo spazio comune piรน ampio e piรน bello รจ il salotto che ospita la libreria, piena zeppa di libri in ogni lingua, spesso con la dedica dellโautore sul frontespizio.
Grazie alla sua opera da amministratore, Clara ha fatto di Malfa un modello di accoglienza unico: sua lโordinanza che vietรฒ per prima in Italia la plastica monouso nei locali pubblici, sue le prime auto e motorini elettrici del Signum poi imitati da tutta lโisola, sua la stagione culturale che ogni anno arricchisce Salina tra cinema, concerti e mostre nello storico Palazzo Marchetti trasformato in hub culturale. Tra le ultime battaglie vinte va ricordata anche la Dop per il cappero di Salina.
Lโabbiamo vista lโultima volta a luglio: come sempre, allโalba, faceva colazione sulla terrazza del Signum con vista su Panarea e Stromboli. In quel momento chiacchierava con Oliver Stone. Poco dopo ci parlava, bastone alla mano per colpa della malattia, degli intoppi burocratici che rallentavano i lavori per interrare i cavi elettrici a Pollara e del suo nuovo progetto: una navetta elettrica per collegare il porto al paese.
Clara era cosรฌ: mai ferma, sempre proiettata un metro avanti, una donna che non annunciava, faceva. Per questo, a Salina, tutti oggi dicono la stessa cosa: senza di lei, quellโisola non sarebbe quella che รจ.
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