Corruzione: condanna in primo grado per l'imprenditore Alfredo Romeo, suoi i superalberghi a Napoli e Roma

Condanne in primo grado per l’imprenditore ed editore Alfredo Romeo e un suo collaboratore, l’architetto Ivan Russo, rispettivamente a 7 anni e mezzo e 4 e mezzo. L’hanno deciso i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Napoli che hanno accolto e, anzi, rincarato le richieste della Procura di Napoli che aveva chiesto 6 anni e 8 mesi per Romeo, e quattro anni e due mesi per Russo.

Le imputazioni

La condanna fa riferimento al “troncone napoletano” delle indagini del pm Henry John Woodcock (oggi alla Dda) e del procuratore Nicola Gratteri da cui prese il via il processo Consip, che aveva visto prima coinvolto e poi assolto anche Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. L’inchiesta, partita quasi dieci anni fa, è poi stata frammentata in tre tranche: una spostatasi a Roma (il cosiddetto processo Consip), una rimasta a Napoli e relativa agli appalti dell’ospedale Cardarelli (il processo è ancora in corso, con una cinquantina di imputati), la terza riguarda questo processo, iniziato nel 2018, che vede due soli imputati,:Romeo e Russo per fatti risalenti al 2015-2016: sei episodi di corruzione e una frode nelle forniture per Romeo, e tre episodi corruttivi per Russo. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

Alfredo Romeo Alain Ducasse.

Chi è Alfredo Romeo

Romeo è editore de L’Unità e Il Riformista, ma è anche l’imprenditore che c’è dietro due monumentali hotel di design, a Napoli, con l’intervento dell’archistar giapponese Kenzo Tange, e a Roma, ultimo progetto firmato Zaha Hadid in un palazzo del 1500: per entrambi la cucina è quella di un altra star, stavolta della ristorazione: Alain Ducasse. Un terzo hotel, a Massa Lubrense – design Kengo Kuma & Associates – è ancora in costruzione.

In foto: Il ristorante Alain Ducasse a Roma. Foto: Chris Dalton