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Alimentazione

Il dolcificante acesulfame K non è cancerogeno: l’Efsa aggiorna le linee guida

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare si esprime su uno dei dolcificanti più utilizzati dall'industria alimentare mettendo fine al dibattito sulla sua salubrità. Nel documento presente anche la dose giornaliera da non superare

  • 09 Maggio, 2025

Il famoso sale di potassio denominato E950, meglio conosciuto al pubblico come acelsufame K, è idoneo al consumo e non ci sarebbero prove del fatto che possa favorire l’insorgenza di alcuni tipi di tumore. A metterlo nero su bianco ci ha pensato l’Efsa – l’Autorità europea per la sicurezza alimentare – che, nell’ultima rivalutazione del dolcificante artificiale come additivo alimentare, ha stabilito che non sussistono preoccupazioni per la sicurezza in merito alla genotossicità del prodotto.

Entro le dosi consigliate non ci sono rischi

Sulla base della sintesi di evidenze valutate sistematicamente da studi su esseri umani e animali, gli scienziati dell’Efsa ha concluso che non vi sono nuovi studi idonei all’identificazione di un punto di riferimento per gli effetti avversi. Di conseguenza, il gruppo di esperti ha stabilito una dose giornaliera accettabile di 15 mg/kg di peso corporeo al giorno, basata sulla dose più elevata testata senza effetti avversi in uno studio di tossicità cronica e cancerogenicità nei ratti. Questo quantitativo che identifica la dose giornaliera sostituisce il valore di 9 mg/kg al giorno stabilita dal Comitato Scientifico degli Alimenti precedentemente. Il gruppo di esperti scientifici ha osservato che la stima più elevata di esposizione all’acesulfame K era generalmente inferiore alla dose giornaliera consigliata in tutti i gruppi di popolazione. Alla luce di queste valutazioni il gruppo di esperti scientifici ha raccomandato alla Commissione europea di valutare la revisione delle specifiche Ue per l’acesulfame K.

Il dolcificante scoperto per caso

Fu una scoperta del tutto casuale quella che fecero i chimici Karl Clauss e Harald Jensen nel 1967 presso la compagnia tedesca Hoechst AG. I due scienziati, infatti, stavano facendo esperimenti su composti chimici eterociclici contenenti zolfo. Come avvenuto in molti casi simili (come per la saccarina, per esempio) la scoperta avvenne perché un ricercatore assaggiò inavvertitamente una sostanza durante un esperimento. Dopo questa scoperta si capì che il prodotto aveva un grande potenziale, soprattutto nell’industria alimentare. L’acelsufame K, infatti, ha un potere dolcificante circa 200 volte superiore a quello del saccarosio, è termostabile (e quindi adatto alla cottura) e, non essendo metabolizzato dal corpo, non fornisce calorie. Per il fatto di avere un retrogusto leggermente amarognolo viene spesso usato in combinazione con altri dolcificanti artificiali come l’aspartame.

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