Gastón Acurio è senza dubbio il volto più riconosciuto della cucina peruviana a livello internazionale. Chef, imprenditore e ambasciatore culturale, ha trasformato l’immagine gastronomica del Perù, portandola dal locale al palcoscenico mondiale con una narrativa di inclusione. A pochi giorni dall’annuncio che ha consacrato il ristorante Maido come miglior ristorante del mondo nella lista The World’s 50 Best Restaurants, Acurio ha voluto condividere una riflessione articolate e sincera sulle implicazioni di questo riconoscimento.
Maido, guidato dallo chef Mitsuharu Tsumura, rappresenta una pietra miliare nella cucina peruviana e nella storia gastronomica globale. Nato a Lima, con forti radici nikkei, Maido si è imposto per la sua capacità di fondere tradizione giapponese e ingredienti peruviani, offrendo un’esperienza culinaria unica e raffinata. In un panorama internazionale a lungo dominato da ristoranti europei e nordamericani, questo riconoscimento rappresenta un cambio di paradigma importante, capace di portare in primo piano la cucina sudamericana e, con essa, la complessità culturale e sociale del Perù. Gastón Acurio con un lungo post su Instagram che riassume con passione, intelligenza e onestà, le sfide e le opportunità che questa vittoria rappresenta per il Perù.
Nel reel, Gastón Acurio affronta con lucidità il dibattito emerso dopo la vittoria di Maido, che ha messo in luce le profonde disuguaglianze sociali del Perù. «È vero che un talento straordinario convive con la povertà strutturale e l’insicurezza alimentare. La domanda è legittima: come possiamo celebrare un ristorante a cui la maggioranza non può accedere mentre tanti bambini muoiono di fame?», scrive Acurio.
Ma per il grande chef, il successo di Maido non va visto come un peccato o una beffa, bensì come una luce che evidenzia le ferite del paese. «Significa che, nonostante le nostre carenze, il Perù ha qualcosa da dire. Non siamo solo produttori di materie prime, ma anche creatori di cultura ed esperienze», continua. Per Acurio, il passaggio da un’economia estrattiva a una economia creativa è una battaglia fondamentale contro l’idea che il destino del Perù sia solo quello di fornire materie prime a chi le trasforma. Certo, Maido da solo non può risolvere le disuguaglianze o i problemi strutturali come la povertà, la sicurezza alimentare o l’accesso all’istruzione e alla sanità, ma può trasformare il contesto e soprattutto ispirare: «Può dare speranza ai giovani che vogliono restare e costruire il futuro nel proprio paese». Ecco perché, secondo Acurio, «confondere questo successo con frivolezza o criticarlo perché non risolve tutto significa perdere un’occasione preziosa di speranza».
Il messaggio è dunque un invito a celebrare con orgoglio questo trionfo, senza perdere di vista le sfide ancora aperte. «Il Perù ha bisogno di riforme profonde: alimentazione nelle scuole, sanità e istruzione di qualità, sicurezza nelle strade. Ma ha anche bisogno di esempi. Progetti nati dal merito e dalla dedizione» la vittoria di Maido è «una crepa luminosa in una fatalità che vuole confinare il Paese alla sola produzione di materie prime». Un segnale che, oltre alle riforme urgenti, il Perù ha bisogno di esempi di eccellenza e merito da cui trarre forza e ispirazione.
Foto copertina credit: Acurio International
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