Vino

La scommessa del vino italiano? Rosati e bollicine, ma occhio a interpretare i segnali

Entro la fine dell'anno previsti 11 miliardi di fatturato per un balzo del 9%. Nel Forum Cia in collaborazione con Uiv, il settore si รจ interrogato sul futuro. E se lโ€™Italia รจ ormai la sparkling land, il rischio commodity รจ ancora troppo alto. Scanavino: โ€œLa viticoltura sia una guida per tutto il settore primarioโ€.

  • 30 Luglio, 2021

Il mondo vitivinicolo ha cinque mesi di tempo per dimostrare di riuscire a correre piรน veloce della pandemia e chiudere il 2021 con un giro dโ€™affari di 11 miliardi di euro e un balzo del 9%, mantenendo cosรฌ intatto il secondo posto nella classifica globale dei maggiori Paesi esportatori, dopo la Francia, e lasciarsi alle spalle il crollo medio dei fatturati del 15%. Ci riuscirร ? รˆ questa la previsione emersa nel corso del Forum Nazionale Vitivinicolo 2021, promosso da Cia-Agricoltori Italiani in collaborazione con Unione Italiana Vini. I segnali di ripartenza ci sono tutti: dalle riaperture al nuovo equilibrio nel rapporto di forza tra off e on-trade. Nella situazione attuale, infatti, escluso il rischio di nuovi stop legati alle varianti del virus, si stima che i consumi legati al canale Horeca cresceranno del 19% sul 2020, anche se il saldo resterร  ancora passivo rispetto al 2019 (-26% pari a 4,6 miliardi), mentre nella Gdo lโ€™aumento si attesterร  al +8%.

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La viticoltura modello da seguire

โ€œQuello che stiamo vivendo รจ uno dei momenti piรน stimolanti degli ultimi 40 anni: la ripresa dopo una crisi del genereโ€ ha sottolineato il padrone di casa Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani. โ€œLโ€™Italiaโ€ ha continuato โ€œessendo il piรน grande percettore dei fondi per la ripartenza ha le carte in regola per farlo con potenza straordinaria, ma non bisogna sprecare denaro ed energie. Dal canto suo, la viticoltura, in quanto uno dei settori piรน dinamici dellโ€™agricoltura, puรฒ essere una guida, oltre che un banco di prova per le capacitร  dellโ€™imprenditoria agroalimentareโ€.

Il difficile equilibrio tra Do e vini comuni e il rischio commodity

Secondo lโ€™analisi โ€œUn nuovo potenziale per il vino italianoโ€, presentata nel corso del Forum ci sono ancora ampi i margini di crescita del Made in Italy enologico, ma con un potenziale produttivo in aumento, lโ€™offerta del vino italiano rischia una tendenza verso il basso. Nello specifico, infatti, nellโ€™evoluzione del potenziale in vigneto si sta ritornando ai livelli precedenti alla prima Ocm del 2009, che finanziรฒ i coltivatori per estirpare (รจ del 2016 la ripartenza con il sistema delle autorizzazioni).

Tuttavia, questo ritorno al passato, non interessa le principali Doc e Docg, per cui gli albi sono ormai chiusi, ma va ad alimentare il serbatoio dei vini comuni. Il potenziale produttivo รจ, quindi, di medio-basso livello. Tra il 2021 e il 2025 si prevede di arrivare ad una media produttiva di 50 milioni di ettolitri. Insomma, riassume il responsabile dellโ€™Osservatorio Carlo Flamini: โ€œCi sono un potenziale tendente allโ€™aumento, una nuova offerta vincolata verso il basso e una quota contoterzismo molto alta, vicina solo a quella spagnolaโ€. Un rischio commodity da evitare lavorando sullโ€™offerta di qualitร  specie su alcune tipologie della domanda globale in forte crescita.

Rosati: offerta italiana ancora troppo parcellizzata

E a proposito di tipologie in crescita, la risposta non puรฒ che essere doppia: rosati e spumanti. Oggi complessivamente il rosato in Italia riguarda 120 milioni di bottiglie nel 2020 per un valore di 450 milioni di euro. Per i rosati fermi ci si assesta su circa 68 milioni di pezzi. Ma attenzione: di solo il 2% dei rosati fermi supera quota 5milioni di bottiglie; il 74% resta sotto le 100 mila bottiglie. Una risposta ancora poco efficace al trend di crescita dei rosati nel mondo. In definitiva, quindi, quella italiana รจ ancora โ€œunโ€™offerta parcellizzata, inadeguata alla domanda, che poi finisce in surplus produttivi da svendereโ€.

Bollicine: come far durare il miracolo italiano

Se quello dei vini rosati รจ un fenomeno recente, quello delle bollicine รจ, invece, ormai un sistema consolidato, tanto da far diventare lโ€™Italia una vera e propria โ€œsparkling landโ€: niente รจ cresciuto come lo spumante, con 750 milioni di bottiglie italiane, che rappresentano quasi un quarto dellโ€™export vinicolo nazionale, per un valore di circa 2 miliardi di euro, per il 70% grazie al sistema Prosecco. Un trend in crescita costante, tanto che si stima il raggiungimento di 1 miliardo di bottiglie di bollicine entro il 2024. Il punto รจ capire come far durare questo miracolo e soprattutto come evitare degli errori poco furbi, che rischiano di farci del male. Tra questi Flamini cita i casi di auto-concorrenza, con spumanti comuni e varietali italiani che in Germania hanno messo il bastone tra le ruote allโ€™ascesa incontrastata del Prosecco. โ€œUn caso di cannibalismo italiano sui propri prodotti, che francamente si vede poco nelle altre parti del mondo e che sarebbe meglio evitare. Cosรฌ come bisogna assolutamente sfuggire allโ€™improvvisazione. Bene che la produzione dello spumante abbia superato la linea del Po, cogliendo i segnali che vengono dal mercato, ma bisogna crederci veramenteโ€.

Il ruolo della promozione

Accanto ai segnali di cui tener conto, cโ€™รจ poi uno strumento che deve affiancare i produttori nella fase finale, ovvero la promozione. Ed รจ a questa che hanno fatto riferimento i partecipanti al forum. โ€œLa lunga crisi pandemica ha segnato un punto di rottura nel settore che, per un rilancio vero, ha bisogno di uscire dalla logica emergenziale dei ristoriโ€ ha spiegato Luca Brunelli, responsabile Cia-Agricoltori Italiani Area Politiche Vitivinicole โ€œPer superare lโ€™impasse, รจ necessario puntare sulla promozione, utilizzando tutti i fondi e le risorse a disposizione, a livello nazionale e Ue, con lโ€™obiettivo di competere sempre meglio sui mercati esteriโ€. Per il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli โ€œLโ€™obiettivo รจ non sprecare risorse e il vinoโ€ ha proseguito โ€œha dimostrato di essere, nel primario, il settore che piรน di tutti sostenuto il Made in Italy, perchรฉ in grado di creare valore aggiunto e ripartirlo con tutta la filieraโ€.

A lui ha rivolto il suo appello il presidente Uiv Ernesto Abbona: โ€œAl Ministroโ€ ha detto โ€œproponiamo di farsi promotore per lโ€™avvio di una campagna istituzionale per il rilancio dellโ€™immagine del nostro Paese attraverso la narrativa dei suoi territori vitivinicoli e delle sue tipicitร  agroalimentariโ€. Intanto, perรฒ, ha aggiunto lo stesso Abbona: โ€œChiediamo fortemente che lo strumento della promozione Ue sia difeso a livello europeo, nellโ€™ambito della riforma a cui sta lavorando in questi mesi Bruxelles, in quanto le politiche proibizioniste della Commissione potrebbero escludere il vino e altri settori del nostro agroalimentare dai finanziamenti a favore della promozione dei prodotti agricoliโ€. Il riferimento รจ al piano anticancro che, avrebbe puntato il dito, anche contro il vino, mettendo a rischio proprio lโ€™inserimento nei piani di promozione. โ€œรˆ fondamentaleโ€ ha continuato Abbona โ€œfar fronte comune per impedire questo disegno, facendo leva sul ruolo insostituibile del vino e delle sue Dop e Igp sullo sviluppo e sostenibilitร  dei territoriโ€.

a cura di Loredana Sottile

Questo articolo รจ tratto dal settimanale Tre Bicchieri del 22 luglio 2021 โ€“ Gambero Rossoย 

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