Langosteria, quattro locali a Milano, uno a Paraggi, uno a St Moritz, uno da record a Parigi, altri in arrivo, un fatturato da 62 milioni: una insegna importante nella costellazione del luxury italiano ed europeo. Parliamo del futuro della ristorazione con il creatore di questo piccolo โ importante โ impero del gusto. E del lusso. La prima domanda per Enrico Buonocore gliela buttiamo lร nuda e cruda, anche banale… Qual รจ il segreto? ยซDomanda brutale, risposta complessa. Abbiamo appena compiuto diciotto anni, abbiamo costruito passo passo quello che si vede oggi. Allโinizio Langosteria non aveva nessun obiettivo se non quello di sostenersi. Oggi continuiamo a essere fedeli ad alcuni principi, malgrado tutti gli eventi avversi, dal Covid fino alla crisi del lusso che stiamo vivendo a livello internazionale anche se nessuno ha il coraggio di dirloยป.
Foto di Cecile Guillaume
La crisi quindi riguarda anche voi?
Noi, ringraziando il Signore, stiamo vivendo anni uno piรน positivo dellโaltro. Cosa non facile in un Paese che ragiona con lโoggi e non con il domani, dove pensare in grande non รจ facile. Le racconto questa…
Pregoโฆ
Ho appena cambiato casa. Una vicina mi incontra e mi dice: vedo sempre le luci accese la sera. E io: le sembra strano? E lei: ma scusi, non siete tutte le sere al ristorante? Oggi si pensa ancora che avere un ristorante sia stare sempre lร , presidiare, la teoria del Rottweiler che fa la guardia al cancello di casa.
E lei non abbaia?
Abbiamo costruito un modello di organizzazione con delega verso un team di persone formate che lavora assieme quotidianamente, cercando di raggiungere i risultati che ci prefiggiamo e misurandoli settimanalmente. Abbiamo ragionato come fa unโazienda produttiva che deve replicare giornalmente un modello di ospitalitร verso una clientela esigente, che comprende e giudica.
Foto di Tommy Ilai
Mangiare bene non basta?
No, oggi non basta piรน. Oggi lโunica cosa che il consumatore dร per scontato รจ mangiare bene.
E cosa fa la differenza?
Bisogna far star bene le persone. E questo passa per il 95 per cento dal capitale umano. Se riesci a creare una comunitร di persone che crede in quello che fa, ragiona assieme, vive assieme i risultati positivi e negativi, riesci a fare qualcosa di consistente che negli anni produce valore e vedi il futuro senza ansie.
Ma voi appartenete al lusso o no?
Noi parliamo di lusso accogliente e disinvolto, ma i commenti dei clienti parlano spesso di lusso familiare. Lรฌ credo ci sia tutto. Una qualsiasi persona che va a cena ama essere riconosciuta, sentirsi parte di una comunitร . Uno dei fattori di Langosteria รจ che il 50 per cento dei clienti ogni sera sono consolidati. Questo รจ determinante. Vedo le persone salutarsi tra di loro, fare due chiacchiere da un tavolo allโaltro, darsi consigli su cosa mangiare.
Da questo punto la ripetitivitร non รจ un limite.
Quella รจ la consistenza dellโoperativitร che fa il paio con il mantenimento degli standard produttivi che perรฒ vengono processati con umanitร e anche con lโerrore. Noi abbiamo la cultura dellโerrore.
In che senso?
Cโรจ stato un momento durante il processo di crescita in cui ho avuto la folle idea di standardizzare tutto, ma presto ho fermato le macchine e ho detto: non รจ fattibile. Noi abbiamo costruito un modello per cui sappiamo che un piatto va fatto in una certa maniera, che un bicchiere va messo in una certa maniera, ma in cucina cominciamo ad amare le piccole differenze tra un piatto e lโaltro. Le linguine allโastice, piatto top performer del gruppo, devono essere buone ovunque, ma ci saranno sempre delle piccole differenze da un giorno allโaltro, da una mano allโaltra, da un luogo allโaltro, anche perchรฉ i prodotti locali sono diversi. Lโimportante รจ che siano sempre buone, impiattate nel medesimo piatto, con la stessa quantitร di pasta. Questo ti libera molto lโansia.
Detto cosรฌ sembra facileโฆ
Diciamo che il nostro modello di gestione รจ come una squadra di calcio, un grande allenatore organizza la fase difensiva per non subire gol e lascia agli attaccanti la libertร di inventare.
Lei una volta ha detto che una delle cose di cui รจ piรน orgoglioso รจ che molti dei suoi manager sono stati prima camerieri e cuochi. Vero?
Vero. Il processo di crescita interna รจ quello che preferisco, ma al contempo ci sono delle skill che possono arrivare solo da fuori, nuove culture, nuovi modi di fare, e quindi abbiamo introdotto manager acquisendoli dal mercato e abbinandoli a persone che avevano lo stemma sulla maglia. La somma a volte non ha fatto il totale, ci sono stati momenti di tensione tra il vecchio e il nuovo.
Superati come?
Con i risultati, con la vicinanza, con il sostegno, con una progressione chiara. Oggi se arriva uno nuovo lo accogliamo nella maniera corretta, ne vediamo il valore, lโumanitร . Il nostro archetipo รจ rispetto delle regole ed educazione. Lโeducazione รจ sempre il punto di partenza, il resto si impara, ma non รจ facile da trovare. Vuole sapere qual รจ la mia maggiore libidine?
Se restiamo nei limiti della decenzaโฆ
ร quando vado a Parigi e a St Moritz, che visito con meno frequenza, e vedo lโattitudine corretta delle persone, quellโattenzione, quellโocchio attento. Mi sento tranquillo. E poi lโenergia positiva crea buoni piatti, buona clientela, crea serate piacevoli, che danno quella allure al brand quel tangibile valore di esclusivitร . Il nostro ristorante รจ il piรน grande club al mondo senza una fee.
Il circolo della leggerezzaโฆ
Questo รจ il piรน bel complimento che potessi ricevere. Lo scontrino di Langosteria รจ scontrino importante, se un cliente lo paga con leggerezza vuol dire che รจ sereno e sta riponendo la fiducia nelle persone giuste.
Foto di Danilo Scarpati
ร Langosteria lโantidoto alla boria del fine dining?
Io penso che i ristoranti non debbano insegnare nulla, ma devono essere luoghi in cui si condivide. Certo, raccontare il prodotto รจ una parte importante dellโesperienza, ma non bisogna essere saccenti, bevi il vino che vuoi, mica devo insegnarti a bere. Se andare al ristorante deve essere una punizione o un momento di valutazione cโรจ qualcosa di sbagliato.
Lei gira per stellati?
A un certo punto della mia vita ne visitavo molti, ora meno, sono piรน appassionato di trattorie. Una volta sono andato in Perรน a mangiare da Virgilio Martinez. Mi aspettavo un locale con grande veritร e disinvoltura, e invece ho trovato un modo di fare francese. Che modello รจ quello per cui sei in Perรน ma potresti essere in qualsiasi parte del mondo? Eppure per tanti anni รจ passato questo messaggio.
Lei non ha una stella Michelin. Le pesa?
ร una domanda che mi fanno in tanti. Ormai ci penso solo a novembre quando assegnano le stelle, non รจ piรน un cruccio.
Quindi un poโ lo รจ statoโฆ
Vede, da un lato penso che sia assordante il fatto che soprattutto Langosteria di via Savona non abbia la stella Michelin, dal mio punto di vista รจ quasi un errore della guida. Io penso che Langosteria almeno dal 2013 sia ben al di sopra della media degli stellati. E infatti mi chiedo sempre, qualora un anno qualcuno si svegliasse e me la proponesse, io che cosa dovrei rispondere.
Ma secondo lei perchรฉ questo?
Credo che il motivo sia io, io non sono mai stato un cuoco e le stelle le prendono i cuochi. Darla a Buonocore significherebbe ammettere che non cโรจ bisogno di un grande cuoco. Qualche giorno fa ho parlato con il loro responsabile, Marco Do che mi ha ripetuto che la Michelin non recensisce i ristoranti, li segnala per i viaggi, indica i migliori. E siccome noi siamo i migliori tutti sanno dove siamo, non รจ che apriamo a Montecuccoli, apriamo a St Moritz in mezzo alle ville del lusso, apriamo a Parigi al settimo piano dellโhotel di un uomo che detiene le aziende piรน lussuose del mondo. Apriremo a Londra nel palazzo piรน bello della cittร , al The Owo con i potentissimi Hinduja.
Ecco: quando aprirete a Londra?
Alla fine di questโanno, abbiamo avuto dei ritardi dovuti alle nostre paturnie.
Senta, ma che cosa fa esattamente Buonocore a Langosteria?
Oltre a guardare i conti e ad accertarsi con i suoi manager che tutto funzioni, intende? Sono lโaddetto alla creativitร , lโanima creativa di tutto quello che facciamo.
Solo questo?
Lโaltro tema importante รจ accertarmi di non perdere davvero il dna di Langosteria. Dimostrare al proprio team il proprio talento e la propria empatia รจ lโunica strada per il successo. Pensare di farlo dettando regole, dettando processi, senza interpretarli e viverli assieme alle persone, รจ praticare un comando sterile. Il mondo della ristorazione รจ un grande teatro.
E questo cosa cโentra?
Mi fa ridere ripensare a quando andai a Londra a vedere Cats e mi dissero che andava in scena da molti anni tutti i giorni due volte al giorno. E noi non facciamo forse lo stesso? Cuciniamo in maniera espressa, serviamo, sorridiamo e tutto quello che cโรจ nel resto delle nostre vite lo dobbiamo tenere fuori.
Un lavoro da grandi attori…
Ma io credo che chi fa questo mestiere ad alto livello debba essere professionale, questo lavoro non รจ un ripiego, รจ faticoso, richiede tanto impegno e tanta dedizione, chi lo fa deve essere felice e ben pagato. Spero che nel futuro il mondo si accorga che chi fa ristorazione bene, chi crea valore, vada anche protetto. Il contatto collettivo nazionale dei pubblici esercizi รจ una delle cose piรน vergognose che questo paese presenta quotidianamente ai propri lavoratori, sia perle tutele che per i costi che ne derivano e questo non รจ un facilitatore per costruire professionalitร allโinterno del settore della ristorazione.
Un problema solo italiano?
A Parigi, dove abbiamo un ristorante, si respira un linguaggio ben diverso dal nostro e questo grazie a personaggi importanti come Ducasse, Bocuse, Robuchon che hanno portato nel mondo la lingua francese dellโorganizzazione oltre che dellโofferta gastronomica, Anche lโItalia e la Spagna hanno la possibilitร di conquistare nuovi mercati perchรฉ i Francesi non se la passano bene soprattutto da un punto di vista dellโ0fferta gastronomica. Lโobiettivo di Langosteria รจ diventare il brand italiano piรน conosciuto al mondo.
Voi avete tanti progetti internazionali, ma non Roma. Perchรฉ?
Oggi abbiamo due insegne fuori da casa nostra, a St Moritz e a Parigi, che da qui a dieci anni diventeranno molte di piรน ma io cerco solo progetti incredibili in cittร incredibili per fare Langosteria e non la sua brutta copia. Roma ce lโhanno offerta in tutte le salse, lโaltro giorno ho ricevuto lโennesima offerta. Ma noi in questo momento abbiamo il sogno di portare Langosteria nel mondo e tra un progetto a Roma e uno a Madrid, a New York, a Los Angelesโฆ
Peccatoโฆ
Non ho detto che non apriremo, ho detto che Roma non รจ una prioritร .
Ma voi ricevete mai recensioni negative?
Io non leggo le recensioni perchรฉ mi arrabbio. Le vedo in un report che il mio operation manager mi prepara mensilmente. La nostra prassi รจ il โtouch the tableโ, se il manager si accorge che a un tavolo qualcosa non va deve intervenire, cambiare un piatto sgradito, non fare pagare il piatto che non รจ piaciuto. Ma forse questo รจ meglio non scriverlo.
Teme che lo facciano tutti?
Ma no, scherzo. Comunque in questo modo si neutralizzano le recensioni negative. E se comunque arrivano noi mettiamo un tag sul nostro CRM (il Customer Relationship Management, ndr) e la volta successiva sappiamo che quel cliente non era stato soddisfatto.
Accade spesso?
Noi mandiamo una mail quotidianamente ai nostri ospiti in cui li invitiamo a lasciare una recensione. Eppure i ristoranti di Milano non ricevono piรน di otto-dieci recensioni al mese su Tripadvisor. Ne riceviamo molte su Google, ma quando dico molte alla fine รจ lo 0,5 per cento dei clienti che sono venuti da noi.
Pochissimeโฆ
E sa perchรฉ? Se vai al Louvre e non ti piace la Gioconda, non lo scrivi, perchรฉ pensi che sei tu che sbagli.
Niente da mostrare
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